Week-end finito
Il primo week-end di ritorno a Foz , dopo tanto tempo, è finito!
Domenica mattina abbiamo pagaiato sul lago superiore di Itaipu con Teco, Ana e Omira, mentre al pomeriggio mi sono rilassato leggendo e dopo essere andato a fare la spesa per la cena: avevo promesso di preparare una carbonara per tutti. Mannaggia a volte non fa bene rilassarsi troppo, tanto più se si sta vivendo un momento di standby generale sui progetti futuri. Abbiamo problemi di siccità e così l’acqua non entra nel canale con la conseguente impossibilità per noi di allenarci. Tutto ciò ha portato a cambiare i programmi che avevamo studiato fino nei minimi dettagli e che invece poi sono saltati causa ritardi burocratici e, come già si sa, per motivi naturali: ha piovuto poco nei mesi passati e ora paghiamo tutto ciò. Così a metà pomeriggio di domenica sono saltato sul letto, cacciato il libro che sto leggendo lontano e mi sono rimesso a rivedere l’architettura del piano di allenamento in funzione delle possibili alternative.
Mai mi era successo in passato di esser costretto a rivedere tante volte un piano di allenamento che normalmente è progettato per vedere una crescita dei propri atleti nel quadriennio olimpico. Sì certo, qualche aggiustamento va fatto, ma certamente non rivoluzionato in toto. Spesso mi è capitato di dover cambiare qualche data o ritardare qualche tipo di lavoro per un’improvvisa influenza e o per qualche malanno fisico. Qualche volta anche per gare rinviate o cancellate. Ma oggi sono costretto a rivedere tutto il quadro nel suo complesso e ridisegnarlo con tutti i rischi annessi. Mi ero fatto una minuziosa tabella di marcia con tanto di interventi specifici e mirati alle varie problematiche individuali, appuntandomi i vari lavori fatti giornalmente. Ero soddisfatto perché in quest’ultimo anno e mezzo eravamo cresciuti quasi costantemente ed eravamo sulla strada giusta per proseguire l’avanzata verso Rio 2016. Sulla mia scrivania, ieri, iniziavo a rimettere mano ai programmi e così in un attimo mi sono ritrovato sommerso da documenti e note varie che uso fare durante queste analisi. I fogli e i libri hanno invaso anche il mio lettone, ma non mi sono dato per vinto.
foto di Franca Formenti da Facebook |
Nelle foto della gara di Parma, gentilmente postata dalla onnipresente Franca ho visto un Vladi Panato che mi ha ricordato tanto Giancarlo Parenti mitico personaggio del Canoa Club Val Trebbia, dove erano emersi i vari Sbaraglia, Montruccoli, Capuzzo, Baravelli (questi ultimi due tutt’ora in attività) e tanti altri. Il buon Vladi, con i jeans rimboccati in mezzo al fango, a controllare i suoi allievi pronto ad intervenire per ogni emergenza. Mentre Simonelli agguantava una forchettata di pasta fatta a bordo campo... Proprio come un tempo, quando ci si portava il fornello a gas e il pentolone per far da mangiare alla ciurma. Anche le cronache post gara sanno tanto del tempo passato. Lo stile dell’ufficio stampa federale sembra ispirarsi ancora al “Dizionario sportivo italiano” del 1932 firmato da Ermanno Amicucci direttore della Gazzetta del popolo di Torino. Certo chissà quanto tempo è stato usato per trovare un attacco così accattivante che non lascia scappare il potenziale lettore:
P.S. la carbonara è venuta buona e i ragazzi si sono leccati i baffi chiedendo il bis!!!!
Grande la carbonara in Brasile...ci credo che si sono leccati i baffi. ma ti sei fatto crescere la barba?
RispondiEliminaTonno
Parma città, ma Il Parma, o La Parma è anche un torrente...che come il Brenta, si può anche chiamare La Brenta. Ed è proprio del torrente e non della città che si parla nell'articolo. Buoni allenamenti! Spero che invece la fotogallery di Città di Castello ti piaccia un po'di più!
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