Ortensie profumi di casa
Le ortensie in fiore al campo di slalom del “Mangaho National Wild Water Centre” mi hanno riportato a casa! Anch’io custodisco delle piante di questo splendido fiore in giardino a Verona ereditate dal signor Sinico che ho avuto l’onore di conoscere. Raffy è contento della sua nuova pagaia da C1 e ieri, su Skype, mi faceva notare che finalmente riesce a sentire bene l’acqua e tirare l’aggancio come piace a lui. Zeno fatica non poco a riprendere i ritmi invernali e Amur tra scuola e figli non ha molto tempo per rassodare i suoi glutei! Basta veramente poco alla mente per scappare a casa: un profumo, un colore, un oggetto e il teletrasporto non è più un sogno!
Il campo di slalom è a mezzora di macchina da Palmerston North, una strada lunga e stretta direzione sud tra pascoli e grandi montagne all’orizzonte. Case se ne incontrano poche al contrario delle pecore, tutte belle tosate intente a rifocillarsi all’aria aperta in quei pascoli che sanno tanto da Mulino Bianco! Lasciata la 57, all’altezza del villaggio Shannon, si entra in una valletta che prende il nome di Mangaho e la si percorre praticamente fino alla centrale idroelettrica, ai piedi della quale esce il fiume che dà vita al percorso di slalom. La centrale è del 1924 il campo per la canoa è datato 1970. Un tracciato che definirei simpatico, niente di più, ideale per le giovani leve. Una portata di 12 metri cubi e mezzo e con poco più di 30 porte. La Federazione della Nuova Zelanda ha dato vita ad un progetto di sviluppo dello slalom per i giovanissimi: sono partiti con un training camp di due settimane a Penrith – Australia - per una ventina di atleti e ora a casa per alcune gare e per proseguire gli allenamenti con il tecnico francese che hanno ingaggiato per rilanciare il settore. Il gruppo è formato da una decina di ragazzine, alcuni C1 e un paio di C2. I Kayak lavorano separatamente con gli atleti senior di esperienza.
Noi ci fermeremo qui fino a lunedì prossimo e cioè fino a dopo la gara per trasferirci poi a Kaituna – Rotorua. Queste due settimane con noi- Eoin Rheinisch e il sottoscritto - anche il britannico Huw Swetnam. Di lui vi avevo già parlato più di qualche volta, un tipo simpatico dalle lunghe leve e che apprezza parecchio la cucina italiana! Per Eoin avere un compagno di questo livello per condividere fatiche e quotidianità è un bello stimolo!. Noi stiamo lavorando molto sull’aspetto tecnico, l’obiettivo è pagaiare sempre con molta intensità e ciò costa fatica fisica e psicologica. Recuperi quindi più lunghi e analisi dei percorsi sempre approfonditi. Anche la scelta di una lavoro non troppo pesante in palestra ha questo specifico obiettivo e cioè quello di stimolare l’aspetto neuronale senza affaticare però eccessivamente la muscolatura. Privilegiamo il lavoro veloce perché ritengo che il “mio irlandese” possa migliorare sotto questo punto. Ecco perché abbiamo adottato il sistema che normalmente è conosciuto come metodo bulgaro: carichi pesanti poche ripetizioni. In canoa ho riscontrato maggior dinamicità, ora dobbiamo mantenerla. Il cambio di sede di allenamento ha offerto maggiori spunti su cui lavorare. Era parecchio tempo che non ci si allenava su un fiume naturale e mi rendo conto che offre sempre stimoli diversi da rinfrescare, da sfruttare. Allenarsi poi sapendo che fra poco si indosserà un pettorale per una competizione è una buona cosa perché ci si deve sempre ricordare e tenere in evidenza che l’allenamento è finalizzato a ciò.
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
Palmerston North – New Zeland 26/01/2010
… segue 11^
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