Kayak Cross ultimo capitolo dei Giochi Europei
il passaggio irregolare di Boris Neveu nella "Roll Zone"
Qualcuno può certamente chiedersi perché è passato così tanto tempo per elaborare questo post, da quando sono finite le gare Europe di Kayak Cross ad oggi. Mi ci è voluto tempo per metabolizzare una gara che una vera e propria logica sportiva, tecnica e agonistica non ha, o meglio, che si fatica molto a percepire, capire e spiegare. Devo esser sincero però perché le ragioni di tanto tempo sono due: la prima è prettamente tecnica e cioè ho dovuto rimettermi a guardare i video delle varie fasi per cercare di capirci qualche cosa, la seconda è sentimentale, perché mi sono preso una settimana di vacanza con Amur nella splendida Toscana tra colline immerse negli uliveti e un mare fantastico su un tratto di costa deserta ed incontaminata.
Le gare di Kayak Cross agli European Games hanno avuto una fisionomia diversa rispetto a quelle di Coppa, o di quelle che saranno a Londra, in occasione dei 43esimi Campionati del Mondo di Slalom nel prossimo settembre. Infatti i time trial hanno definito la griglia a 16 e non a 32 come normalmente si fa, senza garantire un rappresentante per nazione nelle fasi successive della competizione. Quindi nel kayak maschile abbiamo avuto per i quarti di finale ben 3 francesi, 2 cechi, 2 austriaci, 2 inglesi, 2 svizzeri, 1 italiano, 1 spagnolo, 1 irlandese, 1 polacco e 1 tedesco: Stefan Hengst che hai vinto con 61.85 la prova cronometrata. Nel settore femminile le prime sedici erano 2 inglesi, 2 della Repubblica Ceca, 2 tedesche, 2 slovacche, 1 di Andorra, 1 svizzera, 1 ucraina, 1 italiana: Stefanie Horn che ha vinto la prova con 67.37, 1 olandese, 1 francese, 1 polacca e 1 spagnola.
Partiamo dai Time Trial dove rimangono fuori personaggi come Joseph Clarke, il due volte campione del mondo della specialità, vincitore a Tacen quest’anno e terzo ad Augsburg, in pole position in Coppa. Fuori anche il tedesco Hannes Aigner, mentre Giovanni De Gennaro entra con il 16simo tempo, l’ultimo per il passaggio del turno. I due italiani Davide Ghisetti e Leonardo Proietti, i due italiani portati a Cracovia solo per la gara Kayak cross, lasciando a casa il campione italiano in carica Zeno Ivaldi, vengo eliminati dopo 77 secondi di gara, rispettivamente 24^ e 36^ su 51 partenti. Qualcuno dovrà pur spiegare queste scelte assurde! Nel settore femminile Stefanie Horn vince la prova cronometrata su Funk e Chourraut. Fuori dalle sedici Camille Prigent, Eva Tercelj, Tereza Fiserova, Corinna Kuhnle. Pure Agata Spagnol rimane fuori e pensare che è venuta a Cracovia per guardarsi le gare di slalom e per farsi una manche dove è finita 38esima ad una vita dalla qualifica. Anche qui qualcuno deve pur farsi qualche domanda!
Passiamo ai quarti dove De Gennaro esce subito di scena per un passaggio irregolare alla porta 6 e se guardiamo pure agli altri tre quarti di finale ci accorgiamo che il passaggio del turno è soprattutto determinato da salti di porta. Nel settore femminile si segue la stessa logica: Horn passa i quarti costruendo la sua gara nel passaggio della seconda risalita dove è brava a infilarsi dentro e uscire alle spalle di Woods. In semifinale Stefy è quarta, ma vengono eliminate per salto di porta Mintalova (la 4 passaggio irregolare) e Wood (la 6 passaggio irregolare). Si arriva in finale con Us, Funk, Horn e Wegman. Dopo l’eskimo la situazione è: Us in prima posizione e sceglie di andare a fare la risalita a destra, alle sue spalle Wegman che giustamente va sulla risalita a sinistra, terza Funk che va a destra, mentre Stefanie Horn è persa nella morta di sinistra a monte della risalita. Alla successiva risalita Us sceglie di andare a sinistra, mentre sulle risalita di destra si cacciano dentro prima la tedesca, poi l’olandese e in fine l’italo-tedesca. Us se ne va, con Funk, escono Wegan e Horn . A questo punto Ricarda Funk muove vistosamente il palo della 8 e questo inganna non poco la Wegan che si trova a quel punto fuori dalla linea, mentre Horn alle sue spalle finisce quarta sulla linea del traguardo. Il salto però della Wegan permette all’italiana di prender il bronzo.
Vale pure la pena di parlare della finale maschile con Neveu, Prindis, Oschmautz e Tunka. Si arriva all’eskimo e la situazione è: Francia, Austria, Ceki con Prindis prima e alle spalle Tunka. Neveu e Prindis vanno a fare la prima risalita a destra, mentre gli altri due vanno a sinistra. Tunka è un giaguaro nella giungla, con la pala sposta il palo e ci si infila dentro uscendo in prima posizione, dall’altro lato Neveu ha la meglio su Prindis e arriviamo alla seconda risalita. Tunka temporeggia e porta gli avversari sul lato destro, quindi volta deciso a sinistra e si trova solo su quella risalita e sarà la sua fortuna perché a destra se la giocano in tre. Ad avere la meglio è Prindis, che era arrivato per terzo, quindi al traguardo ci saranno: primo Tunka a braccia alzate a mo’ di ciclista sul traguardo in volata, seguito da Prindis, terzo Oschmautz e quarto Neveu. Subito dopo però viene riformata la classifica finale dove viene confermata la vittoria a Tunka, in seconda posizione però passa l’austriaco Oschmautz e terzo Prindis per un passaggio irregolare alla porta 4, chiude Boris Neveu a cui è stata contestata la manovra dell’eskimo per non essere passato sotto la barra gialla a testa in giù!
Bene spero di aver reso l’idea di quello che è successo in estrema sintesi in queste gare di kayak cross, ora cercare di capire e di dare una ragione tecnica di questi risultati mi è molto difficile, ma credo di non essere solo in questo dilemma esistenziale!
Chiuse le gare dei Giochi Europei ora la stagione si prende una lunga pausa, si parlerà prossimamente di campionati europei Junior e U23 a Bratislava, seguiranno i mondiali per queste categorie ad agosto a Cracovia, poi si riprenderà la Coppa a La Seu d’Urgell i primi di settembre per arrivare prima ai mondiali di Londra e successivamente alla finale di Coppa a Parigi. Per il Continente Americano ci saranno a Novembre ancora i Giochi Panamericani che chiuderanno questo 2023 lungo e troppo distribuito nel tempo.
Occhio all’onda!
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