...Aspettando i Mondiali di Slalom - 35
Sono veramente contento della giornata di allenamenti di oggi!
Ieri sera, dopo la cena by my-self, ho pensato a lungo alla sessione di allenamento di oggi che prevedeva tecnica sulla prima e seconda parte, mentre nel pomeriggio ci siamo concentrati sulla parte centrale. In sostanza ho diviso il percorso in quattro parti, perché secondo me hanno caratteristiche diverse e devono essere affrontate anche in modo diverso. L’idea quindi è quella di allenare nello specifico le varie sezioni ed essere pronti ad ogni combinazione che ci verrà proposta ai mondiali. Abbiamo quindi usato un’intera giornata per cercare di capirci di più sul primo tratto del canale. Sembra impossibile, ma le combinazioni che si possono fare si elevano all’ennesima potenza ogni giorno, ogni volta che metti il culo in barca.
La giornata inizia subito alla grande, quando arrivato al canale, di buon ora, ho ricevuto un sorridente “good-morning coach” dai miei due atleti che avrebbero lavorato con me da li a poco. Che bello essere chiamato con il nome della professione che amo e che, nonostante mille difficoltà, sto cercando di portare avanti. Ora, la sessione di tecnica, può essere molto divertente ed importante, può anche essere molto noiosa e demotivante, ma può essere anche nello stesso tempo stimolo per provare gesti e manovre nuove. Era proprio quest’ultimo l’obiettivo che ieri sera mi ero prefissato, prima di immergermi nella lettura di “uomini che odiano le donne” di quel fenomeno di giornalista e romanziere di Stieg Larsson, peccato solo che sia morto così giovane, lasciandoci solo tre grandi opere.
La prima parte del percorso di Seu presenta una ventina di metri in acqua ferma, quindi con un netto cambio di stato entri nel canale. L’approccio non è bello perché il salto è netto e l’abilità dell’atleta è quella di entrare subito in sintonia con l’acqua… non ha tempo, in questo caso di prendere tempo! Ti trovi praticamente davanti ad un massone che spacca l’acqua in due parti. Dietro ci puoi trovare una risalita oppure una porta a ski che ti costringe a fare una “cicane” per andare a prendere la corrente che arriva dal lato opposto. Tante altre combinazioni, chiunque disegnerà il percorso, non potrà inventarsi. Il bello arriva subito dopo con due belle morte a destra e a sinistra ed è proprio su queste due zone che nella mattina abbiamo lavorato a lungo. Due risalite, alternativamente da una parte e dall’altra, con l’obiettivo di far trovare una linea diretta d’entrata senza fermare mai la canoa, anche se, magari bisogna allungare un po’ la strada. Tutto ciò per favorire un’uscita corta e veloce. Il rischio è sempre quello: stringere la porta e uscire alti.
Questo è un difetto comune a molti atleti, specialmente quelli più giovani, che hanno come punto di riferimento il palo interno, che va anche bene, ma non è questo il punto in cui bisogna fare qualche cosa. Perché complicarsi la vita, quando la vita ti sorride e ti offre l’opportunità di avere spazi molto ampi che non sfrutti? Altro problema sono le penalità. Non voglio o meglio non vorrei mai che i miei atleti toccassero le porte, neppure in allenamento, neppure per scherzo. E così per cercare di convincerli e fissare nella loro testa questo obiettivo ho raccontato questa storia: lo slalomista, in generale, ha una sorta di attrazione sessuale (quando si parla di sesso rimane sempre in testa) verso la porta, non potrebbe essere diversamente visto che fa parte della tua vita, ma deve restare solo ed esclusivamente un amore platonico. Loro Dante lo conoscono poco, ma ho cercato di spiegargli che il sommo poeta non ha mai neppure sfiorato con un dito la sua amata Beatrice, è servita per condurlo verso la sapienza di quella luce che gli fa conoscere Dio. Così come per il Leopardi che ha solo scritto degli stupendi versi per la sua Silvia, ma gli esempi sono molti, anche per molti di noi. Quindi loro, possono solo regalare e fare grandi corteggiamenti alle porte, ma mai pensare di oltrepassare quel limite.
La cosa è piaciuta e il sorriso è tornato a far parte integrante del nostro allenamento! Chissà cosa diranno domani quando mi presenterò sul campo di allenamento con la T-shirt che ha creato quel “pazzo” di L8 per le gare di rodeo a Valstagna dove rappresenta brillantemente il connubio perfetto della vita: donne e canoa!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi - Seu d’Urgell 5 agosto ... a 35 giorni dal Mondiale e a 1.086 da Londra!
Ieri sera, dopo la cena by my-self, ho pensato a lungo alla sessione di allenamento di oggi che prevedeva tecnica sulla prima e seconda parte, mentre nel pomeriggio ci siamo concentrati sulla parte centrale. In sostanza ho diviso il percorso in quattro parti, perché secondo me hanno caratteristiche diverse e devono essere affrontate anche in modo diverso. L’idea quindi è quella di allenare nello specifico le varie sezioni ed essere pronti ad ogni combinazione che ci verrà proposta ai mondiali. Abbiamo quindi usato un’intera giornata per cercare di capirci di più sul primo tratto del canale. Sembra impossibile, ma le combinazioni che si possono fare si elevano all’ennesima potenza ogni giorno, ogni volta che metti il culo in barca.
La giornata inizia subito alla grande, quando arrivato al canale, di buon ora, ho ricevuto un sorridente “good-morning coach” dai miei due atleti che avrebbero lavorato con me da li a poco. Che bello essere chiamato con il nome della professione che amo e che, nonostante mille difficoltà, sto cercando di portare avanti. Ora, la sessione di tecnica, può essere molto divertente ed importante, può anche essere molto noiosa e demotivante, ma può essere anche nello stesso tempo stimolo per provare gesti e manovre nuove. Era proprio quest’ultimo l’obiettivo che ieri sera mi ero prefissato, prima di immergermi nella lettura di “uomini che odiano le donne” di quel fenomeno di giornalista e romanziere di Stieg Larsson, peccato solo che sia morto così giovane, lasciandoci solo tre grandi opere.
La prima parte del percorso di Seu presenta una ventina di metri in acqua ferma, quindi con un netto cambio di stato entri nel canale. L’approccio non è bello perché il salto è netto e l’abilità dell’atleta è quella di entrare subito in sintonia con l’acqua… non ha tempo, in questo caso di prendere tempo! Ti trovi praticamente davanti ad un massone che spacca l’acqua in due parti. Dietro ci puoi trovare una risalita oppure una porta a ski che ti costringe a fare una “cicane” per andare a prendere la corrente che arriva dal lato opposto. Tante altre combinazioni, chiunque disegnerà il percorso, non potrà inventarsi. Il bello arriva subito dopo con due belle morte a destra e a sinistra ed è proprio su queste due zone che nella mattina abbiamo lavorato a lungo. Due risalite, alternativamente da una parte e dall’altra, con l’obiettivo di far trovare una linea diretta d’entrata senza fermare mai la canoa, anche se, magari bisogna allungare un po’ la strada. Tutto ciò per favorire un’uscita corta e veloce. Il rischio è sempre quello: stringere la porta e uscire alti.
Questo è un difetto comune a molti atleti, specialmente quelli più giovani, che hanno come punto di riferimento il palo interno, che va anche bene, ma non è questo il punto in cui bisogna fare qualche cosa. Perché complicarsi la vita, quando la vita ti sorride e ti offre l’opportunità di avere spazi molto ampi che non sfrutti? Altro problema sono le penalità. Non voglio o meglio non vorrei mai che i miei atleti toccassero le porte, neppure in allenamento, neppure per scherzo. E così per cercare di convincerli e fissare nella loro testa questo obiettivo ho raccontato questa storia: lo slalomista, in generale, ha una sorta di attrazione sessuale (quando si parla di sesso rimane sempre in testa) verso la porta, non potrebbe essere diversamente visto che fa parte della tua vita, ma deve restare solo ed esclusivamente un amore platonico. Loro Dante lo conoscono poco, ma ho cercato di spiegargli che il sommo poeta non ha mai neppure sfiorato con un dito la sua amata Beatrice, è servita per condurlo verso la sapienza di quella luce che gli fa conoscere Dio. Così come per il Leopardi che ha solo scritto degli stupendi versi per la sua Silvia, ma gli esempi sono molti, anche per molti di noi. Quindi loro, possono solo regalare e fare grandi corteggiamenti alle porte, ma mai pensare di oltrepassare quel limite.
La cosa è piaciuta e il sorriso è tornato a far parte integrante del nostro allenamento! Chissà cosa diranno domani quando mi presenterò sul campo di allenamento con la T-shirt che ha creato quel “pazzo” di L8 per le gare di rodeo a Valstagna dove rappresenta brillantemente il connubio perfetto della vita: donne e canoa!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi - Seu d’Urgell 5 agosto ... a 35 giorni dal Mondiale e a 1.086 da Londra!
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