Fox fa cinquina, Ivaldi bissa il successo di La Seu
Si calcola una presenza in questi due giorni di gare di oltre 7.000 ragazzini e ragazzine che festosi, allegri e belli come il sole, avrebbe detto la mia mamma, hanno animato le discese degli atleti impegnati nella finale di Coppa del Mondo. Tutti con le loro bandierine tri-colori della Francia che sventolavano in continuazione con energia e passione. Per un attimo mi sono rivisto quando in quinta elementare il maestro Guido Mascalzoni ci portò in Gran Guardia ad assistere alla tappa del Giro d’Italia che arrivava e ripartiva da Verona. Forse è stato proprio in quell’occasione che mi sono innamorato dello sport, mi è rimasto ancora nell’olfatto l’intenso odore della canfora che allora i corridori usavano per ripararsi dal freddo e per farsi massaggiare. Forse sempre lì mi ha preso la passione nel raccontare le gesta sportive, perché lo scopo di quell’uscita era quello di fare un tema sulla giornata. Ricordo che avevo scritto sulla vittoria di Van Linde il belga che nella mia città aveva trionfato dopo essere partito da Forte dei Marmi ed essere arrivato a Verona. Il fiammingo vinse in volata dopo 244 chilometri di gara, mettendo dietro Marino Basso, il mio idolo, avevo pure la biglia con la sua fotografia ed era quella con cui vincevo sempre le sfide, e terzo De Vlaminek. Era una giornata fredda e piovosa e io sono rimasto sul traguardo immobile a fissare quei paladini, quegli eroi che impavidi e forti come i bronzi di Riace riempivano la piazza arrivando da chissà dove e se ne ripartivano per chissà dove.
Oggi la giornata non era piovosa e neppure fredda nonostante che siamo già in autunno. Anzi il sole l’ha fatta da padrona e forse il tema da scrivere non deve trattare di ciclismo, ma di canoa visto che si sono assegnate le Coppe in due categorie e cioè nel Kayak femminile e nella canadese maschile.
Trionfo annunciato di Jessica Fox che così aggiunge nel suo curriculum la quinta coppa del mondo consecutiva nel K1, una serie iniziata nel 2018 e che non sembra aver fine. Strepitosa la sua stagione da seduta con 3 vittorie (Praga, Tacen, Parigi) e un secondo posto (La Seu) in Coppa, con una sola gara sbagliata e cioè ad Augsburg dove ha dovuto fermarsi in semifinale per un salto della porta 4. Poi il mondiale: semplicemente perfetto. Quindi a lei e al suo staff va tutto il merito di questo ennesimo trionfo. L’aspettiamo domani per capire se farà cinquina anche nella canadese, le premesse ci sono tutte poiché ha un vantaggio di 38 punti sulla diretta rivale e cioè Elena Lilik che però oggi è rimasta fuori dalle qualifiche e quindi domani non avrà possibilità di contrastare la Volpe australiana.
Bravo, bravo, bravo Raffaello Ivaldi, spero che qualcuno non si offenda se parlo di lui, che oggi ha ritrovato l’energia e la concentrazione giusta per guidare la sua canoa come sa fare lui e cioè con destrezza e velocità. Una vittoria, la seconda di stagione, che gli regala pure un bronzo nella Over-all finale di Coppa, vinta, aggiungo io finalmente, da Luka Bozic di soli due punti sullo slovacco Matej Benus. Raffy, come penso sia ormai conosciuto nella vita, ha costruito una discesa perfetta in crescita, tanto da permettergli di andare lungo sull’ultima risalita e rimanere in testa fino al traguardo. Mi è piaciuto per la semplicità dei gesti e per le pagaiate precise, senza sprecare energie e forze inutili. Mi è piaciuto il commento di Michele Ghirardo che di mestiere fa il veterinario, ma ha l’occhio fino per la canoa, che riassume così la finale: "Preciso e veloce come noi allenatori consigliamo sempre" in effetti per vincere bisogna fare proprio così! Poi ci sono quelle lacrime di felicità e di sfogo accompagnate da pensieri dolci per tutta la sua famiglia che emozionano pure i commentatori e tanto, tanto mamma Marina!
Occhio all’onda!
il podio di finale di Coppa del Mondo C1 uomini da sinistra Benus, Bozic, Ivaldi |
Grandi tutti gli Ivaldi 👏💪😎
RispondiElimina😂👍💪 Complimentoni
RispondiEliminaGrazie Ettore - lo scrittore di lettere, la raffinata penna italiana - per il piacere che ci dai di riviere gli eventi di canoa-kayak con il tuo occhio acuto, il tuo stile raffinato, i tuoi riferimenti storici, la tua conoscenza dei canoisti tra le loro imprese sportive e il cultura in cui sono immersi che sai mettere in luce. Bella la tua sensibilità sulle emozioni trasmesse agli atleti, l’ambente familiare, il ruolo degli allenatori, la vita delle federazioni, lo sviluppo delle discipline, il futuro dello spettacolo olimpico, e quanta tenerezza emotiva per coloro che hai servito per lungo tempo. Aspetto con ansia le tue pubblicazioni ogni volta. Che siano numerosi e sempre altrettanto frizzanti e deliziosi. Kenavo. Frédéric CASTRYCK. PS: la penna google-trad non sarà mai uguale alla ballerina dell’onda
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