Ciao Giorgio!

 


 L’ho prima conosciuto attraverso i racconti di un fratello che lo amava, poi, finalmente, il grande incontro, ospite nel suo trullo a Cisternino e le grandi attese sono state tutte ripagata all’istante.  In quell’angolo di Puglia, attraverso una sorta di mulattiera, non ci sono arrivato da solo, ma con due pulmini del mitico Canoa Club Verona, carichi di giovani canoisti con tanti sogni nei loro cuori. Perché da quelle parti è presto detto:  alla fine degli anni ’90 allenavo le nuove leve della canoa veronese e in breve eravamo diventati una sorta di grande famiglia che condivideva pure le vacanze,  quindi, perché non andare al mare a conoscere colui che la canoa l’aveva portata nella nostra città e ci aveva così aperto un mondo e uno stile di vita? La prevedibile somiglianza con Lucio, il fratello più giovane, si è rivelata incredibile e la sua barba bianca e ancora più fitta del suo consanguineo, gli dava una sorta di saggezza unica verso le cose del mondo. Sembravano nascoste nei suoi occhi e nel bianco della sua chioma le rispose ad ogni cosa. Le sue parole e la sua spontaneità nell’accoglierci, con la dovizia di particolari, per spiegarci i dettagli di ogni angolo recondito di quella terra, ha creato da subito una incredibile connessione. Eravamo in tanti e Giorgio aveva preparato un’area nel prato  per accamparci e, considerando che non potevamo  usare tutti il bagno del trullo, aveva provveduto ad allestire con teli, tinozze ed assi, un “bagno” tutto per noi con il cielo di stelle per la notte  o con l’ombra di un grande albero per il giorno. Poi avevamo istituito i turni per svuotare la latrina, ma da subito Teo e il sottoscritto ci siamo occupati  di tale mansione. Poi c’erano tutti i preparativi per le cene di cui  le donne,  sotto la stretta direttiva di Giorgio, erano responsabili. Divideva i compiti, il lavoro più gravoso era sicuramente quello di tagliare i pomodorini, e grattugiare la ricotta affumicata. Giorgio è sempre stato un  grande appassionato di cibo e tradizioni, e sulla rete ci sono alcuni suoi interessanti video su come fare il pane e il lievito madre.  Uomo di infinita cultura, curioso come un bimbo. Al calar del sole si bandiva una enorme tavolata nella bianca terrazza del trullo, sotto i teli e gli ombrelloni che sostenevano la luminaria, sempre pacata e calda.  Poi c’erano le serate o i pomeriggi a tema. Isa, moglie di Giorgio, era impegnata nel sociale e così non mancavano gli spettacoli con persone diversamente abili  impegnate nel progetto teatro, o con le donne locali riunite per raccontarci la vita da quelle parti ricca di storia e tradizioni. Fantastica anche la serata di pizzica e interessantissimi i pomeriggi con l’artista della terra cotta. Poi c’erano le musiche e nel festeggiare qualche compleanno, Lucio partiva con…


« chi l’è nato a gennaio si alzi pure in piè
e prenda il suo bicchiere, lo beva tutto d’un fià (to)...
e bevilo bevilo bevilo, e bevilo bevilo bevilo,
e bevilo bevilo bevilo…..
E l'ha bevuto e non gli ha fatto niente,
L'acqua sì che fa male, il vino fa cantar!!!!


Giorgio,  dopo essersi formato al liceo Maffei di Verona ha continuato gli studi al Politecnico di Milano ed è lì che ha scoperto  la canoa con i suoi compagni di università, e con Piero Sembenelli ha pensato bene di portare quell’esperienza sul suo fiume di casa: l’Adige. Da lì nasce una  grande avventura che ha coinvolto generazioni e generazioni  di veronesi e  per taluni è diventata pure una ragione di vita e lavoro. Gli inizi sono stati anni di scoperta, di viaggi « pastorali » a predicare il verbo della canoa! Grazie a questa infinita voglia di condividere, nasceranno club come quello di Valstagna che porterà gloria e fama al paese stesso, attraverso proprio la canoa. Quei pionieri si costruivano le canoe da soli  con certosina pazienza e competenza considerando la loro spasmodica ricerca della perfezione.  Una di queste opera d’arte è appesa nella mia casa e un’altra nella sede del CCVR al Chievo. Poi arrivano le avventure sul fiume Cellina e sul fiume Noce in Val di Sole. Il resto è storia moderna! 


Una cosa è certa… che chi ha avuto la fortuna di varcare la soglia del mitico
Canoa Club Verona e pagaiare sul fiume che attraversa la città, ha ricevuta una sorta di marchio di fabbrica indelebile nel suo cuore perché canoisti un tempo, canoisti per sempre! Tutto questo grazie a lui: a  Giorgio Bergamini che, qualche giorno fa, purtroppo ci ha lasciati per inabissarsi nell’avventura che prima o poi tutti noi affronteremo, ma con l’infinita gratitudine per tutto ciò che ci ha insegnato e lasciato.

Occhio all’onda!


Commenti

  1. Carissimi canoisti e caro Ettore, penso che sia giusto e bello ricordare Giorgio per la sua gioia di vivere, di comunicare e coinvolgere con le sue passioni. Grazie. La prima volta che sono venuta a Verona per conoscere la sua famiglia, Giorgio mi ha messa su una canoa e mi ha detto "...vai e vedi quanto è bello". La nostra casa ha avuto come primo arredo una canoa, quella costruita da Giorgio per discendere la Drina. La canoa è ancora là, appesa al soffitto del nostro soggiorno. Molto bello è stato vivere insieme sul fiume della vita.

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    1. Non ho scritto il mio nome, ma avrete capito che sono Isa.

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