Dissociazione per creare l'effetto molla
Torno su un aspetto che ritengo determinate per una conduzione veloce ed efficace dello scafo tra i pali dello slalom. Parlo cioè della « dissociazione » che deve intervenire tra la parte superiore e la parte inferiore del corpo (quello che in anatomia si definisce come piano assiale - craniale e caudale) per far cambiare direzione alla nostra canoa.
Pensate all’eskimo e capirete subito l’importanza di quanto si va ad analizzare. Infatti se non si dissocia il lavoro di bacino-gambe con il busto risulterà assai difficile e complesso riuscire a riportare la testa fuori dall’acqua per rimettersi in assetto e ripartire senza dover uscire dalla canoa con tutte le conseguenze del caso. Viceversa se avviene la dissociazione la manovra dell’eskimo risulterà di estrema facilità senza praticamente un vero e proprio sforzo fisico, si tratta cioè di un movimento che sincronizza in maniera opposta busto e gambe alla perfezione e che crea una leva eccezionale per permettere al canoista di raddrizzarsi. Qui parliamo di dissociazione su due piani diversi.
Questo citato è l’esempio più eclatante, ma ci fa capire bene che cosa significa dissociare. Cerchiamo ora di vederlo applicato in ogni nostra manovra per cambiare direzione alla canoa e nel nostro caso specifico in entrata e in uscita dalle risalite su un piano trasversale.
In buona sostanza l’approccio ad una risalita (anticipo) già mette l’atleta nella condizione di preparare al meglio la dissociazione che dovrà avvenire nel momento in cui ci si trova nella porta stessa. Due le abilità necessarie per ottenere il massimo risultato da questa azione e cioè: la capacità di ruotare con le spalle nel senso opposto della risalita e la seconda è la capacità di lasciar andare la canoa nel senso opposto fino al raggiungimento della massima carica di rotazione possibile (effetto molla). Un suggerimento per chi osserva da fuori, quindi per l’allenatore, è quello di verificare il posizionamento delle spalle rispetto alla punta dello scafo che dovranno esser per forza, all’inizio della manovra, posizionati su due fronti opposti. Controllare poi la punta della canoa per capire se la canoa continua nella sua rotazione e quindi nella sua corsa verso il traguardo.
... continua
Occhio all’onda!
Pensate all’eskimo e capirete subito l’importanza di quanto si va ad analizzare. Infatti se non si dissocia il lavoro di bacino-gambe con il busto risulterà assai difficile e complesso riuscire a riportare la testa fuori dall’acqua per rimettersi in assetto e ripartire senza dover uscire dalla canoa con tutte le conseguenze del caso. Viceversa se avviene la dissociazione la manovra dell’eskimo risulterà di estrema facilità senza praticamente un vero e proprio sforzo fisico, si tratta cioè di un movimento che sincronizza in maniera opposta busto e gambe alla perfezione e che crea una leva eccezionale per permettere al canoista di raddrizzarsi. Qui parliamo di dissociazione su due piani diversi.
Questo citato è l’esempio più eclatante, ma ci fa capire bene che cosa significa dissociare. Cerchiamo ora di vederlo applicato in ogni nostra manovra per cambiare direzione alla canoa e nel nostro caso specifico in entrata e in uscita dalle risalite su un piano trasversale.
In buona sostanza l’approccio ad una risalita (anticipo) già mette l’atleta nella condizione di preparare al meglio la dissociazione che dovrà avvenire nel momento in cui ci si trova nella porta stessa. Due le abilità necessarie per ottenere il massimo risultato da questa azione e cioè: la capacità di ruotare con le spalle nel senso opposto della risalita e la seconda è la capacità di lasciar andare la canoa nel senso opposto fino al raggiungimento della massima carica di rotazione possibile (effetto molla). Un suggerimento per chi osserva da fuori, quindi per l’allenatore, è quello di verificare il posizionamento delle spalle rispetto alla punta dello scafo che dovranno esser per forza, all’inizio della manovra, posizionati su due fronti opposti. Controllare poi la punta della canoa per capire se la canoa continua nella sua rotazione e quindi nella sua corsa verso il traguardo.
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