Slovacchi lasciano l'Europeo con un bottino di medaglie mai così amaro

 

il podio della canadese femminile con Delassus (2^) Franklin (1^) e Fiserova (3^)

Ci si aspettava grandi cose dagli slovacchi nella canadese monoposto chiamati a gareggiare davanti al loro pubblico che mastica canoa e hockey da molto tempo e di onde, paletti, e pagaie monopala ne sanno a tronchi come si dice dalle mie parti. Eppure anche i draghi a volte diventano agnellini e si fanno inghiottire dalle loro stesse fauci (leggi acque) e così un Europeo fatto su misura per questi campioni vedono prima l’uscita si scena di Alexander Slafkovsky, che in semifinale  tocca malamente la porta numero 25  (mentre da riva gioisce Paolo Ceccon che così centra la finale se pur con l’ultimo posto disponibile), e poi arriva la finale che non porta gloria agli eroi di casa. Benus aveva impressionato in qualifica, il 4,8% dal miglior tempo assoluto e cioè da Oschmautz, faceva presagire fuochi d’artificio per il lungo pagaiare nato e cresciuto sulle acque del Danubio, ma nell’atto conclusivo, prima tocca due discese consecutive la 9 e la 10 e poi, per farla completa, arriva anche il terzo tocco alla 16: finirà ottavo. Mirgorodsky, che era entrato in squadra lasciando fuori Martikan, parte subito male toccando la porta numero uno in risalita e da lì in poi è solo una affannosa ricerca di recuperare secondi preziosi per rimediare alla penalità. Questa strategia però lo porterà a schiantarsi sulle ultime porte e finire nelle retrovie. E’ tempo di parlare della gara di Raffaello Ivaldi che finalmente trova la strada maestra con colpi potenti e sicuri che vanno a spingere uno scafo che nei pezzi di scorrimento è perfettamente piatto e veloce e nelle rotazioni la coda sembra telecomandata da riva tanto il gioco si presenta così perfetto e preciso. Intermedi che lo collocano davanti a tutti fino a poco prima dell’entrata nella porta 19 in risalita. Qui tocca con la pagaia  un sasso e si capovolge perdendo non solo in concentrazione, ma soprattutto si trova a rimontare in mezzo alla corrente per non perdere la porta successiva. Ricerca l’assetto, fatica un po ma lo ritrova proprio sull’ultima combinazione di porte in discesa che a qualcuno sono costate care. Dispiacere e un po' di rammarico per il pagaiatore della Marina Militare che alla fine dice: «non avevo mai toccato sotto lì su quella risalita ». Finirà quarto ripetendo a distanza di un anno il risultato dell’europeo di Ivrea. C’è comunque da essere positivi vista la serie di belle gare messe in fila quest’anno da Raffy con 2 vittorie in due gare ICF Ranking (La Reunion e Huningue) e altri piazzamenti che confermano la crescita del veronese. Il titolo se lo porta a casa Benjamin Savsek: lo sloveno ha la meglio sul tedesco Sideris Tasiadis e sul giovane Miguel Trave che in questa specialità sa dare il meglio di sé rispetto al kayak dove comunque aveva raggiunto  la finale con l’ultimo posto a disposizione per poi concludere  al decimo posto. Nella canadese in rosa non ci sono sorprese vince, come annunciato da tempo, Mallory Franklin che in ginocchio non si fa tradire dall’emozione e ha la meglio su Delassus e Fiserova. Elena Borghi in finale non è così pulita come in semifinale e finisce in decima posizione. 

Da domani approfondimenti tecnici sull'Europeo che ci ha regalato tanti punti di riflessione. 

Qualche osservazione è già stata espressa dal nostro Sanio Schillacci che ci diletta con le sue analisi sempre attente e precise. Forse però certi concetti dovrebbe spiegarceli meglio e soprattutto magari suggerirci anche come lavorarci sopra per migliorare. 

 

 Occhio all’onda!

Commenti

  1. Caro Ettore, se posso esserti utile lo farò con piacere, a che concetti in particolare ti riferisci?

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