Indifferenza, ma...
Tramonto sul campo di allenamento a Foz do Iguaçu |
Finalmente si torna a lavorare bene. Ci si può chiedere: perché, prima no?
Sembra incredibile, ma purtroppo non sempre è così facile come dovrebbe essere.
Si parte dalle idee e sicuramente dalla propria professionalità, passando dal presupposto che ci sia la voglia di esprimere quello che hai dentro. L’obiettivo è quello di vedere tutto ciò realizzarsi come hai in testa: limpido, lineare e soprattutto molto molto logico. Il tutto, credo, che prenda vita da una forza interiore che ti spinge a insistere e a non mollare mai cercando di scalare montagne che a volte diventano sempre più alte e impegnative.
Poi ti scontri con quella che è la realtà fatta di tanta e tanta burocrazia, carte, permessi, indifferenza. Ecco probabilmente l’aspetto più deleterio della vita, incontrare politici, dirigenti, burocrati che svolgono il loro lavoro con indifferenza e senza dare peso e calore al valore delle proposte e dei progetti.
Poi arriva l’acqua al canale e porta con sé tutta la sua energia. Ricarica tutto e tutti e torni a sognare. Le idee e la voglia di concretizzarle ritornano ad animarti e spingono forte per continuare la scalata verso la cima dove si potrà trovare aria fresca e spumeggiante. Ma soprattutto ci sarà la possibilità per i nostri atleti, o per lo meno per quelli che avranno avuto la costanza di portare avanti il lavoro, di trovare tutte le risposte ai loro perché. Solo allora si renderanno conto che è valsa effettivamente la pena di fare tutto ciò. E allora la felicità arriva anche da due belle sessioni di allenamento: semplici, interessanti, entusiasmanti e piene di positività per tutti.
La prima di tecnica fuori dalle porte e la seconda di simulazione gara. Beh diciamo che si è trattato di una sessione tecnica particolare dove ho cercato di mettere gli atleti nella condizione di scoprire i limiti del loro equilibrio. Abbiamo iniziato con un paio di discese del canale pagaiando indietro dall’inizio alla fine senza sosta e senza mettere la punta a valle. Poi la pagaia è stata sostituita con un traverso delle porte da slalom, quindi un paio di discese senza pala. Siamo passati poi all’esercizio più interessante. Discendere il canale in coppia, ognuno sulla sua canoa, ma uno dei due bendato con l’altro che lo guidava con la voce. Decisamente interessante.
Ci siamo poi concentrati sulla spinta della pala e sulla sua duttilità. Mi spiego meglio. La pagaia che abbiamo tra le mani la si può utilizzare nella maniera più tradizionale oppure la si può trasformare per spingersi sulle pareti del canale, accentuando così il lavoro di rotazione nella fase di spinta. Un ottimo esercizio per sentire e percepire il lavoro opposto fatto dalle gambe in contrapposizione alla rotazione delle spalle. Tanti altri esercizi ancora come quelli di discendere il canale senza togliere la pala dall’acqua oppure utilizzando solo il debordè. Alla fine nessuna porta fatta, ma tanti eskimi e tanta acquaticità che ha fatto prima di tutto divertire i miei atleti e ha poi contribuito a renderli ipersensibili ad ogni movimento d’acqua che si forma sul canale e li ha costretti a cercare soluzioni e risposte utilizzando mezzi diversi da quelli usuali. Hanno cioè dovuto puntare tutto sulle loro reazioni istintive in relazione alle situazioni che si presentavano di volta in volta.
il monitor del mio Mac - sulla sinistra il video live e sulla destra una pagina di foglio elettronico per appuntare gli intermedi e il tempo finale |
La simulazione gara è l’allenamento più interessante che si possa fare e che si possa proporre agli atleti. Se partiamo dal presupposto che ci alleniamo non per passare il tempo, ma per competere, la simulazione gara diventa l’essenza dell’allenamento. Infatti riporta gli atleti in questa e su questa dimensione concreta, reale con tutte le sue difficoltà e problematiche. Un atleta si allena solo per uno scopo: quello di fare le gare mentre le gare diventano il vero allenamento. Quindi da questa logica nasce il fatto che più gareggio e più mi alleno. Più mi alleno specificatamente e più le mie possibilità di far bene aumentano. Logico e matematico. Il problema nasce solo dal fatto di riuscire a rendere interessante e non stressante ogni prova. Noi per far questo cerchiamo di riprodurre il più possibile le condizioni di gara, senza trascurare ad esempio i particolari come potrebbero essere quello di indossare il numero o quello di preparare l’allenamento fin dal giorno precedente. Durante la prova gli atleti vengono filmati e cronometrato in ogni passaggio determinante e in ogni risalita. Subito alla fine della loro singola discesa viene analizzata la prova con i tecnici e con l’ausilio del video. I riferimenti cronometrici presi aiutano a capire meglio ogni singolo passaggio. Se serve vengono messi anche in parallelo i vari atleti per vedere eventuali differenze di linee o tecnica. Tutto questo per aiutare l’atleta a percepire e a capire ciò che ha messo in pratica. Aggiustarlo dove serve o memorizzarlo così com’è se si ritiene già di per sé buono.
E’ un lavoro a lungo termine, non bisogna aver fretta e non bisogna trascurare nulla, bisogna solo mantenere la giusta calma che arriva anche al termine di una giornata passata sul campo di allenamento e allietata però da un tramonto romantico che ti fa rimpiangere gli amori lasciati a casa!
Occhio all'onda!
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