Euro 2019 prima verifica per atleti e Teams
Classifica Finale K1 men - Euro 2019 |
Affrontiamo l’analisi individuale dal punto di vista nazionali e mettiamo a confronto i risultati con l’edizione 2018. Quest’anno sono stati 14 i paesi che hanno messo in finale (considerata a 10) i loro atleti, mentre nel 2018 erano 13, si è aggiunta Andorra (si veda Tabella 1) . Le medaglie nel 2018 sono state distribuite in 5 nazioni e cioè: Great Britain, Repubblica Ceca, Germania, Austria e Slovenia. Da questo gruppo nel 2019 sono uscite la Germania e l’Austria e sono entrate: Polonia, Spagna e Francia.
TABELLA 1 |
Il vero duello per l’oro è stato tra Vit Prindis e Dariusz Popiela. Quest’ultimo ha 33 anni e l’anno scorso aveva preso due finali in Coppa del Mondo e più precisamente chiuse in seconda posizione a Liptovsky e fu 6^ in casa a Krakow. Al mondiale di Rio non agguantò la finale e si dovette accontentare del 19esimo posto. Vit Prindis di anni ne ha 30 e nel 2018 ha preso 3 finali in Coppa, un argento agli europei e arrivò 7^ ai mondiali di Rio. Il ceco è sicuramente l’atleta più costante di tutto il circuito internazionale, come è costante il suo modo di esprimersi in gara. In sostanza il bravo Vit, ha dalla sua equilibrio e scorrevolezza, non eccelle in nessun intermedio, ma è sempre tra i migliori e la sua condotta di gara è impostata per crescere costantemente: pagaiata dopo pagaiata costruisce i suoi successi. Il polacco, che vanta una lunga storia agonistica iniziata nel 1999 con gli europei junior e che poi lo ha visto vincere gli Euro U23 nel 2006, quindi 8^ ai Giochi Olimpici del 2008, 4^ agli Euro 2011, 5^ nel 2015 e già argento nel 2017, ha decisamente un’altra strategia. Infatti aggredisce ogni porta fin dalle prime battute, mettendoci dentro anima e corpo. Confrontando le due discese si capisce bene quanto sopra descritto e la gara si è risolta all’uscita dell’ultima risalita nonché penultima porta del tracciato. Il ceco, qui, è riuscito a lasciare la sua canoa nella corrente lavorando sul palo interno, rischiando non poco, mentre il polacco in uscita è caduto sull’onda che si rompeva e lo ha rallentato.
Terzo il transalpino Quentin Burgi che fino ad oggi non aveva certo eccelso, l’anno scorso chiuse il mondiale in 36esima posizione. Qui in casa è riuscito a scendere bene approfittando pure del tocco del campione olimpico alla porta numero 15. Infatti Joe Clarke, che aveva fatto registrare il miglior tempo di gara, si è piantato alla risalita sotto il ponte e ha dovuto lasciare i sogni di gloria ai due secondi presi per il tocco. Eppure aveva dominato le prove fino all’ultima battuta dimostrando una grande compattezza e soprattutto un equilibrio che era tempo che non si vedeva in questo campione.
In generale il livello di questa categoria è decisamente cresciuto, tanto che sono rimasti fuori dalle semifinali personaggi come Grigar e Malek. Poi in finale, comunque allargata a 15, non sono entrati Schubert, Forbes-Cryans, Kauzer, Hradilek oltre a Mathurin Madore, l’atleta di casa che aveva fatto molto bene nelle prove di selezioni su questo circuito. Nel Kayak maschile non basta più fare una bella gara per prendere una medaglia, bisogna andare oltre ai propri limiti viaggiando sempre sul filo del rasoio cercando di restare in equilibrio senza ferirsi troppo!
Occhio all’onda!
… fine seconda parte -
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