Elena Apel una stella che ha brillato a Bratislava

foto ufficio stampa organizzazione

«E il quinto giorno Dio creò gli animali acquatici e gli uccelli: ecco l’aria riempirsi di canti e di cinguetti e i vari pesci che guizzavano veloci nelle acque»

Ed è proprio nel quinto giorno dei 42esimi Campionati del Mondo di Canoa Slalom che  l’animale acquatico  dà il meglio di sé  con quattro finali mozzafiato e tante, tante sorprese oltre alla consacrazione di una atleta a livello mondiale. 

Partiamo dalla fine e diciamo che Elena Apel, oggi signora Lilik, con tre medaglie vinte (k1 slalom, k1 extreme  argento e un oro C1),  è stata la protagonista di questo mondiale e, se vogliamo, ha leggermente messo in ombra sia Jessica Fox che Ricarda Funk, atlete comunque vincitrici di  un titolo mondiale:  la prima nell’extreme e la seconda nel k1 donne. Apel è  al suo ultimo anno da under 23 ed è entrata prepotentemente  tra le protagoniste in rosa della canoa mondiale, grazie alle sue innate qualità, ma soprattutto, come la vedo io, alla grande passione ed energia condite con la sagacia e la competenza di chi la segue.  Nata ad Augsburg è allenata canoisticamente dal papà Thomas, e ha trovato a Bratislava la giusta concentrazione con una gara superba in C1 oltre alla prova più che ottima nel kayak. La sua finale vittoriosa è di una linearità sorprendente: 6 in retro, un passaggio 8/9 velocissimo e senza esitazioni, il tocco entrando nella risalita 10 non la impensierisce e prosegue lineare nel suo cammino verso il traguardo. Il capolavoro arriva entrando alla risalita 20 con velocità e continuità, situazioni che le permetteranno di affrontare le due ultime discese sfasate con lucidità, equilibrio e soprattutto acquistando velocità per tagliare il traguardo in 97.03 più 2 penalità che significa 99.03, tempo migliore di 0.31 su Mallory Franklin che era la donna, una volta eliminata Jessica Fox, favorita numero uno.  Grande gara quindi per la tedesca che ha effettuato cinque cambi di lato di pagaiata e che sarebbe arrivata 7^ tra i colleghi maschietti. Tra la semifinale e la finale Apel si migliora di tempo di ben 6.97 e non è da tutte! Ma la dimensione della sua prestazione ci arriva se la confrontiamo con la sua gara in kayak, specialità che le ha regalato l'argento. Infatti Elena è stata più veloce in ginocchio che da seduta!
Il titolo iridato nella canadese femminile rimane quindi in mano alle teutoniche passando dalla Herzog alla Apel. Terza Gabriela Satkova, allenata da Buster Busta il quale recentemente ha scritto un interessante libro sulla tecnica e sugli allenamenti per la canoa slalom:
«Za úspěchem ve vlnách» che tradotto è «Per il successo fra le onde»  e a quanto pare sta funzionando.

Dalle semifinali dei C1 escono di scena due possibili protagonisti e più precisamente David Florence e Miguel Trave. Il primo lo conosciamo tutti e sappiamo il potenziale infinito di questo atleta 39enne poliglotta, con tre lauree in tasca, un paio di titoli iridati, due medaglie olimpiche, una moglie e due figli che a Cunovo è rimasto fuori dalla finale per un tocco alla 22. Il secondo è il giovane che più di ogni altro ha entusiasmato nelle ultime due gare di Coppa vincendone una e arrivando terzo nella seconda, parliamo cioè di Miguel Trave, ma  anche per lo  spagnolo i tocchi sono stati fatali.

In finale la differenza si fa  sulle  ultime tre porte che si dimostreranno essere determinanti per la classifica finale. Sarà così per il 38enne Slafkovsky,  visto che  toccando la 22  dice addio ai sogni di gloria in un mondiale che sembrava essere suo. Poi a cadere nel tranello ci pensa il campione del mondo under 23 Nicolas  Gestin, che ha fatto registrare il miglior tempo in finale, ma  anche per  lui c'è il tocco alla  22 che va a sommarsi a quello precedente della 9. Sulla stessa linea è il  campione europeo nonché campione olimpico 2016 Denis Gargaud Chanut butta alle ortiche una gara con due tocchi consecutivi alla 10 e alla 11. Il campione olimpico in carica lo sloveno Benjamin Savsek vola fino alla 21 e poi passa fuori alla porta successiva, quando sembrava che la gara fosse ormai già vinta. Chi invece fa tutto bene è il giovane Vaclav Chaloupka dopo essere entrato nell’atto conclusivo con 4 penalità riesce in finale a scendere con un percorso netto e, nonostante  sia più lento della sua semifinale di ben 2.39, mette la punta davanti a tutti. Incredulo fino alla fine il 23enne ceco numero 21 nel ranking internazionale, che così contribuisce vistosamente al medagliere della sua nazione.

Il mondiale si conclude con le sfide nell’Extreme Slalom e questa volta i protagonisti sono i due atleti che uscivano dalle gare di slalom con le ossa rotte. I veri campioni però non abbassano mai la testa e   guardano sempre avanti al prossimo traguardo così Jessica Fox e Jo Clarke vincono alla grande le prove iridate Extreme rispettivamente nel k1 donne e nel k1 uomini.

La cronaca finisce qui e dai prossimi post tutti gli approfondimenti sul  mondiale.  Tanti, tantissimi punti di riflessione e analisi su cui parlare e discutere.

Occhio all’onda! 

 


 

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