Per non perdere il momento
Un allenatore vive di piccole, ma nello stesso tempo di grandi soddisfazioni.
Bisognerebbe fare sempre una fotografia di quando si inizia a lavorare per poi ripeterla con costanza e regolare cadenza. Alla fine, accostando i vari fotogrammi, ci si può rendere conto del lavoro effettivamente portato avanti e della crescita avvenuta. Questo è un sistema.
A volte però il lavoro ti regala delle sorprese e allora senti dalla voce di un tuo atleta, al termine di un esercizio che non riusciva a mettere in atto qualche mese fa, “però allora l’allenamento serve veramente!” Questa testimonianza diventa la vera spinta per continuare a lavorare e a credere in quello che si sta facendo. È qui che scatta il momento di maturazione dell’atleta, quando tocca direttamente con mano il risultato, quando cioè raggiunge l’obiettivo. In questo momento nel suo patrimonio personale si scriverà un nuovo capitolo che gli permetterà di proseguire al meglio la sua maturazione.
Monitorare la crescita e gli sviluppi dell’allenamento serve a due scopi precisi. Il primo per avere dei chiari punti di riferimento se il lavoro proposto e fatto ha delle ripercussioni positive e in quanto tempo, mentre il secondo obiettivo è ricevere dai dati informazioni su come proseguire il lavoro senza mai adattarsi alle proposte precedenti. Ciò che poteva andare bene tempo addietro, magari non può andare bene oggi o tanto meno per un futuro prossimo o remoto.
Annotarsi i miglioramenti sarà molto utile e diventerà un punto di riferimento preciso per l’allenatore e per il suo atleta. Interessante prendere nota non solo dei vari test effettuati, ovviamente, ma anche dei piccoli miglioramenti che magari si possono notare durante l’allenamento.
Molto spesso l’atleta che effettua il Test potrebbe pagare l’ansia da prestazione e non ottenere i risultati sperati, mentre durante l’allenamento l’atleta è libero di esprimersi, senza nessuna preoccupazione.
Comparare eventualmente i due dati (test consapevole e test inconsapevole) risulterà molto utile per capire se il proprio atleta è affetto da questa “malattia”!
Spesso e volentieri applico questi sistemi proprio per capire in profondità l’atleta con cui lavoro. Interessante successivamente mettere a conoscenza di ciò lo stesso atleta consegnandoli i risultati dell’analisi fatta.
A casa e ora anche qui, ho “tonnellate” di quaderni di appunti con disegni, percorsi di gare, idee che nascono osservando gli allenamenti, gare, video. Scrivo tutto perché ciò mi dà modo di concretizzare in quel momento il pensiero e successivamente per riprenderlo e rielaborarlo.
Interessante e soprattutto comodo per ritrovare e ritrovarsi
Occhio all'onda!
Bisognerebbe fare sempre una fotografia di quando si inizia a lavorare per poi ripeterla con costanza e regolare cadenza. Alla fine, accostando i vari fotogrammi, ci si può rendere conto del lavoro effettivamente portato avanti e della crescita avvenuta. Questo è un sistema.
A volte però il lavoro ti regala delle sorprese e allora senti dalla voce di un tuo atleta, al termine di un esercizio che non riusciva a mettere in atto qualche mese fa, “però allora l’allenamento serve veramente!” Questa testimonianza diventa la vera spinta per continuare a lavorare e a credere in quello che si sta facendo. È qui che scatta il momento di maturazione dell’atleta, quando tocca direttamente con mano il risultato, quando cioè raggiunge l’obiettivo. In questo momento nel suo patrimonio personale si scriverà un nuovo capitolo che gli permetterà di proseguire al meglio la sua maturazione.
Monitorare la crescita e gli sviluppi dell’allenamento serve a due scopi precisi. Il primo per avere dei chiari punti di riferimento se il lavoro proposto e fatto ha delle ripercussioni positive e in quanto tempo, mentre il secondo obiettivo è ricevere dai dati informazioni su come proseguire il lavoro senza mai adattarsi alle proposte precedenti. Ciò che poteva andare bene tempo addietro, magari non può andare bene oggi o tanto meno per un futuro prossimo o remoto.
Annotarsi i miglioramenti sarà molto utile e diventerà un punto di riferimento preciso per l’allenatore e per il suo atleta. Interessante prendere nota non solo dei vari test effettuati, ovviamente, ma anche dei piccoli miglioramenti che magari si possono notare durante l’allenamento.
Molto spesso l’atleta che effettua il Test potrebbe pagare l’ansia da prestazione e non ottenere i risultati sperati, mentre durante l’allenamento l’atleta è libero di esprimersi, senza nessuna preoccupazione.
Comparare eventualmente i due dati (test consapevole e test inconsapevole) risulterà molto utile per capire se il proprio atleta è affetto da questa “malattia”!
Spesso e volentieri applico questi sistemi proprio per capire in profondità l’atleta con cui lavoro. Interessante successivamente mettere a conoscenza di ciò lo stesso atleta consegnandoli i risultati dell’analisi fatta.
A casa e ora anche qui, ho “tonnellate” di quaderni di appunti con disegni, percorsi di gare, idee che nascono osservando gli allenamenti, gare, video. Scrivo tutto perché ciò mi dà modo di concretizzare in quel momento il pensiero e successivamente per riprenderlo e rielaborarlo.
Interessante e soprattutto comodo per ritrovare e ritrovarsi
Occhio all'onda!
Commenti
Posta un commento