Cavalieri subito!
Mi verrebbe da lanciare un appello, un proclama, un editto. Mi verrebbe da urlare ai quattro venti non fatevi scappare anche questa occasione signori federali. Aprite le vostre menti e i vostri spiriti, salite sulla cresta dell’onda e cavalcate la corrente, spingete sulle vostre pagaie per mantenervi la sedia, che a quanto pare vi è tanto cara, se non lo volete fare per il bene della canoa azzurra, allora fatelo per voi… ma non fatevi scappare anche questa possibilità, non perdete il treno, non scialacquate risorse costruite in tanti anni di lavoro, passione, dedizione, successi e perché no anche fortuna. La canoa discesa ha chiuso un lungo ciclo aperto tanti anni fa con Perli, Previde e poi via via con Ceccato, Ferrazzi, Mulazzi passando da Pontarollo, fino a Panato e Mercati. Lo avevo già scritto cantando lodi e gloria all’umbro Carletto che sembrava trasmigrasse dal Gruppo Sportivo Forestale ad un club civile dopo la forzatura, personalmente non compresa, del club giallo-verde. Lo immaginavo o meglio lo avrei voluto vedere ancora una volta lottare con gli specialisti mondiali con l’orgoglio che sempre lo ha contraddistinto. Lo avrei voluto vedere ancora in nazionale con la casacca senza stellette come fece il buon Cesare e l’anziano Marco. Ma, devo essere onesto, neppure la mia anima ci credeva tanto in questo ultimo canto del gallo, in questo gesto da cavaliere della tavola rotonda alla ricerca del sacro Graal. Di Panato sto scrivendo le eroiche gesta e ho la fortuna di sentirlo e vederlo tanto spesso quanto il tempo me lo permette. Lo confesso sentire o veder il “piccolo pagaiatore dei gorghi dell’Adese” ogni volta che ritorno a casa è una mia necessità per ricaricarmi di energia, di saggezza e di semplicità. La sua vita è di esempio, la sua gloria è l’orgoglio di molti. Il lavoro che sta facendo al club è importantissimo, come è fantastico, unico e magico ciò che è riuscito a trasmettere alla sua piccola Alice, nata tra due braccia possenti e circondata da pagaie, canoe e fiumi. Bello vederla in classifica a Città di Castello, diffidate di chi parla di canoa e non è seguito neppure dai propri pargoli, perché la passione, la gioia delle emozioni si trasmette senza volerlo semplicemente vivendo per e con un ideale. I cuccioli d’uomo sono come gli animali che fiutano il pericolo o l’amore, la tranquillità o il terrore. Nulla si insegna, tutto si trasmette epidermicamente.
Vi prego signori illuminati, sapienti o improvvisati amministratori dello sport nazionale, non dimenticate Carlo Mercati, non perdete l’energia di Vladi Panato, non lasciate che il tempo raffreddi gli animi e faccia dimenticare le imprese eroiche e i giorni di festa di cui tutti noi abbiamo gioito e goduto. Abbandonate l’orgoglio richiamate a Camelot Sir Lancelot du Lac, ricordate l’aiuto che il padre gli aveva dato in gioventù a Re Artù e ordinateli Cavalieri senza aspettare il giorno di San Giovanni!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
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nella foto in alto Vladi Panato con la famiglia -
in basso da sinistra Vladi Panato, Robert Pontarollo, Marco Salogni, Mariano Bifano; Carlo Mercati e Francesco Arenare ai campionati europei discesa a Chalaux (Francia) 2005
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