Cioccolata e cannella?


Alla fine mi sono deciso. Era qualche tempo che ci giravo attorno, passavo, guardavo, leggevo la lista, mi soffermavo ad ammirare e poi non prendevo mai il coraggio di provare. Vuoi per il fatto che bene o male sono sempre di fretta, vuoi per la naturale diffidenza che ci può essere in questi casi o vuoi anche per il fatto che se poi la cosa mi fosse gustata non avrei avuto altre scuse per non dire che fondamentalmente qui c’è anche questo! Beh alla fine l’altro giorno ho preso la storica decisione. Mi sono seduto, ho aspettato l’arrivo della signorina che mi portava la lista, che ovviamente conoscevo già a memoria e, appena me l’ha consegnata, ho ordinato con decisione: “um capuccino obrigado”. Ora il tempo che è passato dalla comanda all’arrivo della sospirata bevanda non lo conosco con precisione, ma sicuramente è passata una vita con due richieste da parte della solerte cameriera. Una prima volta, dopo circa cinque minuti è venuta al mio tavolo per chiedermi se nel cappuccino ci volevo la cioccolata. Io ho risposto che mi sembrava una bella idea. Passano poco più di cinque minuti e la tipa ritorna e mi chiede: ”Você quer canela?”. A questo punto proviamo tutto nella vita e rispondo “sim obrigado”, convinto che fosse finalmente tutto chiaro e che qualche barista si potesse mettere all’opera per portarmi il cappuccino che avevo ordinato mezz’ora prima. Il bar, che si chiama “Stratto Caffè”, è al secondo piano del mega store "Catarata" a dieci minuti di cammino dalla “Pousada do Chico” dove viviamo tutti noi. I ragazzi ogni tanto fanno una scappata per distrarsi un pochino, fare qualche acquisto e per mangiare qualche gelato visto il caldo di questi giorni. Io ci vado raramente, ci sono stato per fare qualche compera pochi giorni fa e per gustarmi questo cappuccino di cui avevo sentito parlare dagli stessi miei atleti. Qualche mattina fa imprecavo per la mancanza di un buon caffè italiano e allora alcuni di loro mi facevano presente di questa opportunità... che in realtà io adocchiavo da tempo. Bene il tempo scorre e allo shopping passa molta gente. C’è chi occupa i tavolini vicino al mio. Vengono serviti, bevono e se ne vanno via. Arriva altra gente che segue più o meno lo stesso ordine delle cose, ma del mio sospirato cappuccino nulla! Butto l’occhio dove c’è la macchina del caffè ed in effetti ci sono ben tre persone intente a trafficarci attorno. Evidentemente le richieste sono molteplici, anche se in realtà mi sembra che si vendano più succhi di guanajaba, birre e coca-cola. Speriamo bene. Per fortuna ho i miei appunti sull’allenamento da finire di sistemare e allora ne approfitto, in fondo non si sta male da quelle parti. Quasi quasi mi dimentico che cosa ci sto a fare lì in mezzo al centro commerciale, seduto su un tavolino, con il block-note e con le mie penne sparse ovunque. Mi sorprendo quando d’improvviso mi si para davanti la ragazza con un vassoio enorme che guardandomi mi fa capire di sgomberare il campo per lasciare spazio all’ordine fatto. Raccolgo tutto in un battibaleno, sistemo nello zainetto (mi sembra di essere Oliver Fix che da allenatore girava sempre accompagnato da un mega zaino che con L8 ci chiedevamo sempre cosa mai contenesse) e mi preparo. In effetti lo spettacolo è unico: non è un semplice cappuccino che noi italiani beviamo tre volte al giorno, ma una sorta di opera d’arte. Percepisco che nell’aria c’è una certa tensione perché la ragazza mi guarda e contemporaneamente i tre addetti alla macchina del caffè stanno osservando la scena e stanno cercando di capire la mia reazione. Mi sento osservato, capisco che è un momento delicato. Guardo a destra, guardo a sinistra un pelo perplesso e alla fine guardo la ragazza e le faccio un sorrisone, lei si rasserena, e fa un cenno di "ok" ai tre tipi dietro la macchina e dopo che l’ho ringraziata se ne va soddisfatta. Ho aspettato parecchio, ma alla fine sembra esserne valsa la pena. Dal punto di vista visivo è un gran bel cappuccino, i ricami sopra la schiumetta sono decisamente raffinati. Si nota la cannella e la cioccolata, un tratto sicuro e molto regolare, il tutto crea la forma di un fiore. La tazza è accompagnata da un’altra tazzina più piccola che scopro essere panna acidula che secondo un mio rapido ragionamento dovrebbe consumarsi con la stessa bevanda principale. E’ un peccato rovinare un capolavro così e allora prima di attaccarlo faccio una foto. Non è male anche se diverso per consistenza dai nostri cappuccini. La schiumetta contiene troppa aria, ma se accompagnata dalla panna non è poi così male. Arrivo alla sostanza dopo qualche minuto e qui si inizia a sentire la cannella che nel frattempo si è impadronita del gusto del caffè. L’ultima sorsata mi lascia comunque un buon sapore e il retrogusto è piuttosto forte. Mi pulisco le labbra tra loro, assaporo ancora una volta il piacere di aver bevuto qui un buon cappuccino e mi riprometto di ritornare... magari avviso prima con una telefonata o una mail così quando arrivo sarà già pronto!

Occhio all'onda!

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