Macrocicli, ripetere senza ripetere, curiosità

 


Ultimamente sono interessato alla prospettiva nei miei scarabocchi con la matita, in quella che, per me, è una sorta di personale rinascimento artistico. Il disegno mi aiuta a rilassare mente e corpo e provo piacere nel muovere su un foglio bianco la mia mano. La squadra ti aiuta a tracciare delle linee che incrociate con altre ti danno la dimensione della profondità. Così rappresenti la realtà, e magari anche la fantasia, su piani diversi. Per fare una casa si inizia con un rettangolo, poi aggiungi due linee quasi parallele e entri in un’altra dimensione. Nella fotografia sono attratto dai fiori, magari quelli che trovo caduti sui prati e che il vento porta piano piano sempre più lontano infilandoli sotto cespugli ed alberi. Qualcuno, dopo averlo immortalato, lo raccolgo e lo porto a casa, lo mettono in una ciottola d’acqua e così, per qualche giorno, rallegra casa e spirito dei suoi abitanti.

I macrocicli (intesi nella definizione dell’insigne professor Tudor Bompa - 1983) preconfezionati e ben definiti devono essere sempre presi con le pinze, perché altrimenti rischiamo di mettere in secondo piano le reali esigenze dell’atleta e ciò può influenzare negativamente gli obiettivi da raggiungere, come lo stesso scienziato insegna. Immaginatevi di aver pianificato tre settimane di carico seguite da una di scarico seguendo quello ci dice la letteratura che in questo campo è molto ricca. Nel mezzo di questo periodo l’atleta è stanco, non raggiunge i riferimenti che ci siamo prefissati. Nei lavori specifici non lo trovate come magari siete abituati a vederlo: c’è un calo prestativo. Quindi cosa fare? insistere sulla pianificazione fatta, oppure accettare questo e modellare una nuova pianificazione? Credo che non ci siano dubbi sul da farsi! Quindi nel momento in cui si programma bisogna avere l’elasticità e la consapevolezza di capire che stiamo fissando delle linee guida e non stiamo scrivendo una legge indissolubile , direbbero i latini: dura lex, sed lex! I fattori che andranno ad incidere sulle variabili della programmazione sono molteplici. Da quelli personali, affettivi, dai cicli mestruali per le donne, a quelli circadiani, per non parlare della cronobiologia che influenza l’esistenza. Non addentriamoci in tutto ciò, di difficile comprensione, ci basterà però guardare e parlare con i nostri atleti prima di ogni allenamento e capire se sarà il caso di mantenere o modificare quanto pensato e programmato. Date ascolto alle emozioni, valutate le sensazioni, verificate le condizioni climatiche e quelle delle strutture, per non tralasciare nulla nel momento in cui ci si va ad allenare.

Cambiando argomento, anche se per la verità non di molto,  dico che concordo appieno su quanto detto con competenza e scientificità dal docente professor Keith Davids nel corso del webinar organizzato dalla Fick

"Sviluppo delle competenze degli atleti attraverso l’adattamento ad ambienti di pratica dinamici".            

In buona sostanza ci è stato detto di allenare non alla ripetitività del gesto per essere ripetuto, ma ripetere senza ripetere perché una ripetizione meccanica è ormai approvato che è un approccio pedagogico errato. Per farla più semplice e per scriverla come da anni sto facendo su questo blog: il movimento deve essere accompagnato dalla consapevolezza dello stesso da parte di chi lo esegue lasciando i modelli prestativi a chi pensa che ce ne possa essere uno perfetto. Si arriva ad un modello personale e si sviluppa al meglio quello, quindi il nostro lavoro di allenatori sarà quello di trovare i mezzi per far sì che, dall’atleta evoluto all’allievo alle prime armi, si possa fondamentalmente sviluppare la curiosità a trovare il movimento ideale per ognuno e guidarlo in questa scoperta senza pensare di avere noi le soluzioni giuste per lui!

Dimenticavo un bravo anche a Rodolfo Vastola, che coordina per la Fick questi incontri e alla instancabile segretaria federale multi task Ilaria Spagnuolo.

Qualche curiosità dal nostro mondo di pali e di acqua che corre. 

- La prima è quella che a fine Aprile si deciderà la sede dei campionati del mondo di slalom del 2027. Tre le sedi candidate: La Seu d’Urgell (ESP), Vaires sur Marne (FRA) e Cracovia (POL). Qualcuno potrebbe chiedersi, ma le prove iridate del 2025 e 2026? Presto detto quelle post-Olimpiadi saranno a Penrith (AUS) e quella successiva del 2026 non sembrano essere state ancora assegnate. Erano ventilate possibilità negli Stati Uniti ad Oklahoma, ma sul sito ICF e sondando anche tra i colleghi allenatori, la località per il momento è sconosciuta!

- La seconda news è che la lista di canoe che si potranno usare per le competizioni di Kayak Cross è stata resa pubblica. Basterà scaricarla cliccando qui.

- La terza è che sono iniziate le selezioni per alcune nazioni. A Lee Valley è già stata disputata la prima gara delle tre previste e che quindi si svolgeranno fino a lunedì di pasquetta. Esordio sul canale olimpico come da aspettative: vincono  la prima Clarke, Westley e Wood. il primo nel K1M, il secodo nel C1M e la terza nel K1W e C1W. Per seguire i risultati cliccte qui.  In queto stesso week-end selezioni a Oklhaoma per gli States. Settimana prossima di scena la Spagna con le gare a La Seu d’Urgell, mentre in Italia la prima gara di selezione sarà quella di Valstagna il giorno 15 aprile, per proseguire il 22 a Tacen e il 29 ad Ivrea. Avrei tante cose da osservare sui criteri italiani di fare le selezioni, considerando che si forma una squadra per gareggiare ai mondiali sul canale olimpico e si seleziona a Valstagna che tutto si può dire, ma non certo che è un tracciato, specialmente in questo momento di scarsità d’acqua, degno di una selezione senior! Meglio quindi che mi taccia e pensiamo che domani è Pasqua… 

Auguri a tutti!

 


 

 

 

 

 












Commenti

Posta un commento

Post più popolari