La prima volta di De Coster e la penalità sospetta di Prskavec
Mi è stato chiesto: "ma perché non ti piace il percorso?"
Mi sembra abbastanza logico, perché la quasi totalità delle risalite - 5 su 6 - obbligano l’atleta a non uscire direttamente verso valle, ma a trasferirsi dalla parte opposta visto che la porta successiva è sull’altra sponda o comunque all’altezza della stessa porta in risalita. Alcune discese poi sono in morta e si impedisce così agli atleti di affrontarle con la punta a valle, e soprattutto non è possibile utilizzare l’acqua per questi trasferimenti. Per come la vedo, io le porte dovrebbero esaltare le caratteristiche dell’acqua, non ci si dovrebbe quasi accorgere che ci sono, si dovrebbe seguire la morfologia e i disegni che l’acqua crea nel suo cavalcare i fondali. Un consiglio ai tracciatori, però, mi sento di darlo ed è quello di non andare nella settimana di gare a guardare gli atleti che si allenano, ma semplicemente chiedere all’organizzazione la possibilità di avere per una mezz’oretta il canale tutto per loro senza porte da slalom e ascoltare per questo tempo la musica che il fiume/canale compone e poi, dopo una notte di riflessione, comporci sopra la propria sinfonia! Così facendo si liberano la mente da passaggi di porte che hanno visto fare dalle squadre oltre al fatto di non essere costretti a imporsi, per forza di cose, combinazioni completamente diverse da quelle viste durante la settimana. Liberare la mente e seguire quello che l’acqua suggerisce… è facile!
Il campo di gara poi conferma quanto si va dicendo da tempo: nello slalom non c’è mai nulla di certo! Basta guardare i risultati delle finali di oggi per capire. Nei kappa uno vince il 21enne belga Gabriel De Coster, 87esimo nel ranking mondiale che centra la sua prima finale in Coppa e con lei la sua prima vittoria davanti ad un Martin Dougoud che paga un tocco alla 10; sul podio ci sale pure il beniamino di casa Boris Neveu che invece di anni ne ha 36 e di finali di coppa dal 2017 ad oggi ne ha conquistate 11 prendendo 6 medaglie su 19 presenze. Ci sono dei forti dubbi su un tocco dato a Jiri Prskavec alla porta 10: dal video non c’è nessun riscontro plausibile per confermare il tocco al campione ceco, la motivazione è stata che la porta si è mossa e quindi potrebbe essere stata toccata dall’atleta. Mi domando e dico: ma in caso di dubbio non c’è un regolamento che dice che bisogna favorire l’atleta nella eventuale decisione da prendere? Il campione olimpico avrebbe vinto la gara e si sarebbe messo in tasca 60 punti per la Coppa che comunque lo vede ancora leader ad una gara dal termine.
L’eccezione che conferma la regola è lei, Jessica Fox, che domina ancora il k1 - siamo a 4 vittorie su 4 gare - sulla polacca 34enne Natalia Pacierpnik al suo secondo podio in Coppa in carriera dopo quello dello scorso anno a Praga; terza, in prestito dalla canadese, è stata Tereza Fiserova. Ricarda Funk è 4^ per un tocco millimetrico alla prima porta.
I time trials e gli ottavi di finale nell’Extreme Slalom confermano ancora una volta la casualità di questa disciplina considerando il fatto che il campione del mondo in carica viene eliminato nella prima batteria, Vit Prindis campione europeo 2021 e detentore della Coppa del Mondo, esce nella prova cronometrata.
Probabilmente però il bello del nostro sport è proprio questo e cioè questa specie di casualità che sempre di più si presenta considerando che il livello medio è molto cresciuto.
Giornata conclusa con la cena conviviale al Club di Pau dove abbiamo mangiato una deliziosa paella e degustato ottimi vini locali. Unica delusione: nessun Team Leader, a parte il sottoscritto, si è presentato. Dispiace perché si sta perdendo, o forse si è già perso, quello spirito che da sempre aveva caratterizzato il nostro sport e cioè la condivisione e l’amicizia fuori dalle competizioni e che ci aveva fatto sentire come una grande famiglia.
Occhio all’onda!
Coach Omar con il vincitore nel K1 uomini della prova di Coppa in Pau
È sempre un piacere leggere i tuoi articoli che con abilità e competenza portano noi, che da lontano ci guardiamo la tappa attraverso lo schermo del telefonino o computer, sul vostro campo di gara. Condivido molto le considerazioni/consigli ai tracciatori. Non credo che si tratti di new o old school ma di una logica interpretazione dell'idrodinamica che ci è tanto a cuore. "O famo strano" lo lascerei al mitico Verdone nel suo Viaggi di nozze.
RispondiEliminaGrazie
Ciao Dome