Débordé magica manovra
Devo aver già scritto diverse cose sul débordé in qualche precedente post, ma voglio approfondirlo ulteriormente alla luce anche dei riscontri che continuo ad avere seguendo e allenando i C1 uomini in particolare, ma guardando e studiando da vicino l’evoluzione della specialità nel settore femminile.
Questo incrocio di braccia sul lato opposto di pagaiata ha qualche cosa di magico e la conseguente rotazione che ne deriva è il sublime risultato di una manovra che permette al « ciunista » di ruotare così velocemente ed efficacemente come mai potrà fare un K1 o come mai lo stesso atleta potrà fare dal suo lato di pagaita! La leva, la postura e il peso concentrato al centro della canoa, permettono di mettere in essere un movimento motorio pressoché perfetto. Ecco perché lo stesso David Florence sta allenando anche il suo naturale lato opposto di pagaiata (quindi a sinistra) per arrivare un giorno ad affrontare tutte le risalite in debordè, cosa già vista fare a Fabien Lefevre o a Dennis Gargaud già diversi anni fa (si veda Bratislava campionati del mondo 2011 risalita a destra sotto Niagara Fall). Dai riscontri cronometrici tra un C1 destro e uno sinistro ci sono dati chiari che i tempi sulle risalite in débordé risultano essere più veloci, non sempre, ma spesso. C’è un maggior controllo in ogni momento del movimento, mentre in aggancio molto spesso si ha la tendenza di forzare troppo il gesto con la conseguenza di interrompere una rotazione della canoa in modo brusco. Troppa confidenza sul proprio lato porta a non pensare o a non ascoltare il gesto stesso. Nel débordé viceversa c’è una grandissima consapevolezza del movimento e sono molto chiari i vari momenti da rispettare per far sì che questa manovra abbia gli effetti sortiti. Movimento che parte dal passaggio aereo sul lato opposto, é qui che inizia il gesto e la consapevolezza dello stesso, quindi all’inserimento della pala in acqua e contemporaneamente c’è la rotazione del busto bloccando gambe e addominali, pronti per entrare in azione al momento necessario. Tutte queste fasi costringono l’atleta ad operare in perfetta sintonia con canoa, pagaia e acqua con estrema decisone e calma.
Tutto questo quando ovviamente si utilizza per fare una risalita. Cambiano le dinamiche invece quando il débordé viene utilizzato per le rotazioni, in questo caso è evidente che un colpo indietro o lo stesso aggancio diventa più efficace e rapido.
Guardiamo invece cosa succede fra le donne in canadese le quali poco utilizzano il débordé preferendo ad esso il cambio di mano. Il motivo principale deriva dal fatto che non si sentono sicure e molto spesso perdono gli equilibri, cosa che assolutamente non avviene per gli uomini che considerano questo gesto al pari con il lato di pagaiata. Pagaiare con le braccia incrociate diventa assolutamente naturale, ma bisogna prenderne coscienza e confidenza. Le nuove generazioni in rosa, che sono partite a pagaiare direttamente in ginocchio, stanno naturalmente adoperando il débordé senza particolari difficoltà. Sarà questa la strada che a breve si imporra per la maggiore anche per il settore femminile.
Occhio all’onda!
Questo incrocio di braccia sul lato opposto di pagaiata ha qualche cosa di magico e la conseguente rotazione che ne deriva è il sublime risultato di una manovra che permette al « ciunista » di ruotare così velocemente ed efficacemente come mai potrà fare un K1 o come mai lo stesso atleta potrà fare dal suo lato di pagaita! La leva, la postura e il peso concentrato al centro della canoa, permettono di mettere in essere un movimento motorio pressoché perfetto. Ecco perché lo stesso David Florence sta allenando anche il suo naturale lato opposto di pagaiata (quindi a sinistra) per arrivare un giorno ad affrontare tutte le risalite in debordè, cosa già vista fare a Fabien Lefevre o a Dennis Gargaud già diversi anni fa (si veda Bratislava campionati del mondo 2011 risalita a destra sotto Niagara Fall). Dai riscontri cronometrici tra un C1 destro e uno sinistro ci sono dati chiari che i tempi sulle risalite in débordé risultano essere più veloci, non sempre, ma spesso. C’è un maggior controllo in ogni momento del movimento, mentre in aggancio molto spesso si ha la tendenza di forzare troppo il gesto con la conseguenza di interrompere una rotazione della canoa in modo brusco. Troppa confidenza sul proprio lato porta a non pensare o a non ascoltare il gesto stesso. Nel débordé viceversa c’è una grandissima consapevolezza del movimento e sono molto chiari i vari momenti da rispettare per far sì che questa manovra abbia gli effetti sortiti. Movimento che parte dal passaggio aereo sul lato opposto, é qui che inizia il gesto e la consapevolezza dello stesso, quindi all’inserimento della pala in acqua e contemporaneamente c’è la rotazione del busto bloccando gambe e addominali, pronti per entrare in azione al momento necessario. Tutte queste fasi costringono l’atleta ad operare in perfetta sintonia con canoa, pagaia e acqua con estrema decisone e calma.
Tutto questo quando ovviamente si utilizza per fare una risalita. Cambiano le dinamiche invece quando il débordé viene utilizzato per le rotazioni, in questo caso è evidente che un colpo indietro o lo stesso aggancio diventa più efficace e rapido.
Guardiamo invece cosa succede fra le donne in canadese le quali poco utilizzano il débordé preferendo ad esso il cambio di mano. Il motivo principale deriva dal fatto che non si sentono sicure e molto spesso perdono gli equilibri, cosa che assolutamente non avviene per gli uomini che considerano questo gesto al pari con il lato di pagaiata. Pagaiare con le braccia incrociate diventa assolutamente naturale, ma bisogna prenderne coscienza e confidenza. Le nuove generazioni in rosa, che sono partite a pagaiare direttamente in ginocchio, stanno naturalmente adoperando il débordé senza particolari difficoltà. Sarà questa la strada che a breve si imporra per la maggiore anche per il settore femminile.
Occhio all’onda!
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