Donne
Questa mattina dopo l’allenamento, mentre mi stavo preparando il caffè con l’ottima “Sunbeam”, la numero uno delle macchine per fare il caffè in Australia - così dicono ma sicuramente complice è l’Illy che uso - riflettevo sulle donne. Non sulla “rugiada dell’Altissimo” o “l’altra metà del cielo” - sicuramente il mio amico Maurizio saprà riconoscere le citazioni - lungi da me inoltrarmi in inghippi mentali che hanno arrovellato tante menti e cuori, ma pensavo a quel gentil sesso che va in canoa. Facevo mente locale e mi rendevo conto che ci sono, da queste parti, sette fantastiche artiste della pagaia tra i paletti che stanno investendo tempo e denari in previsione della stagione in corso. La donna in canoa ha sicuramente un fascino particolare e credo che anche il collega uomo possa trarre degli insegnamenti importanti guardandole allenarsi. Sono incantato dalla morbidezza dell’azione di Jana Dukatova. In ogni suo allenamento sembra non far fatica e soprattutto impressiona vedere la sua canoa scivolare sull’acqua. Classe 1983, alta poco più di un metro e 80 per 60 chilogrammi. Per chi crede nei segni zodiacali aggiungo anche che è nata sotto il segno dei gemelli. Grande appassionata di fotografia, ora sta sperimentando una micro-camera inserita sulla punta della sua pagaia o sulla canoa per immortalare immagini uniche. Campionessa del mondo 2006 a Praga e vincitrice della Coppa del Mondo 2009: l’unica ad aver preso tutte le finali tra coppa, europei e mondiali nella scorsa stagione. La sua caratteristica migliore è una tecnica assai raffinata e decisamente poco dispersiva. Ama pagaiare, meno spostare pesi in palestra. Non disdegna la canoa discesa con cui vinse un mondiale junior sia nello sprint che nella classica. La sua grande rivale in casa è Elena Kaliska. Mi ricordo come fosse oggi la sfida all’ultima pagaiata per prendere il posto per i Giochi Olimpici di Beijing: Liptovosky 2008. Che gara, che sfida! Due atlete per un posto che già aveva il sapore di medaglia olimpica. Era presente anche il presidente della Repubblica Slovacca Ivan Gasparovic, tanto per rendersi conto che valore ha lo slalom in Slovacchia.
Di tutt’altra pasta è l’austriaca Corinna Kuhnle lei di anni ne avrà 23 il prossimo 4 luglio, io quel giorno dell ‘87 ero a Bourg St. Maurice per partecipare al mio primo mondiale in slalom. Cresciuta canoisticamente con Manuel Kohler ha divorziato sportivamente da lui per mettersi nelle mani di un certo Helmut Schroter. Quest’ultimo arriva dalla ex Germania dell’Est e aveva allenato in precedenza svizzeri e tedeschi che aveva lasciato per incomprensioni proprio alla vigilia delle Olimpiadi di Beijng. L’austriaca di giallo vestita è molto potente fisicamente, ma anche molto dispersiva. Le penalità nel 2009 l’hanno fatta dannare. Mi sembra però che il problema sia rimasto visto che anche oggi in allenamento sui percorsi lunghi ha praticamente devastato il campo indifeso dai suoi attacchi. Restando nella “Republik Österreich”, per dirla proprio alla tedesca, c’è il bronzo olimpico e campionessa d’Europa 2007 Violetta Oblinger, di lei ho già scritto molto, 33 anni tutta canoa, figlio e marito. Allenata da Jernej Abramic, ma anche questo l’ho già scritto. Cosa aggiungere di Violetta se non il fatto di riconoscerle una grande dedizione allo sport e una grande voglia di pagaiare?
Chi invece ammiro particolarmente in allenamento è Emile Fer, vice campionessa europea l’anno scorso, il suo vero primo successo se escludiamo l’oro a squadre nel 2006 ai mondiali. La francese è veramente forte, ma patisce in gara. Alle ultime olimpiadi si è giocata la manche della vita con un errore banalissimo alla porta sette. Qui dedica la sessione della mattina ad un lavoro tecnico seguita da Courinier, mentre nella seduta pomeridiana l’abbiamo vista fare spesso e volentieri lavori aerobici sul canale con puntate sull’acqua piatta. Lei mi è simpatica, a dispetto del modo generale di fare dei francesi, perché tra le altre cose assomiglia molto a mia zia Dina… a volte certi piccoli particolari ci fanno avvicinare particolarmente agli altri.
Che sia inglese da molte generazioni lo si capisce solamente guardandola camminare, quel passo tipicamente superiore la contraddistingue tra le altre canoiste. Lei è Elizabeth Neve terza ai mondiali a Seu 2009. Parla e sorride poco e ha un fisico piuttosto mascolino. In allenamento sembra essere molto meticolosa: arriva sempre per prima, guarda con attenzione il percorso, si scalda con ampio anticipo e non perde tempo certamente in spogliatoio a parlare o a scambiarsi idee con le altre colleghe di pagaia.
Chiude questa particolare lista la padrona di casa Katrina Lawrence vincitrice della coppa del mondo nel 2008, amara consolazione per lei visto che alle olimpiadi c’è andata la sorella Jacqueline che conquistò un argento decisamente inaspettato. Tipetto piuttosto asciutto in tutti i sensi, per allenarsi al meglio si è trasferita da diversi anni a Penrith. Sul canale olimpico del 2000 ci passa diverse ore al giorno utilizzando il tempo ufficiale della Federazione Australiana e le ore del recreation paddling. Quest'ultimo spazio è riservato all'attività commerciale con i rafting quindi il percorso si presenta senza porte se non qualche risalita. Lei però non sembra dare peso alla cosa e se la spassa sulla “Main Wave” o sul “Last Drop”
Storie di donne in attesa della gara di venerdì 19, sabato 20 e domenica 21 per i campionati continentali dell’Oceania. Campionati open e non come gli Europei che invece non permettono la partecipazione di altri paesi che non siano in Europa.
Agli “Oceania Open Continental Championships” assisteremo ad un ritorno al passato infatti si qualificheranno in semifinale i primi 40 K1 uomini, le prime 30 donne in kayak, così come per i C1, mentre C2 e C1 donne fermi a 20. E’ questa l’idea emersa dal Symposium allenatori ICF e portata avanti dal boarding dello slalom per la sua approvazione al prossimo “Executive Committee” di aprile. Sul sito Siwidata si potranno seguire le gare in diretta per ciò che riguarda i risultati, mentre per le immagini le troverete su www.oceania.canoe.org.au, ma bisognerà aspettare 60 minuti dall’arrivo dell’ultimo atleta di giornata e cioè quando in Italia saranno le 5 della mattina.
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
Penrith, 17 febbraio 2010 – Traning camp and Slalom Race
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la foto è presa dall'album di Jana Dukatova
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