Oceania Championships 2024 Fox e Prskavec i protagonisti
il podio K1 men slalom con Prskavec vincitore, argento Delassus e bronzo Biazizzo. | |
"Dimidium facti, qui coepit, habet" tanto per prendere in prestito le parole di Quintus Horatius Flaccus che tradotte in volgare sarebbero: "chi ben inizia è a metà dell’opera", frase che ben si addice alla perfezione ai due fenomeni quali essi sono e che rispondo ai nomi di Jessica Fox e Jiri Prskavec. I due iniziano la stagione nel miglior modo possibile e cioè vincendo nel kayak le loro rispettive categorie. Per la verità fanno ben di più visto che Jessica vince pure in C1 e in Kayak cross e Jiri entra in finale anche in C1. La grandezza di questi atleti arriva dal fatto che salgono sul gradino più alto del podio con un margine tale che anche una penalità non influisce sul risultato finale. La figlia della Volpe tocca la porta 1, che è una risalita, e il ceco tocca, anche lui una risalita, ma la 15. Eppure il risultato non cambia, dominano le gare con tempi strepitosi su un percorso leggermente modificato rispetto alle qualifiche e che, se vogliamo permette, ai due campioni di esprimersi ancora meglio grazie a due combinazioni che affrontate da loro sembrano banalità uniche, ma viste fare dagli altri si capisce che di banale non c’è nulla! Mi riferisco alle due retro del percorso e cioè la 7 e la 20. Alla porta 7 Prskavec inganna a prima vista anche allenatori esperti che pensano che l’intenzione del campione olimpico sia quella di affrontarla in discesa. Anch’io rivedendo il video più volte mi sono chiesto se effettivamente le intenzioni del piccolo pagaiatore di Praga fossero quelle di provare ad infilarsi dentro la porta già con la punta verso valle per farla diretta. Il dubbio rimane perché uscito dalla risalita 6 sale sulla main wave diretto come se non ci fosse un domani, come se la porta da fare non esistesse, eppure ci arriva dentro come una fucilata. A questo punto pianta la coda, gira la barca sul lato opposto e come un proiettile appena sparato da un Winchester riparte, per divorarsi il resto del percorso. Ancora meglio fa alla porta 20 che in pratica è messa sul lato sinistro del canale e la porta successiva è una risalita a destra e in mezzo, tra le due porte c’è un’onda con un ricciolo bianco capace di fermare chi prova a passarci dentro. Ed è proprio questo l’elemento su cui puntano i due campioni: l’effetto stop e rilancio! Jiri si gira almeno due metri prima della porta e cioè subito dopo aver superato il passaggio della 19, e affidandosi al suo istinto, di cui si può fidare ciecamente, si piazza con la coda verso valle e aspetta la botta sulla schiena data dal ritorno d’acqua. Cosa che avviene un attimo dopo e che gli innesca lo stimolo per spingere la sua canoa dentro la risalita 21 a grandissime velocità. L’effetto sarà quello di divorare la risalita e avere tutto il tempo per preparare la 22 allargandola in entrata, ma controllando l’uscita diretta verso la 23 che infila molto bene, rimediando all’errore che in semifinale gli era costato qualche secondo. Si sa però che i campioni possono sbagliare una sola volta, perché errare è umano, perseverare è diabolico e loro sanno quasi sempre come imboccare la strada giusta specialmente quando la posta in palio è elevata.
Jessica Fox vince in K1 con un vantaggio di oltre 3 secondi e, come già detto, con il tocco alla 1. Alle sue spalle ci finisce la polacca Klaudia Zwolinska e bronzo alla sorellina Noemi Fox. Le quotate Wegan, Woods e Jones in finale sono protagoniste in negativo. L’olandese tocca, l’inglese, pur con zero, è lenta e la New Zelandese Jones è costretta a risalire l’ultima porta visto che era uscita dalla risalita troppo chiusa per riuscire a centrarla. L’ho vista molto appesantita sugli ultimi passaggi tanto è che finisce lunghissima alla 21, si mette a discutere e a giocare con l’acqua all’entrata della 22 e alla fine perde tutto alla 23. Camila Prigent esce di scena in semifinale con un 50 banalissimo e senza diritto di replica, alla 20 che ha cercato di passare in retro al volo!
Il vero capolavoro di questo fine settimana australe arriva però ancora una volta da Jessica Fox non in kayak slalom, non in kayak cross, ma dalla sua gara in C1: il suo 106.48 le regala titolo continentale, ma soprattutto segna un passaggio importante nella sua carriera sportiva in questa specialità che domina a suo piacimento. Giusto per avere un confronto i C1 uomini vincono la gara solo con 3,73 secondi in meno e Fox lascia le avversarie ad oltre 9 secondi! Per capire esattamente il valore di questo distacco immaginatevi che lei sia sul traguardo e le sue avversarie stiano per entrare nella risalita 22…poi avranno da fare la 23 e scattare per circa 15 metri prima di fermare i cronometri. Mi ha impressionato vederla pagaiare nei tratti dritti fuori dalle porte, sembrava un caterpillar che massacrava il terreno che incontrava sul suo cammino, lasciando alle sue spalle gorghi che impressionano per la loro profondità!
Degli altri parleremo in settimana. Due note di colore, anzi due note di colore piuttosto sbiadito perché come sempre le gare a Penrith sono una sorta di festa privata solo per gli addetti ai lavori. Pubblico assente, il sito web mal curato con la scritta costante: « coming soon » sul materiale fotografico, la diretta su Facebook, commentata da un Richard Fox molto sobrio, ha avuto punte di ben 15 collegamenti! Qualcosa bisogna pure fare per dare una svolta a questo sport di cui pochi parlano, nessuno commenta, e tutto sembra passare in secondo piano!
Degli altri atleti e delle gare di cross parleremo nei prossimi giorni, visto che tempo sembra essercene.
Anche a La Reunion si è disputata una gara di slalom vinta da Vit Prindis sullo svedese Isak Orhstrom.
Nel settore femminile doppia vittoria per Us che si impone in C1 e anche in k1. Se facessimo un confronto a distanza a livello di percentuali tra l’ucraina Us e l’australiana Fox ci accorgiamo che la prima vince da seduta con un distacco dal miglior K1 uomini del 14.9% mentre la seconda del 9%. In C1 Us vince con 22% e Fox con 14.9% - tanto per giocare con i numeri e capire la grandezza di un fenomeno venuta dall’incrocio di due campioni come lo sono stati mamma e papà!
Occhio all’onda!
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