Le magie esistono
Fabien Lefevre in finale alla risalita 17 |
No, no! Non non ci siamo, proviamo così:
"Pubblico in visibilio oggi in cima alla montagna del lago Deep Creek", mah! neppure così mi sembra adeguato
Forse potrebbe andare con:
"Giornata incredibile per la storia della canoa slalom un solo uomo in cima al mondo" e poi proseguo con la cronaca della giornata.
No, no, non mi piace, troppo anonimo. Ci sono! Metto nome e cognome e poi un aggettivo, uno solo non voglio essere banale, neppure dispersivo o eccessivo. Devo trovare quello giusto però. Ho il nome e il cognome, ma per la scelta di un solo appellativo si complica perché ce ne vuole uno che posso riassumere tutto quello che questo uomo è riuscito a fare nello slalom dal 2002 a oggi e... non è poco. Dodici anni incredibili per lui, per lo slalom, per il nostro sport, per l'umanità, per il mondo intero. Mi rendo conto di essere limitato, mi piacerebbe essere come Dario Puppo, Gianni Clerici o Federico Buffa, loro troverebbero le parole giuste per raccontare quanto oggi abbiamo assistito come testimoni oculari. Ero a metà percorso appollaiato su un pietra e il mondo mi girava attorno collegato direttamente oltre oceano con Zeno e Raffy... che spettacolo la tecnologia. Ed è su quella pietra che ho riavuto un'emozione forte come quella che avevo provato 25 anni fa seguendo e vivendo in prima persona la gara di Jon Lugbill sul Savage River. La storia ritorna anche se lo confesso è un'altra storia.
Nessuno, ripeto nessuno è riuscito nell'impresa di vincere medaglie iridate in tutte e tre le discipline olimpiche della canoa slalom. Non esiste uomo sulla faccia della terra che possa dire come lui di essere campione del mondo in tutte le specialità. Ripeto nessuno! Solo lui è un campione del mondo in K1, C1 e C2. Forse qualcuno avrebbe il coraggio di dire che in C2 è si campione del mondo, ma a squadre. E io dico, a coloro che obiettano ciò, due volte campione del mondo a squadre in C2 e due argenti iridati in questa specialità nella prova individuale.
Il kayak lo ha rivoluzionato lui. Infatti, è grazie a questo atleta, se oggi la tecnica si è così evoluta e la gara tra i paletti dello slalom ha preso una precisa direzione. Nella canadese biposto è partito dal nulla ed è arrivato al top più velocemente della luce. In C1 ci ha impiegato un po di più, ma alla fine ha ottenuto il massimo. Se ci penso a mente fredda la cosa mi sembra impossibile. Come può un atleta nato in kayak e con il quale ha vinto due mondiali oltre a due medaglie olimpiche senza contare tutta un'altra serie di successi, riuscire poi a cambiare specialità, mantenendo comunque il primo amore con ottimi risultati (in finale l'anno scorso e quest'anno) e vincere i campionato del mondo davanti agli specialisti della disciplina nati e vissuti in ginocchio? C'è qualcuno in grado di spiegarmi tutto ciò? Io fatico non poco a darmi una risposta, eppure non sto sognando è successo veramente. Oggi è stato semplicemente fantastico a partire dalla semifinale che ha dominato. Sembrava volasse. Aggrediva le porte una per una e passava oltre senza guardarsi alle spalle, senza tremori o paure. Ecco il suo vero successo, la sua vera forza, la sua spinta interiore è la sua capacità di non mollare mai davanti a nulla e a nessuno. L'ho visto, in questi anni, allenarsi duramente, scendere dal K1 e montare subito sul C1. L'ho visto arrivare per primo e andare via per ultimi su molti campi di gara, guardando sempre avanti, superando momenti estremamente difficili e con la decisione di scappare via dalla Francia per approdare nella terra dello zio Sam. Una Francia che lo aveva deluso, abbandonato, dimenticato. Se la semifinale per molti poteva sembrare un capolavoro, la finale è stata l'apoteosi. Un sunto di tecnica, forza fisica e mentale. Una enciclopedia vivente con pure il CD in allegato. Lo scrivevo alcuni giorni fa: l'istinto del kayakista si sta trasformando in quello di un C1 considerando il fatto che l'avevo visto cambiare lato di pagaiata molto meno di un tempo. Infatti in semifinale e finale ha cambiato lato solo una volta: tra la 15 e la 16 passando da destra a sinistra. Neppure la combinazione 18/19, che ha visto spegnere a molti i sogni di gloria, ha messo in discussione il suo stato eccelso di oggi. Due discese fotocopie, due, lo ripeto, opere d'arte da rivedere, assaporare e raccontare nelle future fredde notti invernali con un buon cognac fra le mani e con i nipotini che ti guardano ad accendere il fuoco nel caminetto.
Ah! Forse ci sono, posso partire così per il post di oggi 20 settembre 2014
"Fabien Lefevre semplicemente magico!"
... scusate per l'aggiunta dell'avverbio, ma ci stava bene.
Potrei dire anche che la pagina di storia scritta oggi non si è fermata qui e si è ripetuto quello già successe nel 1951 ai mondiali di Steyer (Austria) quando tre atleti della stessa nazione, per l'appunto l'Austria, presero tutte e tre le medaglie nel k1 men con Fruhwirth (1^), Pillwein (2^) e Sausgruber (3^). Oggi a ripetere quella memorabile impresa sono stati i francesi nel k1 uomini con Neveu (1^), Combot (2^) e Biazizzo (3^). La cosa era già riuscita invece nella canadese monoposto (1979 e 1989 con la squadra USA) e nel kayak femminile (1993).
Gli slovacchi si stanno invece avvicinando al record degli americani per vittorie consecutive nella prova iridata a squadre nel C1 maschile. Infatti è da 5 edizioni che Slafkovsky, Martikan e Benus vincono questa prova. Gli manca ancora una medaglia per eguagliare gli uomini a stelle e strisce.
Lo sento non ho scritto nulla di Giovanni De Gennaro, bravo con il suo sesto posto, in teoria secondo come nazione, considerando i vari mercenari transalpini scappati a gareggiare per altre nazioni. Non scrivo nulla del dramma che abbiamo vissuto con Ana Satila per una assurda protesta del team inglese nei suoi confronti per un 50 non dato all'ultima porta che l'ha lasciata fuori dalla finale e che non esisteva, come avevano riportato nei loro statini i due giudici di porta e il video-judge. Magari a mente più fredda e meno cattiva commenterò anche la decisione presa dal presidente del boarding dello slalom che è andato contro il regolamento. Ci sarà tempo anche per questo.
Chiudo dicendo che ho avuto l'onore di preparare la cena al presidente dell'ICF, José Perurena, che con il presidente brasiliano Joao Tomasini e il presidente italiano Luciano Buonfiglio sono stati graditi ospiti a casa nostra per una, spero, buona carbonara assaporata con un merlot californiano. Come dolce: fragole con panna.
Occhio all'onda!
Foto ricordo per il Team Brasile di Slalom con il tesorirere ICF Luciano Buonfiglio, con il 3^ Vice Presidente e con Josè Perurena presidente ICF e membro Cio |
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