Fiori per Amur
Al canale di slalom è un rigoglio di colori e profumi. Ci sono gruppi di alberelli con fiori rossi, gialli, bianchi, fucsia. Li vorrei raccogliere tutti e donarli ad Amur. Fisicamente non posso, ma con il pensiero posso fare quello che voglio ... ora sono più felice!
La notte qui rinfresca e alla mattina quando arrivo sul posto di lavoro trovo l’erbetta umida che è cresciuta a dismisura dal giorno prima. L’hanno tagliata qualche giorno fa, solo ieri sono passati a raccoglierla e oggi era già ritta in piedi con le puntine di un verde chiarissimo. La natura non si ferma e neppure noi che siamo quasi alla fine della nostra terza settimana di carico. Tutti sono in attesa di una pausa che arriverà puntuale domani dopo l’allenamento della mattina. Infatti stiamo organizzando, con il mio collega allenatore canadese Michal, un “Social Canoa Kayak Party” fra le due squadre, ma di questo vi racconterò magari un’altra volta.
Mi chiedevo tuttavia cosa dovevo fare per riuscire a far capire ad alcuni miei ragazzi che in canoa, e specialmente in slalom, ci si va prima con la testa e poi con la forza delle braccia. Anche oggi ho combattuto contro il loro istinto animale di tagliare in entrata tutte le risalite e di conseguenza uscire qualche metro più a monte delle paline stesse. Non è nella loro natura, non è nel loro DNA, che sto riscrivendo, non è nella loro logica pensante e allora... il colpo di genio è arrivato dalla mia disperazione. Ho adatto una tecnica che il mio maestro di tango, il mitico Graziano, mi ha fatto una volta per farmi girare stretto su me stesso e cioè mi si è messo proprio appiccicato costringendomi ad eseguire il tutto in quel angusto angolino che mi aveva concesso. Quindi a metà allenamento ho cambiato tutto il tracciato e ho spostato le risalite a ridosso delle pietre in uscita. Grazie a Dio è facile farlo, visto che il campo di slalom è fissato sui cavi che corrono paralleli a tutto il percorso. Lo spazio vitale quindi per non schiantarsi sulle pareti rocciose, una volta fatta la risalita, era minimo. I ragazzi, anche i più testardi, erano costretti ad aprire l’entrata per poi cercare la via di fuga tra la palina e il masso che delimita la morta. Dopo il primo giro con porte che volavano da ogni lato ho messo un’altra piccola regola: 1 real per ogni tocco! Beh ragazzi mie quando si parla di soldi le cose cambiano per tutti e finalmente non più tocchi e uscite raso porta! E’ stato duro spiegare ai canadesi perché tutte le risalite erano in quei posti così ameni. Io ho glissato dicendo che le avevo spostate perché non ci servivano, chissà se mai ci hanno creduto!
Occhio all’onda!
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