The River


Era tempo che non uscivo da Rio dove siamo concentrati con la squadra da più di due mesi. L’occasione è la gara di kayak extreme e kayak cross nella cittadella di Extreme nello stato di Minas Gerais. Uscito dalla città carioca utilizzando la "linea amarela" e imboccata la BR la voce del navigatore mi dice: "continua em fronte per 397 quilômetros e pegue depois 169" e così, per tanti chilometri e per così tanto tempo, non dovrò fare nessuna deviazione su  una strada disegnata con la squadra metrica e  che  taglia in due una  foresta di varie tonalità di verde. Solo ogni tanto qualche gruppo di case sparse qua e là,  probabilmente degli agricoltori che lavorano nelle piantagioni di caffè e banane. Poi radi come funghi ci sono bancarelle colorate di frutta ai bordi di quella che dovrebbe essere una autostrada. Poche le macchine, diversi i camion, nei tratti in salita la strada ha una terza corsia per permettere ai mezzi più veloci di superare agevolmente quelli più lenti. Qualche moto, anzi per la verità un gruppo di harleysti e  mi appare l’immagine del mio amico Albertone che pochi giorni fa aveva postato l’imminente arrivo del suo nuovo mezzo a due ruote che ovviamente non poteva non essere che un Harley  Davidson. Un giubbotto in pelle consunto senza maniche, barba sfatta, stivaletto a punta con tacco e via per le strade del mondo a rincorrere il vento. I veri biker hanno pure i pantaloni in pelle e una bionda da sballo seduta nel retro sedile posizionata mezzo metro sopra loro che scruta l’orizzonte. Tatuaggi ben in vista, quelli giusti con il teschio e con una espressione di sfida stampata in volto. Li supero e mi chiedo chi sarà la bionda, mora, o rossa che cavalcherà la moto con il mio amico sulle strade tricolori! Quando viaggi solo sei immerso nei tuoi pensieri, nei tuoi progetti, nei tuoi sogni. La strada te lo permette e sei avvolto poi da una  musica che  ti dice: 

follow, follow the sun,

the direction of the bird, 

the direction of love 

…take a straw to the nearest waters...

Ed è quello che sto facendo: mi avvicino all’acqua, mi avvicino al fiume è da qui che tutto è partito. Il fiume con il suo Spirito che corre, la sua energia, la sua naturalezza, come si dice da queste parti. Qui ritrovo tutta la mia infanzia, tutta la mia vita, qui respiro l’aria che mi ha formato. Non servono più le parole di qualsivoglia canzone, il suono dell’acqua che scende a valle parla una sola lingua, che conosco molto bene, non ha confini, non deve avere traduzioni o interpretazioni. Mi riempie il cuore e lo spirito, mi fa star bene e mi soddisfa e mi fa viaggiare con  la mente in una milonga in qualche parte del bolognese dove Amur volteggia a tempo di valz, tango e milonga, sorride, abbracci infiniti condivisi, emozioni forti. Nei pantaloni a scacchetti bianchi e neri e con i seni fasciati nel top fucsia la rendono unica e di classe.  Tutto convoglia in quel sorriso che ammalia chi la conosce e che illumina i suoi marini occhi.  Ritorno a tuffarmi su queste acque che fra poco torneranno protagoniste con tanti giovani atleti pronti a danzare un’altra infinita storia: 

... cheerish this moment 


    cheerish this breath 

 

Occhio all'onda! 

 

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