Pagaiata e spinta di gambe
Mi rendo conto che molti atleti di medio ed alto livello cercano solo nel miglioramento delle loro capacità fisiche la soluzione per ottenere quel salto di qualità sperato. Concetto che applicano anche per migliorare la loro tecnica.
Questo periodo dell'anno dovrebbe essere dedicato non solo alla preparazione generale e al miglioramento della propria forza, ma dovrebbe essere anche un momento in cui si rimettono in discussione le proprie certezze tecniche qualunque esse siano. Una revisione di gesti che forse troppo spesso diamo per acquisiti e scontati.
Partiamo dalla pagaiata sulla quale va sempre bene soffermarci per analizzare al meglio questo unico e vero fondamentale della canoa slalom su quale tutto il resto ruota. Il problema più grande e grave lo riscontro spesso nella fase di trasmissione del colpo sulla canoa: si spinge sempre troppo poco con i piedi e c'è una sorta di mancata catena cinetica nel gesto sia in k1 che in C1: da qualche parte si interrompe. Mi preoccupo quando il giorno dopo un allenamento, magari sull'acqua piatta di loops con poche porte, ma con lunghi pezzi per pagaiare chiedo ai mie atleti come stanno e mi rispondono bene nessun problema. Approfondendo il tema chiedo se non hanno dolori alle gambe e in particolare ai polpacci, se mi dicono che effettivamente li hanno senti stanchi o duri allora posso rasserenarmi, ma se non è così quando torniamo in acqua mi concentro maggiormente sull'osservazione della loro pagaiata, probabilmente non hanno usato molto la loro spinta di gambe e bisogna ritornare su questo fondamentale per controllare se effettivamente possiamo sfruttarlo al massimo come dovrebbe essere.
Un buon esercizio per far capire la spinta sui piedi è pagaiare indietro, qui è fondamentale avere il punto di appoggio per spingere sulla pagaia altrimenti si collassa.
E' fondamentale poi quando si assetta il proprio kayak lasciare un certo gioco per le gambe proprio per lasciare la possibilità alle stesse di poter spingere. Bloccandole in toto togliamo la possibilità di trasmettere alla canoa la propulsione ottenuta dall'azione del pagaiare.
Occhio all'onda!
Questo periodo dell'anno dovrebbe essere dedicato non solo alla preparazione generale e al miglioramento della propria forza, ma dovrebbe essere anche un momento in cui si rimettono in discussione le proprie certezze tecniche qualunque esse siano. Una revisione di gesti che forse troppo spesso diamo per acquisiti e scontati.
Partiamo dalla pagaiata sulla quale va sempre bene soffermarci per analizzare al meglio questo unico e vero fondamentale della canoa slalom su quale tutto il resto ruota. Il problema più grande e grave lo riscontro spesso nella fase di trasmissione del colpo sulla canoa: si spinge sempre troppo poco con i piedi e c'è una sorta di mancata catena cinetica nel gesto sia in k1 che in C1: da qualche parte si interrompe. Mi preoccupo quando il giorno dopo un allenamento, magari sull'acqua piatta di loops con poche porte, ma con lunghi pezzi per pagaiare chiedo ai mie atleti come stanno e mi rispondono bene nessun problema. Approfondendo il tema chiedo se non hanno dolori alle gambe e in particolare ai polpacci, se mi dicono che effettivamente li hanno senti stanchi o duri allora posso rasserenarmi, ma se non è così quando torniamo in acqua mi concentro maggiormente sull'osservazione della loro pagaiata, probabilmente non hanno usato molto la loro spinta di gambe e bisogna ritornare su questo fondamentale per controllare se effettivamente possiamo sfruttarlo al massimo come dovrebbe essere.
Un buon esercizio per far capire la spinta sui piedi è pagaiare indietro, qui è fondamentale avere il punto di appoggio per spingere sulla pagaia altrimenti si collassa.
E' fondamentale poi quando si assetta il proprio kayak lasciare un certo gioco per le gambe proprio per lasciare la possibilità alle stesse di poter spingere. Bloccandole in toto togliamo la possibilità di trasmettere alla canoa la propulsione ottenuta dall'azione del pagaiare.
Occhio all'onda!
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