Comunicare senza parole
Quando ti parla di opere murarie, di restauro, di nuove possibili strutture, di dove inserire la foresteria, gli spogliatoi o le palestre non lo fa con la bocca ma usa solo il cuore, il sorriso e gli occhi. Anch’io, che faccio fatica a distinguere una sezione da un quadro o da un progetto, quando lo vedo in azione sul suo campo mi animo, mi entusiasmo, mi eccito, mi rincuoro. Eppure non è facile trovare nelle amministrazioni pubbliche personaggi di questo genere con carisma, idee chiare, competenza e soprattutto grande, grandissima passione e dedizione. Lui è Costanzo Tovo dirigente dei lavori pubblici del Comune di Verona, uomo dai tratti gentili e con la grande passione per l’architettura. Nel passato ha cercato gloria nel calciare una palla e, se pur di talento, ha dovuto convergere nello studio per le tante ossa rotte. Di quel sogno però è rimasto lo spirito intatto e puro, traslato su quelle opere che potranno far sognare tanti giovani per un futuro fatto di salti, pagaiate, corse e pedate dietro ad un pallone, inseguendo fama e gloria sportiva.
L’altro giorno, tra una faccenda e l’altra, ci ha illuminati sul recupero e il restauro del palazzo della ragione di Verona, oltre 18 milioni di euro di intervento in collaborazione con lo studio Afra e Tobia Scarpa e con l’ingegnere Cocco. L’entusiasmo con cui ci parlava del suo famoso collega architetto Scarpa e la serie di particolari su Giandomenico Cocco mi ha stimolato e incuriosito non poco. Scarpa lo ha dipinto in modo così pittoresco che mi ha spinto a cercare in rete dettagli e particolari su quest’uomo che, dall’idea che mi sono fatto, non è un semplice architetto che si limita a fare i suoi progetti, ma sembra più un artista di bottega. Idee chiare e soprattutto cura dei dettagli all’inverosimile: una sorta di Fellini per il cinema. Il mestiere che si mescola all’estro e all’arte. Così, lasciando libertà alla fantasia per seguire il filo logico del nostro narratore, concretizzo la vita di questo genio che si può considerare un vero e proprio figlio d’arte. Ricordo anche che mio papà mi parlava di Carlo Scarpa padre di Tobia e di come aveva pensato e poi realizzato la sede centrale dell’allora Banca Mutua Popolare di Verona di piazzetta Nogara. Ho miscelato quindi i racconti paterni con quelli freschi ed effervescenti del mitico architetto Tovo e mi sono immaginato un ragazzino che seguendo il padre tra un cantiere e l’altro e uno schizzo tra un piatto di pasta e magari una partita a carte è cresciuto fra progetti, idee e opere architettoniche. Sentire poi decantare particolari, finezze, dettagli su opere pubbliche, su interventi così particolari, capaci di esaltarci e di esaltare tutto ciò che ci circonda non può che convincermi sempre di più che, se ci sono idee, buona volontà e perseveranza, si può rendere migliore il futuro sportivo della nostra piccola ma bella Italia, grazie a uomini, amministratori e politici che credono veramente nel loro lavoro che diventa non più semplice mezzo di sostentamento per il pane quotidiano, ma una vera e propria missione divina.
La capacità poi di essere in grado di coinvolgere e trasmettere questa opportunità e passione su tutti i loro collaboratori e tutti coloro che vengono di volta in volta coinvolti fa il resto e diventa la carte vincente per le nostre future generazioni.
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
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nella foto: da sinistra ing. Luca Guarino, dott. Bruno Panziera, arch. Costanzo Tovo, dott. Luciano Buonfiglio, arch. Claudio Battistini, durante il sopraluogo al futuro centro d'eccellenza in zona Chievo (VR) l'11 marzo 2010
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