Si torna ai due pali!
Un bicchiere di vino rosso a cena lo bevo volentieri, da colore al cibo e alla vita senza contare che combatte, in modo intelligente e senza spreco di energie, i radicali liberi. Già! sarebbe proprio bello mantenere le tradizioni, ma da queste parti neppure l’ombra.
Per il resto tutto bene, tramonti rosso fuoco, temperatura ideale e tanti atleti che ogni giorno ci regalano momenti emozionati e tanti punti su qui riflettere.
Anche il bording ICF dello slalom internazionale si sta chiedendo cosa fare per il futuro e propone un forum per esternare le proprie idee, prima di andare, a fine febbraio, a cambiare alcune regole. Diversi i temi in discussione. Ma mi spaventa soprattutto il fatto che stiano ancora discutendo se le porte devono essere a due pali o a uno solo. Avevamo fatto un passo avanti con la scelta di passare al palo unico e ora dopo un momento di evoluzione eccoci all’involuzione. “We come back to the past” direbbero gli inglesi, mentre l’amico Cicerone alzando il tono della voce affermerebbe: “Haec adhuc. Sed ad praeterita revertamur”
Indiscutibile, dal mio punto di vista, la porta con il palo singolo tanto più in risalita. Questa scelta aveva portato dinamicità alle manovre e nello stesso tempo una grande spettacolarità lasciando l’atleta libero di esprimere tutta la sua potenza fisica e la sua abilità acrobatica in ogni passaggio. Ora la tendenza, ma ormai la realtà è solo questione di qualche mese, è quella di ritornare indietro, costringendo gli atleti a involversi e a ritornare a manovre troppo limitanti e asettiche. Lo slalom ha bisogno di velocità che arriva da percorsi filanti e non troppo lunghi. Quando superiamo i 70 secondi entriamo già in una fase di “decelerazione” fisica ed “emozionale”. Uno spettatore non può mantenere alta la sua concentrazione se superiamo questi tempi. Prendiamo esempio da sport come lo snowboard (grande successo di pubblico, praticanti, sponsor ed interessi televisivi) o lo sci dove i tempi di gara si vanno sempre più accorciando.
Ora torniamo a discutere che per lo spettatore è meglio avere una porta fatta di due pali perché così può seguire meglio la discesa o il giudice può svolgere meglio il suo lavoro. Ma quando mai uno spettatore entra nello specifico tecnico di un gesto atletico? Nello sci quanti sanno che le porte sono in realtà formate da due pali, anche se in realtà se ne vede sempre uno solo? Lo slalom, lo ripeto fino alla nausea, ha bisogno di velocità. Il palo unico offre questa opportunità. Io sarei anche per abbassare il valore della penalità e cioè dagli attuali 2 secondi al mezzo secondo. Ma queste rimangono solo utopie visto che la commissione internazionale ormai è arrivata a tornare sui suoi passi, cosa che per la verità si era capito da tempo considerando i percorsi che sono stati disegnati anche agli ultimi campionati del mondo.
Ci sono poi anche novità in relazione al passaggio dalla qualifica alla semifinale. In sostanza si propone di far passare un certo numero di atleti nella fase successiva dopo la prima manche e andare a disputare la seconda manche di qualifica solo con gli atleti che non hanno passato l’ostacolo. Quindi in seconda manche ci saranno ancora una sorta di ripescaggi solo fra i non già qualificati. Scopo: ridurre i tempi di gara molto lunghi.
Gli altri cambiamenti sono di poca sostanza. Ciò che deve preoccupare però l'assoluta assenza di perspicacia verso il futuro. Così facendo restiamo ad uno slalom fermo ai suoi albori.
Occhio all'onda!
Per il resto tutto bene, tramonti rosso fuoco, temperatura ideale e tanti atleti che ogni giorno ci regalano momenti emozionati e tanti punti su qui riflettere.
Indiscutibile, dal mio punto di vista, la porta con il palo singolo tanto più in risalita. Questa scelta aveva portato dinamicità alle manovre e nello stesso tempo una grande spettacolarità lasciando l’atleta libero di esprimere tutta la sua potenza fisica e la sua abilità acrobatica in ogni passaggio. Ora la tendenza, ma ormai la realtà è solo questione di qualche mese, è quella di ritornare indietro, costringendo gli atleti a involversi e a ritornare a manovre troppo limitanti e asettiche. Lo slalom ha bisogno di velocità che arriva da percorsi filanti e non troppo lunghi. Quando superiamo i 70 secondi entriamo già in una fase di “decelerazione” fisica ed “emozionale”. Uno spettatore non può mantenere alta la sua concentrazione se superiamo questi tempi. Prendiamo esempio da sport come lo snowboard (grande successo di pubblico, praticanti, sponsor ed interessi televisivi) o lo sci dove i tempi di gara si vanno sempre più accorciando.
Ora torniamo a discutere che per lo spettatore è meglio avere una porta fatta di due pali perché così può seguire meglio la discesa o il giudice può svolgere meglio il suo lavoro. Ma quando mai uno spettatore entra nello specifico tecnico di un gesto atletico? Nello sci quanti sanno che le porte sono in realtà formate da due pali, anche se in realtà se ne vede sempre uno solo? Lo slalom, lo ripeto fino alla nausea, ha bisogno di velocità. Il palo unico offre questa opportunità. Io sarei anche per abbassare il valore della penalità e cioè dagli attuali 2 secondi al mezzo secondo. Ma queste rimangono solo utopie visto che la commissione internazionale ormai è arrivata a tornare sui suoi passi, cosa che per la verità si era capito da tempo considerando i percorsi che sono stati disegnati anche agli ultimi campionati del mondo.
Ci sono poi anche novità in relazione al passaggio dalla qualifica alla semifinale. In sostanza si propone di far passare un certo numero di atleti nella fase successiva dopo la prima manche e andare a disputare la seconda manche di qualifica solo con gli atleti che non hanno passato l’ostacolo. Quindi in seconda manche ci saranno ancora una sorta di ripescaggi solo fra i non già qualificati. Scopo: ridurre i tempi di gara molto lunghi.
Gli altri cambiamenti sono di poca sostanza. Ciò che deve preoccupare però l'assoluta assenza di perspicacia verso il futuro. Così facendo restiamo ad uno slalom fermo ai suoi albori.
Occhio all'onda!
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