Emozioni Olimpiche!
Sentite il calore e vedete la sua luce? Non potete non vederla e non sentire la sua energia!
Questo pomeriggio, qui in Australia, quando il governatore generale del Canada, Michaëlle Jean, ha dichiarato aperti i XXI Giochi Olimpici invernali, ho provato lo stesso brivido che puntualmente mi assale ogni volta che vedo la fiamma di Olimpia accendersi. La terza volta che i cinque cerchi approdano in Canada, infatti dopo Montreal 1976, Calgary 1988 è il tempo di Vancouver e chissà cosa ci offriranno questi quindici giorni vissuti in modo diverso, in modo strano con l’occhio sempre rivolto a questo evento magico. Quando ci sono le gare a cinque cerchi la vita assume una dimensione diversa, vivi nel limbo di un momento particolare, bello, emozionante. Vai a letto con la mente all’ultima notizia che hai visto alla televisione o alla curiosità letta su internet. Ti addormenti pensando alle gare di domani. Nei sogni poi entri nella parte di qualche eroe sportivo del momento. Lo so già! Questa notte mi immedesimerò in Steve Nash che assieme a Nancy Greene, Katrina LeMay Doan e il mito dell’hochey Gretzky hanno acceso la fiaccola contemporaneamente e hanno dato simbolicamente il via a questa edizione dei Giochi. Credo che sia la prima volta in assoluto che il braciere prende forza da più ultimi tedofori, se la memoria non mi tradisce dovrebbe essere proprio così. E con questo fuoco e questo ardore inizia per tutti noi una nuova avventura. Alla mattina la prima cosa che si farà sarà quella di aggiornarsi sulle cronache delle gare, cercare dati, tempi, nomi, aneddoti. Leggere con voracità, manovrando tempestivamente il telecomando della televisione per cercare di non perdere neppure un attimo di un avvenimento così planetario. Al campo di allenamento ci saranno molti argomenti di cui parlare e, anche se il mondo canoistico è certamente lontano dagli sport del freddo, si condivide certamente lo stesso spirito e interesse per l’olimpismo, per quel sommo evento che non solo per molti è una ragione di vita, ma è anche la stessa vita. Nella festa dello sport, che nelle emozioni di gioia della cerimonia d’apertura trova l’esaltazione dei contenuti, non si può non pregare per Nodar Kumaritashvili. Una morte che sembra quasi un tributo a chissà quale dio di Olimpia, una morte che per noi mortali pesa come un macigno sul nostro credo. I disegni divini che spengono un atleta a 21 anni non possiamo comprenderli, possiamo solo accettarli nella speranza che una ragione, se pur a noi sconosciuta, ci sia.
E allora che spettacolo sia! Che la gioventù sportiva di Vancouver 2010 ci faccia vivere grandi momenti. Condivideremo idealmente con tutti gli atleti le gioie per le medaglie d’oro, condivideremo anche le delusioni di chi sul podio non ci arriverà. Prenderemo da tutti quell’energia che in questo momento il Canada e la XXI edizione dei Giochi Olimpici Invernali sapranno trasmetterci.
In bocca al lupo a tutti gli atleti, allenatori, dirigenti, volontari, giudici, cronometristi, giornalisti, operatori televisivi e sponsor. E soprattutto grazie a nome anche di chi a Vancouver non c’è fisicamente, ma con il cuore condivide tutto fino all’ultimo respiro, fino a quando la fiamma verrà spenta e apriremo allora il cuore ai ricordi.
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
P.S. volevo raccontarvi dell’allenamento di ieri dove abbiamo testato delle canoe nuove, ma quando si perde la razionalità e si lascia spazio al cuore succede quello che è successo!
P.S.2 non preoccupatevi però ho immagini e appunti su quanto sopra e magari domani vedo di mettere ordine nella mente mettendo in fila una serie di parole con senso compiuto.
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