Lang, Pollert e Marriott i C1 del decennio successivo a quello USA

terza parte Storia di C1 uomini prosegue dal post precedente

Questi tre fenomeni avevano molte cose in comune... non ultima il caschetto! In quell'epoca andava alla grande il copricapo francese costruito molte volte dagli stessi atleti. Poi cambiò il regolamento e la cosa non si poteva più fare.

Il campionato del mondo che segna la fine degli americani come squadra porta la data dell’anno domini 1991 e spunta su tutti Martin Lang. Il tedesco  ci confessa che guardava gli americani come modello, di  Jon Lugbill ammirava la sua la voglia di sperimentare e di guardare dentro se stessi per riuscire ad esprimere tutto il potenziale. Il campione teutonico, che vincerà il mondiale a Tacen nel 1991 e quello successivo nel 1993 in Val di Sole, si sente di dire che molti atleti hanno fatto l’errore di cercare di battere lui e non di capire che cosa loro avrebbero potuto fare realmente. Una caratteristica di questo atleta è stata quella di lavorare intensamente anche sui materiali a partire dalla canoa, pagaie e pure abbigliamento che riteneva importante per una grande performance. Ecco quindi che nascono le collaborazioni  con Hartmut Moll, con Tony Prijon e anche con Langer. Il tedesco,  nato al confine con la Francia a Saarbrücken il 14 giugno del 1968, si presenta alle Olimpiadi del 1992 tra i favoriti considerando il fatto che stava vincendo molto a livello internazionale; è  sua infatti la  Coppa del Mondo,  ma nella  gara a cinque cerchi le sue due manche sono segnate da troppi errori e arriva la  grande delusione  con il solo sesto posto. A distanza di 28 anni e intervistandolo oggi, si percepisce che quel risultato negativo fu comunque di stimolo, tanto che lo portò l'anno successivo a dominare in Val di Sole un mondiale che possiamo considerare come l’ultimo dell’era di mezzo della Canadese monoposto. La rivincita olimpica sarebbe dovuta arrivare  ad Atlanta quattro anni più tardi con  una vittoria o una medaglia che sembrava sua fino a poco dall’arrivo. Un errore fatale gli fa perdere questa possibilità. Purtroppo iniziano a  farsi sentire i problemi fisici alla spalla e alla schiena e nel 1998 nasce il suo primo figlio. La grande delusione però arriva nel 2000 alle gare di selezione per la squadra tedesca in vista dei Giochi Olimpici di Sydney. In Australia a rappresentare la grande Germania ci andranno Stefan Pfannmöller e Sören Kaufmann che finiranno rispettivamente 5^ e 6^ nella gara vinta da Tony Estanguet, ma eravamo già entrati in un’altra epoca che caratterizzerà gli anni futuri fino ai giorni nostri e di questo parleremo nel prossimo capitolo.
Non sarei esaustivo  però se non citassi in questo terzo periodo storico della canadese monoposto altri due atleti che per le loro caratteristiche hanno segnato, con gesta leggendarie, questa transizione dallo strapotere a stelle e strisce ad oggi.
Il primo è senz’altro Lukas Pollert campione olimpico nel 1992 e secondo nel 1996, argento iridato nel ’97, vincitore della Coppa del Mondo nel 1993. Il secondo è Gareth Marriott con tre Coppe del Mondo vinte (’91/’94/’95), un argento Olimpico (’92),  un argento (’93) e un bronzo iridato (97). Un carriera internazionale la sua  iniziata con i mondiali Junior nel 1987 e terminata nel 1997.
Questi due atleti classe 1970, 24 marzo il primo e 14 luglio il secondo, hanno avuto molte cose in comune. La prima sicuramente è stato il talento che madre natura ha regalato loro fin dalla nascita.  Mentre la geniale pazzia nell’interpretare questa specialità è stata la  loro arma migliore: sregolatezza e dedizione, prestanza fisica e tecnica, passione e menefreghismo, sacro e profano. Un mix che li ha resi vincenti e unici per oltre un decennio.
Lukas Pollert nel 2000 alle selezioni per le Olimpiadi, a Trnavka e Praga, è dietro per due volte a Tomas Indruk,  perdendo così  l’occasione di partecipare alla sua terza Olimpiade. L’ultima gara per lui saranno i Campionati Europei in Val di Sole,  dove conquista un bronzo dietro a Tony Estanguet, vincitore, e a Jurai Mincik, argento.  Lascia lo slalom per la grande delusione e si dedica a fare il medico. Anche Martin Lang abbandona la scena nel 2000 per la mancata partecipazione a Sydney dove avrebbe potuto giocarsi anche lui le sue carte nella  terza partecipazione a cinque cerchi.

Gareth Marriott,  che è nato a Mansfield nella contea del Nottinghamshire, una cittadina di poco più di 100 mila abitanti, lascia la canoa slalom dopo il bronzo mondiale conquistato a Tres Coroas (Brasile) nel 1997. Interessante la sua storia sportiva infatti   agli inizi degli anni ’90 faceva parte di un gruppo di allenamento decisamente particolare e di successo formato da Richard Fox, Miryam Jerusalmi, Melvyn Jones e Elisabeth Micheler. Cinque atleti che assieme hanno vinto mondiali,  olimpiadi dettando pure le regole del gioco. Il leader conclamato era sicuramente Richard con il quale tutti andavano in perfetto accordo anche se ogni decisione veniva presa come gruppo. Il problema nacque dopo il 1993 quando cioè il cinque volte campione del mondo britannico, Riccardo La Volpe, si ritirò con il suo ultimo titolo iridato al collo. Nel frattempo in Inghilterra  nel 1994 la Lotteria Nazionale diventa lo sponsor di tutto il movimento sportivo dettandone regole e comportamenti. Agli atleti veniva  richiesto una sorta di programma di che cosa avrebbero voluto fare e di che cosa necessitavano per vincere le medaglie. Questo sistema, che però entrò a regime solo nel 1998, aveva messo in subbuglio tutto il movimento, specialmente quegli atleti che come Marriott erano abituati a fare tutto da soli con i pochi soldi racimolati grazie alle medaglie vinte. Lui tra il ’91 e ’92 aveva avuto solo per un biennio un allenatore fisso che era Hugh Mantle, ma ogni decisione sportiva e non aspettava solo a lui. Alle Olimpiadi di Barcellona, e più precisamente sul canale di La Seu d’Urgell, perse l’oro per un tocco alla porta 13, ma riuscì a vincere un argento assai prezioso dietro al rivale di sempre Lukas Pollert.
I soldi statali inglesi mettono in movimento un sistema che, secondo il campione inglese, non era ancora pronto a gestire atleti nati dal nulla.  Gareth entrò in crisi  perché sentiva minata la sua libertà personale  e cosi a soli 27 anni decise di chiudere il capitolo canoa e ritirarsi. Peccato perché sicuramente, a tre anni dai Giochi di Sydney, avrebbe potuto essere tranquillamente tra i protagonisti  dopo l’argento del ’92 e il 4^ posto del ’96.

… fine terza puntata 





Il podio C1 men ai Campionati del Mondo di Tacen (YUG) 1991 da sinistra A. Clawson al centro M. Lang e a destra J.Avril



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