ADIGEMARATHON
L’Adigemarathon è l’orologio del mio tempo, segna la mia vita ed è la fotografia dell’amore per la canoa.
10 anni fa, giusto dopo le olimpiadi di Atene, con Franco Conforti, Alviano Mesaroli e Bruno Panziera avevamo un sogno in comune, quello cioè di dare vita ad una manifestazione che radunasse un po’ tutte le realtà della canoa. Una sorta di festa della pagaia a fine stagione prima del grande freddo e prima che l’acqua abbandonasse il nostro fiume in attesa del nuovo disgelo. Coinvolgere i due canoa Club, Verona e Pescantina, non ci volle molto visto l’entusiasmo che da sempre anima queste due associazioni sportive per condividere con tutti le emozioni di pagaiare sull’amato Adige. La Federazione Italiana Canoa Kayak, a quel tempo con presidente Conforti, fu particolarmente sensibile per questa iniziativa, poi la Federazione Canoa Turistica fece il resto e riscoprimmo la sincera amicizia con un personaggio mitico e unico come Arcangelo Pirovano.
Nasceva quindi da un sogno una manifestazione che tutt’oggi è un sogno e che negli anni è cresciuta in maniera esponenziale grazie soprattutto ai tanti volontari che animano da sempre questo momento dedicato ai canoisti di tutta Europa e non solo.
Nel 2006 non c’era più tempo per lui di dedicarsi al piacere della discesa perché iniziò a lavorare nell’organizzazione in acqua per la sicurezza e per portare poi a valle i gommoni. Necessitavamo di guide. Lui era ancora giovane, ma già allora si nutriva di canoa, fiumi, canali, porte da slalom e sogni competitivi. L’esperienza non gli mancava per la marathona e lavorando si impara. Io me lo ricordo piccolo, piccolo, con un salvagente giallo a corpetto e un casco da ciclista verde acqua. Poi fermo alla rapida sotto il ponte dell’autostrada e poi ancora a incitare i compagni sul gommone. Ritornava a casa raccolto dalla mamma, mentre io mi fermavo a smontare i tendoni e a mangiare la pizza con chi aveva lavorato fino all’ultimo.
C’era quel momento magico a Borghetto d’Avio quando il buon Borghetti mi aspettava tra la nebbioina che saliva dal fiume per consegnarmi la pistola che avrebbe dato il via alla gara e mi faceva tutte le raccomandazioni del caso.
Quella corsa verso l’isola di Dolcè per immergermi nel vero spirito di questa manifestazione. Due parole al microfono con il l’amico e collega Maurizio, due parole anche con Ivano che coordinava le partenze con i gommoni. Lui mi sorrideva e mi diceva :"vai tranquillo qui tutto ok, ci pensiamo noi". Poi via verso Pescantina dove ad aspettarmi Stefano e il suo staff della RST Service, mi microfonavano e iniziava la festa grazie alla loro grande professionalità.
Le premiazioni con lo sguardo che cercava Alviano. La sua presenza in piazza significava che tutto era andato bene e che potevamo considerare chiusa la parte in acqua della manifestazione. Poi vedevo Massimo Ugolini salutarmi sbracciandosi e facendomi segno che scappava via per mandare i comunicati stampa che i colleghi delle tante redazioni stavano aspettando.
Gli abbracci, i baci, le strette di mano, le parole di amici, canoisti, conoscenti e non tra una parola e l’altra detta al microfono, prima di iniziare a smontare l’infinità di tendoni che coprono la zona arrivo per la mostra mercato. Chicco, Vladi, Leone, Ennio, Carlo, Giorgio, Spagna, Filo, Teo con loro fino all’ultimo palo da caricare sul camion, sporchi, impolverati, stanchi, ma tutti enormemente felici.
C’era poi quell’ultimo sguardo con Bruno prima di prendere la via di casa per dirci: è finita!
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