Giappone un paese da capire
Se vuoi entrare nella musica devi ascoltarla a lungo, ma non basta.
Se vuoi veramente farla tua hai due possibilità: la prima è studiarla e scoprirla con la speranza di trovare la chiave per entrarci, oppure hai la seconda opzione che ti arriva dall’aiuto di qualcuno che te la possa spiegare trasmettendoti passione e nozione su come renderla veramente parte di te stesso. Più o meno capita la stessa cosa per ogni arte, sport o professione e alla fine di tutto, quando cioè sei parte integrante della tua passione, ci sono ulteriori due dettagli: la tua personalità (che fa unica l’espressione relativa) e il momento che concretizza la tua azione.
In canoa slalom passiamo ore a capire e a scoprire il senso dell’acqua che corre verso valle e che, ormai, non prosegue più la sua corsa naturale verso il mare, ma ritorna a monte con sistemi che l’uomo moderno ha creato. Il vecchio e saggio detto di Eraclito, “non ci si bagna mai due volte sullo stesso fiume” nello slalom degli ultimi 20 anni si è disperso nell’infinità di canali artificiali costruiti in questi decenni. Veniamo quindi all’ultima creazione che ospiterà le gare olimpiche 2020 in una Tokyo che sta preparando l’evento a cinque cerchi quasi in sordina e senza grandi clamori. Quando sei nella capitale nipponica quasi non ti accorgi di essere nella città che fra meno di otto mesi diventerà il centro del mondo per almeno due settimane complete. Si lavora, ma senza clamore e la gente, quasi sorpresa nel vedere degli occidentali da quelle parti, rimane basita quando gli si fa notare che siamo lì per allenarci in vista delle Olimpiadi che proprio loro organizzeranno.
Si capisce che qualcosa sta per succedere da quelle parti quando si arriva al Narita Airport dove a darti il benvenuto ci sono Miraitowa e Someity. La prima mascotte accompagnerà i Giochi Olimpici numero 32 dell’era moderna, mentre la seconda sarà il simbolo della 16esima edizione dei Giochi Paraolimpici, nati a Roma nel 1960. Miraitowa è l’unione delle due parole futuro (mirai) e eternità (towa). Il nome è stato scelto per ispirare un futuro pieno “eterna speranza” nel cuore di tutti. Someity nasce dalla parola “fiore di ciliegio” (someiyoshino), ma anche dal gioco di significato con l’inglese “so mighty”: “molto forte”. Someiyoshino è la varietà di ciliegi giapponesi più famosa, particolarmente in voga nell’epoca Meiji. La mascotte ha dei “sensori tattili” a forma di petali di ciliegio e rappresenta la grande forza fisica e mentale che dimostrano gli atleti paralimpici nel superare e ridefinire i limiti di ciò che è possibile.
Il Giappone, che è la terza potenza al mondo, è decisamente diverso dal nostro modo di essere e di vivere. Le persone silenziose si muovono velocemente per salire e scendere dalla metro che ogni giorno trasporta, nelle sue 13 linee, oltre 8 milioni di viaggiatori; si salutano e ringraziano con grandi inchini uno con l’altro, e vivono in simbiosi con il loro cellulare su cui scrivono o guardano i famosi manga e cioè fumetti che sono presenti non solo in modo digitale, ma colorano ovunque le fantasie della gente e le strade. Le pubblicità vengono raccontate con personaggi come Bakuman, Gantz o tanti altri in relazione al tipo di pubblico che si vuole influenzare. Sì perché per ogni fascia d’eta c’è un manga specifico, per i bimbi viene chiamato Kodomo, per le adolescenti ci sono i Shōjo, per i maschietti gli Shōnen, tra questi il famoso Dragon ball o Ken il Guerriero. Ci sono poi anche fumetti specifici per raccontare relazioni sessuali omosessuali e poi ancora a tema come avventure, fantascienza, horror, insomma c’è solo l’imbarazzo della scelta per ogni genere di interesse. Il cibo, altro argomento di interesse comune e che non può non colpire un occidentale in visita in terra nipponica, è servito bollente ecco perché forse hanno inventato il sushi forse per avere un po di refrigerio tra una zuppa e un alga super cotta. Il riso la fa da padrona con il famoso sake che dicono che faccia pure bene alla salute visto che contiene aminoacidi e che sono un toccasana per la composizione delle cellule. L’altra cosa che non può lasciare indifferenti sono gli infiniti parcheggi a pagamento per le biciclette a ridosso delle stazioni metro. Infatti tutti arrivano alla fermata dei mezzi pubblici pedalando su velocipedi piccoli e generalmente da donna, tipo le nostre vecchie Grazielle tanto per capirci, che parcheggiano prima di salire velocemente su un tram, metro o bus che li porterà velocemente al lavoro. Un posto di lavoro che è nella città di Tokyo, ma che può essere distante dalla propria abitazione anche due ore di viaggio. Alla sera ritornano e altrettanto velocemente salgono sulla bici custodita nel parcheggio per ritornare a casa, ma prima c’è la palestra, i video giochi e la cena. Poi forse si ritorna in famiglia.
I ragazzini vanno a scuola in giacca e cravatta e le ragazzine hanno tailleur con gonne cortissime e calze sopra il ginocchio. Spesso e volentieri ti capita di vedere ragazze e donne truccarsi in ogni luogo, specialmente dopo aver mangiato, prima cioè di rimettersi in pista per riprendere la loro vita frenetica e sembra senza soste.
Pochi parlano inglese e questo complica ancora di più le comunicazioni che spesso e volentieri sono fatte solo attraverso gli occhi sostenuti dall’uso delle mani, ma anche qui noi occidentali le usiamo in maniera diversa e le cose si complicano ulteriormente!
Occhio all’onda!
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