Sicuro successo risotto, tiramisù e dinamicità


In Australia è facile conquistare i locali: preparate un risotto con le fragole e come dessert un tiramisù e il gioco è fatto! Se poi servite anche un caffè macchiato con tanto di schiumetta siete sicuri che vi terranno in alta considerazione anche per il prossimo 26 gennaio, cioè per il tanto discusso Australia Day. Pensate che qualche giorno fa sono stata a Mulgoa dalle Schoenstatt Sister of Mary, dove ero alloggiato sia nel 2004 con la squadra italiana sia nel 2008 con la squadra spagnola. E’ un complesso dove ci sono camere e cucina nell’ambito di un ordine religioso fondato in Germania il primo ottobre del 1926 da un certo padre Joseph Kentenich. Quando mi hanno rivisto mi hanno subito associato alle due specialità culinarie che ho avuto modo di preparare alle Sorelle per avvicinarle ancora di più a Dio e mi hanno chiesto quando sarei andato per fare il tris che a tutte le suore era piaciuto parecchio!
Ma questa è un’altra storia, quella che invece vi voglio raccontare ovviamente, guarda caso, è dipinta dai colori dell’acqua e come protagonisti ci sono, tanto per cambiare, i canoisti. Il canale di Penrith si sta decisamente animando, siamo passati da un’ora sola alla mattina e un’ora al pomeriggio dedicata allo slalom a turni da quattro a sei ore per giorno. E’ arrivato un nutrito gruppo di giovani della Nuova Zelanda animati da uno spirito decisamente pittoresco, ma nello stesso tempo pronti a lanciarsi senza paura in un canale che per domarlo bisogna cercare di carpirne tutti i segreti e trucchi. Perché di aspetti nascosti ce ne sono tanti e te ne accorgi mano a mano che gli atleti si affaticano e perdono la brillantezza delle prime discese. C’è chi si dispera sbattendo la pagaia sulla canoa, chi se la prende con le indifese porte da slalom, chi contro se stesso, chi ingoia il rospo e fa finta di nulla salutando la telecamera con un bel sorriso e una linguaccia.
Mi permetterei di dire e sottolineare che la qualità che viene più esaltata su percorsi così impegnativi e particolari è la dinamicità dell’azione del corpo. E’ anche l’aspetto che più mi entusiasma specialmente nei kayak più che nelle canadesi che, per forza di cose, dinamiche lo sono sempre.
E’ fantastico mettere una serie di porte sfasate a palo singolo e costringere gli atleti a trovare soluzioni basate principalmente sulla loro abilità di muovere velocemente ed esclusivamente il busto senza far intervenire cambi di angoli alla canoa o il suo assetto. L’azione complessiva risulta pulita e lineare, certo il gioco è millimetrico e l’attenzione deve essere sempre alle stelle, ma è qui che molto spesso si vincono o si perdono le gare. Se nelle risalite diventa un gioco di equilibri, nel resto della discesa, su un tracciato di slalom, la differenza si fa sulle linee e sulla conducibilità del mezzo. Mi spiego meglio. Cercare di accorciare sempre la strada da percorrere forse non sempre è la soluzione migliore, ma diventa fondamentale quando ci si trova di fronte ad una serie di porte in discesa molto ravvicinate e sfasate fra loro. Ecco che a questo punto scatta l’abilità di mantenere la canoa piatta e su una sorta di binario retto, mentre a prendere la porta ci va solo il busto coperto dalle spalle e dalla testa. Vederlo fare è qualche cosa di emozionante, di magico, di … veramente dinamico! E’ come vedere un ghepardo che azzanna la gazzella, come il coccodrillo che spalanca le sue fauci per scacciare il pericolo, come la picchiata di un falco pellegrino per tramortire la sua preda, come una tripla sugli sci di Grange o di un Tomba ai tempi d’oro… credo che a questo punto possa essere chiaro a tutti: è veramente qualche cosa di eccitante, un elemento su cui bisogna lavorarci molto, anche se spesso e volentieri è una dote naturale che si ha oppure no.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Penrith – Australia 12/01/2010 41° gradi – Wonderfull Slalom traning camp!

… segue 4^

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