Slalom un tango d'autore

Nel Vals mi piacciono i passi lunghi e mi piace la fluidità che si sviluppa  se c’è intesa tra ballerino, ballerina e musica. L’arma della condivisione sulle note musicali nasce spontanea dopo anni di  studio e di assidua pratica. Non c’è altra spiegazione sul fatto che mi piaccia cosi tanto  il tango se non per la sua capacità di sintetizzare in un ballo  l’idea perfetta dello slalom fra i flutti dell’acqua.  Mi piace ballare, ma mi piace guardare i ballerini bravi che regalano a noi osservatori gesti armoniosi, eleganti e spontanei, che vengono ripetuti come se fossero movimenti unici ed esclusivi.  La bellezza arriva proprio dalla somma di queste cose unite alla semplicità di chi mette in atto tutto ciò infilandoci al suo interno la sua espressività che racchiude ovviamente sentimento, fatica, gioie e dolori. L’unica difficoltà che noi fruitori ci troviamo ad affrontare è riuscire ad entrare nella loro intimità per capire e gioire di  ogni minimo particolare. In sostanza è quello che mi è successo lo scorso fine settimana osservando e ammirando le discese di   Roberto Colazingari, Stefanie Horn e Giovanni De Gennaro che nella terza prova di Coppa del Mondo a Tacen hanno danzato sull’acqua in maniera sublime, ma con la semplicità di chi esprime tutta la sua energia e volontà per raggiungere un grande risultato.   Il canale sloveno e a pochi chilometri dal centro di Lubiana, dove mercoledì sera l’Italia si era portata a casa un’altra bella soddisfazione con le vittorie nelle rispettive specialità  dei fratelli Ivaldi nel parallelo di slalom, fossero state queste una sorta di preludio al trionfo azzurro, perché di impresa epica si deve proprio parlare.
Dal punto di vista tecnico c’è poco da dire quando si vince, dal punto di vista emozionale viceversa si potrebbero riempire libri di parole perché solo quando si arriva al vertice ci si rende conto di quanto lavoro e passione c’è dietro a questi ragazzi che hanno fatto gioire l’Italia della pagaia.
La stagione è lunga ma come diceva Orazio nelle Epistole (spero che Pino Scarpellino me lo confermi)  «Dimidium facti, qui coepit, habet» in sostanza chi ben comincia è a metà dell’opera!

Occhio all’onda!


 
 


Commenti

Post più popolari