Che cosa fa la differenza?
Ieri mattina con Jirí Prskavec senior si scherzava sul fatto che se fosse lui responsabile del canale a Penrith, come lo è per il canale di Troja, le porte invaderebbero ogni spazio e sarebbero perfette come lo sono a Praga: « magari il prossimo anno gli porto io qualche aggancio nuovo per spostare le porte », commentava l’allenatore del campione del mondo e bronzo olimpico, ed in effetti il sistema delle porte e dell’impianto stesso si è fermato praticamente a 20 anni fa e cioè a quando il canale fu costruito per le Olimpiadi di Sydney. Tutto questo mi ha dato modo di fare una riflessione che condivido e che parte da una constatazione sui risultati ottenuti in questi ultimi 20 anni dal paese dei canguri e dei koala, messi magari a confronto con quelli della Repubblica Ceca. Indiscusso il fatto che l’Australia, prima dell’era Jessica Fox, fenomeno a se stante con DNA speciale, ha avuto pochissimi grandi atleti il più titolato sicuramente è stato Robin Bell, terzo ai Giochi Olimpici di Pechino 2008 e precedentemente campione del mondo nel 2005 proprio qui a Penrith e terzo pure ai mondiali a Foz do Igaçu nel 2007. Cito pure Jacqueline Lawerence, seconda ai Giochi Olimpici di Pechino 2008, e Danielle Woodward seconda a Barcellona 1992, per dovere, ma sono state due meteore per risultati e costanza. La prima aveva avuto precedentemente come miglior risultato un 17esimo posto ai mondiali del 2006 e la seconda un 7^ posto ai mondiali sul Savage river nel 1989. Poi nulla si è costruito e la mega struttura che il mondo intero sfrutta non ha prodotto molto in termine di atleti. Viceversa l'organizzazione della Repubblica Ceca, che tutti noi conosciamo molto bene per risultati e per numero di atleti di alto livello in tutte le categorie (forse unico deficit di oggi il C1 donne dove c’è Martina Sakova che però potrebbe far bene in futuro) è un esempio di efficacia e metodo in assoluto.
In che cosa si differenziano quindi queste due realtà? Tecnici validi in Australia certamente ci sono anche se importati. Il canale australiano è certamente un’ottima palestra per allenarsi visto che tutti veniamo qui preferendolo a quello appena terminato in Nuova Zelanda (costi ancora troppo elevati per ogni ora di acqua e la vita per vivere è più cara, mentre il canale sembra essere troppo discontinuo privilegiando riccioli e salti in ogni dove) o a quelli in Brasile (Foz e Rio) non accessibili. Quindi la differenza non sta nei tecnici e neppure nelle strutture, ma evidentemente bisogna cercarla altrove. Quello che noto mettendo a confronto le due nazioni è la maggior professionalità, la passione e la collaborazione che esiste in Repubblica Ceca rispetto all’Australia tra gli stessi allenatori e l’approccio ad un sistema che mette al centro il lavoro e gli obiettivi da raggiungre. I primi danno l’impressione di avere una struttura o più strutture ben coordinate tra loro con tecnici che passano il loro tempo sul campo e una volta terminato il lavoro si ritrovano per condividere l’attività svolta, utilizzando gli ex-atleti per portare avanti in acqua i giovani. I secondi sono sicuramente tecnici molto validi, ma quasi in conflitto tra loro e che curano piccole nicchie di atleti non dedicando tempo e passione anche per costruire il futuro. Nessun atleta di un certo livello è rimasto a lavorare o a dedicarsi all’attività in acqua. Praticamente è dal 2002 che costantemente vengo in Australia nel periodo invernale e non ho mai visto gruppi di giovani a lavorare sul canale seguiti da tecnici e allenatori, cosa che invece a Praga mi capita di incantarmi per delle ore a guardare come lavorano i cechi con la loro gioventù e le mille proposte che fanno costantemente per attirare attenzione e numeri.
Triste quindi non vedere uscire giovani da questa realtà che ruota attorno praticamene ad un solo nome garantendo però nello stesso tempi a tutti tranquillità e risultati ancora a lungo. Eppure si potrebbe fare molto a partire dalla promozione stessa della canoa slalom cosa che però non vedo fare neppure in occasione delle gare. Si pensi che gli Australian Open - gara ranking ICF - è praticamente ignorata anche dagli stessi abitanti di Penrith, la piccola cittadina ai confini della bella e grande Sydney.
Occhio all’onda!
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