La generazione dei C1 USA hanno influenzato un'intera epoca
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Jon Lugbill, Davey Hearn, Bob Robison, Ken Ford, Ron Lugbill, Bruce Lessels, Jed Prentice e per finire Adam Clawson, sono i protagonisti di un periodo d’oro per gli Stati Uniti d’America e per il movimento dello slalom mondiale. Un gruppo che ha visto a capo di tutto e di tutti un grandissimo allenatore come Bill T.William Endicott che ha avuto dalla sua una qualità non indifferente: lungimiranza nel proiettare sempre in avanti le sue proposte e scelte. Per parlare di lui ci vorrebbe una settimana intera e, forse, non basterebbe neppure un libro per farlo in maniera adeguata. La sua caratteristica è stata quella di non accontentarsi mai dei risultati raggiunti oltre al fatto di offrire le sue conoscenze e il suo tempo a tutti indistintamente. Su tutti emergono due atleti che rispondono ai nomi di Jon Lugbill e Davey Hearn, una sorta di fenomeni nel vero e proprio senso della parola, capaci di trascinare con i fatti e poco con le parole, tanti atleti. In sostanza dietro a queste tre figure si forma un sodalizio di atleti, sempre più numeroso, disposto a trasferirsi in toto, armati di sola canoa e pagaia a Washington d.C., nel quartiere di Bethesda, per allenarsi e per dedicare anni importanti della loro vita al sogno di un risultato sportivo. Si forma una vera e propria comunità e il Feeder Canal (per approfondimenti su questa struttura guardare qui) diventa la palestra e la casa per gli slalomisti americani e anche per molti stranieri. In sostanza la filosofia di allenamento di Bill Endicott si riassumeva in un semplice dixit che non lascia nessun dubbio: "se vuoi vincere i campionati del mondo di sollevamento pesi passa molte ore a spostare ghisa, ma se vuoi vincere quelli in slalom allora dedicati a pagaiare il più possibile".
Si sa che l’unione fa la forza e le idee prendono sempre più sostanza con i risultati che i C1 americani conquistano senza risparmio di energie. In sette campionati del mondo vincono tutte le gare a squadre e nessuno di loro esce dai primi 10 atleti inclassifica, fatta eccezione per il mondiale del 1977 e del 1991. Jon e Davey si alternano sul gradino più alto del podio e per sei campionati del mondo non scendono sotto l’argento.
Sono principalmente due gli elementi che li contraddistinguono: il primo è la quantità di ore che passano in acqua fra le porte da slalom e fra onde e riccioli del Potomac, ma non potrebbe essere differente vista la filosofia che seguivano tutti. A questo si deve unire una grossa competitività creata all’interno del gruppo. Ogni volta che si scendeva in acqua era per fare il tempo migliore e si restava fino a quando le forze non venivano a mancare. Il divertimento era alla base di ogni cosa e chiunque poteva sfidare chiunque. Il modello da seguire era comunque sempre lui: Jon Lugbill esempio per tutti impeccabile in acqua e fuori. A dargli manforte c’era sempre Davey Hearn la mente raffinata del gruppo, era lui che dava concretezza ai progetti di canoe e pagaie che uscivano anche dalle idee dei suoi fidati e incredibili compagni. Un grande atleta di una perfezione e di una meticolosità unica. Ecco come lui stesso racconta l’evoluzione delle canoe: "abbiamo deciso di fare un C1 allargando un kayak nell'autunno del 1976. Avevamo già modificato il Roock-Schmidt C1 per avere una barca con meno volume per scappare meglio sotto i pali, ma era da tempo che stavamo costruendo le nostre barche. Jon Lugbill, Bob Robison e io abbiamo costituito il team di progettazione. Quindi abbiamo usato un Prijon Sanna K1 come punto di partenza e l'abbiamo tagliata per il lungo e abbiamo aggiunto 10 cm di larghezza che si sono assottigliati verso le estremità. Abbiamo avuto problemi tecnici con il modello che non manteneva la forma, ma alla fine ci siamo riusciti e siamo diventati bravi nel modellare lo stucco per carrozzieri! La nostra prima barca è stato il Max II. Lo abbiamo costruito e gareggiato nel 1977. Bob Robison è arrivato 4° al WC Spittal 1977 (n.d.r. con il miglior tempo), con gli altri americani nella top 10. Poi c’è stato il SuperMax nel 1978, l’ UltraMax nel 1979, CudaMax nel 1981, BatMax nel 1983, SuperBatMax nel 1985, l’ExtraBat nel 1987, il Fanatic nel 1989, lo Stealth nel 1991 poi l' F2 nel 1992. A metà degli anni Ottanta diventammo solo noi due a fare le barche, Jon e io. Dopo che Jon si ritirò dalle gare, l'ingegnere David Knight collaborò con me per produrre queste barche: il SexC1 nel 1994 e il SSX sempre nel 1994. Poi il SSX95 1995, Dynamic nel 1995 con cui vinsi il mio ultimo campionato del mondo e in fine nel 1997 il SuperGlide".
In Europa gli Americani si trasformano ben presto in miti ed eroi senza tempo e senza dimensione, si inizia ad imitarli in tutto e per tutto fino ad arrivare a condividere con loro allenamenti e gare. Dettavano le regole del gioco e sfornavano barche in relazione alle caratteristiche del fiume sul quale si sarebbe disputato il campionato del Mondo successivo. Avevano, nel frattempo, iniziato a collaborare anche con Mitchell che costruiva pagaie che sembravano violini usciti dal laboratorio dei migliori liutai come Antonio Stradivari e Giuseppe Guarnieri del Gesù. David Hearn ci dice che fu Jon ad avere l’idea di dare una curva alla pala come in Kayak. Negli anni ’70 in America si usavano le Kober e prima le Norse in plastica, robuste, ma molto pesanti. Quanto Davey Mitchell si trasferì negli States arrivando dall’Inghilterra (lui aveva gareggiato per il GB alle Olimpiadi del 1972) iniziò a costruire pagaie in legno e successivamente il manico venne sostituito con uno in carbonio alleggerendone notevolmente il peso. Tutto questo contribuì a dare una ulteriore svolta in avanti allo slalom.
Un concetto era molto chiaro per Bill, Jon e Davey, quello che faceva un K1 lo avrebbe potuto fare benissimo anche un C1 e da qui in poi i confini tra le due specialità iniziarono a frantumarsi. Battere Jon sul C&O nei 15 secondi on e 45 secondi off per 20 volte era un’impresa impossibile. Era il C1 più veloce che mai sia esistito su questo pianeta. Lui concepiva la gara come un allenamento di "5on5" e cioè 5 percorsi di velocità messi assieme, finiva il primo e partiva subito il secondo senza risparmio di energie, senza che ci fosse un domani, ogni pagaiata rappresentava la chiave vincete dalla prima fino all’ultima. Lui e Davey vincevano i campionati del mondo lasciando i terzi a decine di secondi dietro e nel 1989 ai mondiali del Savage il tempo di Lugbill (205,04) era l’ottavo tempo nel k1 uomini. Anni prima e più precisamente nel 1981 a Bala nella gara a squadre ci è mancato nulla perché battessero a squadre i K1uomini. Il tempo per gli americani in C1, Jon, Davey e Ron Lugbill, fu di 246,02 più una penalità e 246,55 con zero per i britannici Fox, Kerr, Wain. Ron Lugbill ricorda così quel momento: "Io ho toccato la porta. Una risalita. La porta 5, credo. Io ero terzo. Jon e Davey non hanno visto. La mia canoa ha toccato la porta. Sì. Senza questa penalità, noi eravamo primi di tutte le squadre, anche la famosa squadra inglese k-1 di Fox, Kerr e Wain, con 2 campioni di mondo di k-1 nella squadra".
In questi anni la canoa slalom si pone al centro dell’attenzione tanto che Jon viene scelto come atleta dell’anno e la sua immagine in canoa appare su milioni di confezioni di cereali della "Wheaties" e con questa operazione la sua popolarità e quella della canoa slalom passa in primo piano. A questo si unisce il fatto che Bill Endicott scrive il suo secondo libro, infatti dopo "The river masters" arriva "To win the Worlds" dove si racconta e si raccolgono tutti i dati che hanno portato la squadra al successo. Nel 1983 ne seguirà un terzo "The Ultimate run". L'ultimo libro scritto da questo magico personaggio è relativamente recente e cioè del 2014 con "The king of the slalomia".
Ai mondiali in Francia a Bourg St.Maurice nel 1987 ripetono l’impresa del 1979 e cioè quella di avere un podio tutto a stelle e strisce. Si presentano ai mondiali del 1989 sul Savage River in Maryland, quindi in casa, motivati più che mai e sfiorano per poco il podio tutto USA, ma trionfano nella gara a squadre come era ormai abitudine. Questi atleti però avevano acquisito molto in popolarità tanto che lo stesso John Denver, il famoso cantante e compositore di pezzi storici come "Take me home" o "Country Road", incontrò Jon, Ron e Kent in Colorado per una discesa in canoa tutti assieme, dopo che Bill lo aveva conosciuto in aereo tornando dal Campionato del Mondo.
Nel 1990 nasce Kelly la primogenita di Jon Lugbill e qui il campione inizia ad interrogarsi sul suo futuro. Si fanno sentire i problemi alla spalla destra e alla schiena che iniziano a pagare allenamenti pesanti e stressanti. C'è poi un fattore psicologico che inizia a pesargli molto ed è quello di non sentirsi più creativo come un tempo e con i percorsi più corti il suo margine di errore si riduce moltissimo e tanti atleti possono sul corto essergli molto vicino. Inizia il declino con i mondiali del 1991 con alle porte le Olimpiadi che però affronta con il massimo impegno. Jon Lugbill finisce 4^ per un tocco alla porta 23 e così non riuscirà a conquistare l’unico successo che è mancato nella sua lunga carriera fra i pali dello slalom. Vinse in quell'occasione Lukas Pollert che gareggiava sotto la bandiera della Cecoslovacchia.
Jon si ritira dopo i Giochi, farà ancora una apparizione al mondiale del 1995 dove solo per un tocco non vinse. Il suo tempo di 2'13"59 era il migliore, ma un tocco gli impedì di conquistare quello che avrebbe potuto essere il suo 6^ mondiale individuale. Vinse il suo compagno di una vita e cioè Davey Hearn che esattamente 10 anni dopo torna ad essere il Campionde del Mondo. Jon a questo punto chiude definitivamente con la canoa e si dedica agli altri come direttore esecutivo nella fondazione "The Sports Backers" e anche qui conquista grandi successi, infatti questa no-profit che si dedica a far stare bene le persone con lo sport è stata nominata per ben 4 volte la migliore Commissione per la salute in America.
"Mi piace pensare che la mia carriera di canoa mi abbia aiutato ad affrontare le sfide nel resto della mia vita - ci dice Jon e prosegue - nonché la mia carriera alla guida dei sostenitori dello sport. Intorno a Richmond non sono molto conosciuto per i miei successi in canoa, ma piuttosto per il mio lavoro che ha ispirato la vita attiva in tutti gli angoli della nostra città. Mi piace pure pensare che sono riuscito a fare due belle cose molto diverse nella mia vita e questo è una grande soddisfazione e stimolo a fare sempre meglio".
Ritirato Jon Lugbill e Bill Endicott, che per molti anni lavorerà a stretto contatto alla Casa Bianca con il presidente Bill Clinton, gli Stati Uniti non riuscirono più a trovare una generazione che potesse rinverdire i trionfi del passato, ma per farlo non basterebbero 100 anni di gare. Jon, Davey, Ron, Bob, Kent, Bruce, Jed e Adam con Bill hanno fatto sognare migliaia di persone, hanno dato senso a tanti atleti che sul loro esempio hanno vissuto ogni giorno come se non ci fosse un domani! A tutti loro va un infinito e sincero grazie.
Dovrà passare ancora qualche anno prima che la specialità della canadese monoposto possa ritrovare i nuovi "game - choser", ma di questo parleremo nella prossima puntata.
link consigliati per un approfondimento:
- World Championships Janquire 1979
- World Championships Savage 1989
… fine seconda parte
Jon Lugbill con il caschetto che caratterizzò il suo stile e quello di tutti gli americani per molti anni. |
Jon Lugbill entra a far parte del gota dello sport a stelle e strisce, diventa testimonail di una delle più grande marche di cereali negli USA. |
a destra Bill Endicott con Richard Fox durante nella premiazioni degli Oscar della Pagaia. |
Io ai Campionati del Mondo del 2014 a McHenry con Bill e Abigoll, la moglie del grande coach americano. E' lei che ha scritto e cantato l'inno dell'ICF che è sempre attuale . |
Davey Hearn in azione sotto alle Great Fall - sono stati loro a inventare la play boat, ma con le canoe da slalom! |
Jon Lugbill ai campionati del mondo del 1979 la foto sarà anche la copertina del libro di Bill Endicott "To Wind the Worlds" . |
Articolo stellare, racconto bellissimo, grazie
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