Un colpo in meno per essere più veloci



A Tacen sul lato sinistro del canale di allenamento c’è una panchina. Ci si siede volentieri e si possono osservare gli atleti che si allenano o che si riscaldano prima di scendere in acqua sul canale di gara. La panchina è semplicemente formata da cinque legni orizzontali appoggiati su due sostegni di cemento. E’ comunque  carina e protetta dagli alberi. Non lo so se è stato il momento, oppure la stessa panchina, ma mi è venuto un pensiero che ovviamente condivido con piacere. Si tratta di una riflessione tecnica. Molte volte ci si sforza a spingere forte sulla pagaia e magari non ci si concentra sulla velocità effettiva della canoa. E’come se in formula uno ci si preoccupasse più di consumare benzina possibile che essere veloci. Il maggior consumo non è sinonimo di velocità, anzi diventa un elemento sviante come può diventare la frequenza di pagaiata. Ad ogni colpo tirato in acqua
deve corrispondere una reazione specifica per quell’azione, mentre a volte anche atleti di alto livello cadono nel tranello e nell’equazione tanti colpi, maggior velocità, minor tempo. Tutto ciò accade spesso nelle porte in risalita. Infatti la preoccupazione di molti è tirare velocemente il Duffek (aggancio alto) per passare alla pagaiata larga dalla parte opposta, perdendo così il vero obiettivo che è quello di far ruotare velocemente la coda della canoa per uscire il prima possibile dalla risalita. Si pensa di risolvere il problema di velocità aumentando il numero di colpi, ma in realtà bisogna lasciare la pala in acqua il più a lungo possibile al fine di creare il vero fulcro di rotazione. Se noi andiamo a togliere repentinamente il punto in cui si appoggia la rotazione della barca significa perdere completamente contatto con l’acqua. A questo punto la canoa bloccherà la sua rotazione fermandosi oppure uscendo troppo alta dalla porta perdendo così metri preziosi verso il traguardo. 
Si parte normalmente dall’acqua piatta per allenare questo gesto e per capire esattamente la funzione e l’utilità di tenere la pala in acqua. Poi passando in corrente cercheremo di capire la reazione che la canoa ha quando estraiamo la pala lasciando libera la canoa di rispondere a quell’impulso.  
Molte volte l’impulso di pagaiare con maggior frequenza è dato dalla voglia di soddisfare gli stimoli che ci arrivano dal cervello che vorrebbe fare sempre di più, nascondendo viceversa le informazioni che riceviamo dalla canoa e dalla pagaia che ci chiedono solo di essere lasciate libere di correre sulla corrente o di fare più presa sulla stessa. 

Occhio all'onda! 

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