Ancora news Kayak e atleti in ferie
Qui dal Medio Oriente arrivano ancora novità per quanto riguarda i materiali: restiamo sui kayak.
Oggi ho avuto modo di parlare con Mateus Polaczyk il quale ha apportato delle modifiche alla sua “Tango” dell'omonima azienda. E' stata leggermente sfinata la punta, ma sostanzialmente fino a 40 cm. dietro il pozzetto lo scafo è rimasto uguale alla versione precedente. Ha abbassato la coda allargandola di qualche centimetro nella parte finale. Il risultato, secondo lo stesso slalomista, bronzo ai mondiali di Praga 2013, argento a Bratislava 2011, quarto ai Giochi Olimpici di Londra, è quello di avere una barca più nervosa e più facile da girare. Ideale per tracciati non troppo impegnativi. “Volevo un kayak più dinamico ed è per questo che ho fatto questi cambiamenti, per il momento lo sto provando, vediamo cosa farò per le gare”. Svelato anche il segreto del nome. La scelta è stata fatta dalla fidanzata che è una ballerina professionista e il tango è una delle sue danze preferite. La nuova versione si chiama “Tango flash” quindi dopo il tango tradizionale e dopo quello nuevo arriva anche quello flash... devo chiedere al mio maestro di che tango si tratta!
Scoperte anche le sperimentazioni di Galasport sul suo kayak di punta e cioè il Sonic Boon. Il prototipo che c’è qui ha il pozzetto arretrato di qualche centimetro e poi è stata sfinata la coda nel tentativo di renderla più agile nelle rotazioni. Queste idee e le relative modifiche sono state improntate da Joseph Clarke e da Boris Neveau.
Chi non ne vuole sapere di cambiamenti è il campione del mondo in carica e cioè Vavrina Hradilek che avvalora la tesi di sempre:”non ho fatto nessun cambiamento perché mi trovo bene con questa canoa, ma rimane il fatto che nessuna canoa è comunque uguale all’altra. C’è sempre qualche piccola differenza nella costruzione anche se è lo stesso modello e la stesa taglia”. Come dargli torto? La lavorazione è influenzata da un sacco di fattori a partire dalla temperatura, umidità e tempi di tiraggio. La canoa è un vestito che si indossa e ogni giorno in base a come la porti si adatta alle tue caratteristiche, proprio come un maglione o una giacca. Per starci bene la devi sentire addosso e trovarti a tuo agio il resto poco conta.
Sono rimasto scioccato nel sapere che un atleta professionista ha dovuto prendersi 30 giorni di ferie per venire ad allenarsi al “Wadi Adventure Centre”. Passi il fatto che venga a sue spese, passi il fatto che gli allenatori federali non lo considerino, passi pure il fatto che non abbia nessun tipo di agevolazione dal suo Club se pur professionista, ma che debba usare le ferie per allenarsi, quando l’allenarsi è il suo lavoro mi sembra proprio assurdo. Poi parlano di grandi progetti, condivisioni e scrivono che gli italiani sono a Dubai (scusate poi corretto in Al-Ain), ma perché tra parentesi non specificano come sono venuti qui questi nostri atleti tanto che la gente e il popolo di canoisti sappia come girano veramente le cose?
Perché il direttore tecnico non risponde alle e-mail che chiedono le motivazioni di determinate scelte?
Occhio all’onda!
Commenti
Posta un commento