Un sabato italiano con 5 finali e 1 bronzo
Charalampos Troiannos ha 19 anni è greco e a Ivrea nel 2018 al mondiale Junior nel kayak uomini è arrivato 58esimo, mentre qui, cioè agli Europei U23 di slalom, è uscito di scena al 47esimo posto. La cosa che si evidenzia però non è il risultato, ma il suo cognome... che per un greco mi risulta decisamente strano!
Un Europeo o un Mondiale di categoria hanno sapori ed immagini diverse rispetto ad un evento di pari importanza nella massima categoria e hanno la capacità e la forza di riportare lo slalom alle sue origini, quando cioè al seguito di chi gareggiava si univano genitori, parenti, amici e fans. Si campeggiava con la tenda a lato del fiume e alla sera ci si riuniva attorno al tavolo per preparare la cena. Poi c’era sempre qualcuno che aveva la chitarra e alla fine si cantava e si parlava a lungo. Considerando poi che i video erano per pochi eletti si iniziava a raccontare di gare e di come i campioni avevano vinto: lì nascevano le leggende che prendevano sempre più forza ed energia ad ogni ripetizione. Oggi le tende sono sparite sostituite dai camper e la musica è via bluetooth… ma vi siete mai chiesti perché è stato dato questo nome alla tecnologia di trasmettere i dati senza fili che letteralmente significa "dente blue". Si dice che il nome di questo sistema sia stato ideato e proposto da Jim Kardach, ingegnere Intel, che in fase di sviluppo stava leggendo il libro "The Long Ships" di Frans Gunnar Bengtsson, un romanzo storico sui vichinghi: fra i personaggi di questo libro compare proprio il re danese Harald Gormsson, detto "Bluetooth" ecco quindi che il passaggio in pratica è stato automatico.
Beh! non c'entra molto con il filo del racconto, ma a volte le cose nascono spontanee senza pensarci troppo, come nascono per puro caso incontri ed amicizie che poi si coltivano negli anni perché animati dalle stesse passioni. Oggi lungo il canale sento chiamare il mio nome e mentre mi giro mi ritrovato difronte a Robert Knebel che mi fa i complimenti per le medaglie vinte e mi dice che era orgoglioso che io avessi premiato sua figlia che ieri è arrivata seconda dietro alle nostre azzurre nella gara C1 a squadre Junior. Costui è una sorta di leggenda per la canoa discesa, non solo per i risultati ottenuti da atleta, ma anche per l’impegno che ha profuso per questa specialità. Lo ricordo con piacere nel 2004 a Garmish quando a vincere quel mondiale ci pensò, con una gara perfetta, Carlo Mercati davanti proprio al potente ceco che si dovette accontentare del secondo posto. Knebel vinse ancora un argento individuale nel 2011 nella prova sprint ad Augsburg e un oro a squadre. La figlia, Tereza Kneblova, è molto brava e promette molto bene, in qualifica è arrivata seconda, vedremo in semifinale cosa saprà fare di importante.
Lo slalom è uno sport pieno di sorprese e Amalie Hilgertova lo sa bene, infatti se a Pau agli Europei assoluti era sorpresa per aver vinto una gara che proprio non si sarebbe mai aspettata di vincere, qui viceversa la sorpresa arriva dal fatto che non vince quando sembrava cosa abbastanza facile da fare. Finisce quarta a 4 secondi da Tereza Fiserova, quella stessa Fiserova che gareggia pure in C1 e che a Pau viceversa nella specialità in ginocchio era arrivata a ridosso del podio che ha mancato solo per un eccesso di penalità.
Nella canadese U23 la finale è a 11 considerando che Chaloupka e Ceccon hanno lo stesso tempo e lasciano fuori per un centesimo Miquel Trave, campione del mondo junior nel 2018 che quest’anno si trova a gareggiare nella categoria maggiore come il suo collega Flavio Micozzi interprete, quest'ultimo, di una semifinale da incorniciare e da ricordare a lungo visto che la vince su atleti più maturi di lui. In finale però commette qualche imperfezione tecnica e si deve accontentare di un comunque ottimo 9^ posto nell’anno del suo esordio fra gli U23. Il francese Nicolas Gestin, una sorta di fotocopia di Tony Estanguet per modo di pagaiare e per la barca che usa, sorprende tutti e si porta a casa un meritatissimo titolo continentale. Raffaello Ivaldi parte bene, ma paga pesantemente il calo di velocità tra la 10 e la 14 finisce in 5^ posizione con Paolo Ceccon ottavo. Non male però avere avuto 3 italiani in finale in questa specialità.
Il capolavoro tricolore della giornata arriva però da Francesca Malaguti che ad un anno di distanza si riprende una medaglia che le avevano rubato in maniera molto triste a Bratislava. Un bronzo che fa emozionare non poco il suo tecnico Paolo Borghi, che da sempre l’accompagna e la guida nella sua crescita agonistica e che oggi sicuramente viene ripagato dei tanti sforzi fatti in questi anni. Bravo a lui e a tutta la sua Società che è decisamene impegnata in prima linea sotto questo fronte.
Occhio all’onda!
Un Europeo o un Mondiale di categoria hanno sapori ed immagini diverse rispetto ad un evento di pari importanza nella massima categoria e hanno la capacità e la forza di riportare lo slalom alle sue origini, quando cioè al seguito di chi gareggiava si univano genitori, parenti, amici e fans. Si campeggiava con la tenda a lato del fiume e alla sera ci si riuniva attorno al tavolo per preparare la cena. Poi c’era sempre qualcuno che aveva la chitarra e alla fine si cantava e si parlava a lungo. Considerando poi che i video erano per pochi eletti si iniziava a raccontare di gare e di come i campioni avevano vinto: lì nascevano le leggende che prendevano sempre più forza ed energia ad ogni ripetizione. Oggi le tende sono sparite sostituite dai camper e la musica è via bluetooth… ma vi siete mai chiesti perché è stato dato questo nome alla tecnologia di trasmettere i dati senza fili che letteralmente significa "dente blue". Si dice che il nome di questo sistema sia stato ideato e proposto da Jim Kardach, ingegnere Intel, che in fase di sviluppo stava leggendo il libro "The Long Ships" di Frans Gunnar Bengtsson, un romanzo storico sui vichinghi: fra i personaggi di questo libro compare proprio il re danese Harald Gormsson, detto "Bluetooth" ecco quindi che il passaggio in pratica è stato automatico.
Beh! non c'entra molto con il filo del racconto, ma a volte le cose nascono spontanee senza pensarci troppo, come nascono per puro caso incontri ed amicizie che poi si coltivano negli anni perché animati dalle stesse passioni. Oggi lungo il canale sento chiamare il mio nome e mentre mi giro mi ritrovato difronte a Robert Knebel che mi fa i complimenti per le medaglie vinte e mi dice che era orgoglioso che io avessi premiato sua figlia che ieri è arrivata seconda dietro alle nostre azzurre nella gara C1 a squadre Junior. Costui è una sorta di leggenda per la canoa discesa, non solo per i risultati ottenuti da atleta, ma anche per l’impegno che ha profuso per questa specialità. Lo ricordo con piacere nel 2004 a Garmish quando a vincere quel mondiale ci pensò, con una gara perfetta, Carlo Mercati davanti proprio al potente ceco che si dovette accontentare del secondo posto. Knebel vinse ancora un argento individuale nel 2011 nella prova sprint ad Augsburg e un oro a squadre. La figlia, Tereza Kneblova, è molto brava e promette molto bene, in qualifica è arrivata seconda, vedremo in semifinale cosa saprà fare di importante.
Lo slalom è uno sport pieno di sorprese e Amalie Hilgertova lo sa bene, infatti se a Pau agli Europei assoluti era sorpresa per aver vinto una gara che proprio non si sarebbe mai aspettata di vincere, qui viceversa la sorpresa arriva dal fatto che non vince quando sembrava cosa abbastanza facile da fare. Finisce quarta a 4 secondi da Tereza Fiserova, quella stessa Fiserova che gareggia pure in C1 e che a Pau viceversa nella specialità in ginocchio era arrivata a ridosso del podio che ha mancato solo per un eccesso di penalità.
Nella canadese U23 la finale è a 11 considerando che Chaloupka e Ceccon hanno lo stesso tempo e lasciano fuori per un centesimo Miquel Trave, campione del mondo junior nel 2018 che quest’anno si trova a gareggiare nella categoria maggiore come il suo collega Flavio Micozzi interprete, quest'ultimo, di una semifinale da incorniciare e da ricordare a lungo visto che la vince su atleti più maturi di lui. In finale però commette qualche imperfezione tecnica e si deve accontentare di un comunque ottimo 9^ posto nell’anno del suo esordio fra gli U23. Il francese Nicolas Gestin, una sorta di fotocopia di Tony Estanguet per modo di pagaiare e per la barca che usa, sorprende tutti e si porta a casa un meritatissimo titolo continentale. Raffaello Ivaldi parte bene, ma paga pesantemente il calo di velocità tra la 10 e la 14 finisce in 5^ posizione con Paolo Ceccon ottavo. Non male però avere avuto 3 italiani in finale in questa specialità.
Il capolavoro tricolore della giornata arriva però da Francesca Malaguti che ad un anno di distanza si riprende una medaglia che le avevano rubato in maniera molto triste a Bratislava. Un bronzo che fa emozionare non poco il suo tecnico Paolo Borghi, che da sempre l’accompagna e la guida nella sua crescita agonistica e che oggi sicuramente viene ripagato dei tanti sforzi fatti in questi anni. Bravo a lui e a tutta la sua Società che è decisamene impegnata in prima linea sotto questo fronte.
Occhio all’onda!
Commenti
Posta un commento