Vola come una farfalla punge come un'ape


Il mio amico Carlo, che è una gran brava persona dalla mente sopraffina, dall’aspetto burbero, ma dal tratto gentile, mi ha detto che sono un pochino nostalgico, ma non è vero. Non ho rimpianti come atleta e tanto meno come allenatore. Tutto quello che posso fare l’ho sempre fatto e non ho mai lasciato nulla di intentato... ovviamente con i mezzi a mia disposizione e con le forze che mi erano e mi sono concesse. Raccontare le imprese di eroi che vestono armature leggere e lunghe 3 metri e 50 o poco più mi riempie sempre di gioia e mi fa star bene, perché penso che troppo poco onore viene offerto alle loro sane evoluzioni acquatiche.
A parte tutto ciò, e chiarito il concetto, oggi non ho potuto però non rituffarmi nel passato, mentre ammiravo esterefatto un Martino a petto traghettare nel buco centrale di Tacen. L’associazione arriva, anche senza volerlo, chiara e limpida come l’acqua cristallina del Cellina. Due sinistri, due fuori classe, due ciunisti potenti e abili, due atleti che hanno fatto la storia della canoa slalom, due slalomisti che hanno caratterizzato oltre un decennio di storia mondiale. Biondi e dalla carnagione chiara, padri entrambi di due femmine. Nomi semplici, ma rindondanti di energia, gloria e fama che hanno portato e sempre porteranno con loro in ogni dove.
Lo stile è lo stesso anche se a dividerli ci sono praticamente vent’anni. In quel buco Jon Lugbill mi ha fatto sognare ad occhi aperti, mi ha entusiasmato, mi ha regalato momenti indimenticabili. Volava come una farfalla e pungeva come un’ape - un Muhammad Ali della pagaia - incantava e vinceva. Su quel buco ci poteva entrare e leggere “Guerra e Pace”, dimenticandosi di essere inginocchiato dentro una canoa in mezzo ad un inferno che ha fatto tremare centinaia di canositi che hanno avuto la fortuna o la sfortuna di vivere il canale di Tacen nei primi anni della sua storia. Tra panico e adrenalina a mille, si scendeva con il cuore in gola per la paura di farsi male e uscire frastornati e abbattuti da tanta potenza bagnata.
Oggi il buco è più dolce e più soave. Ti permette di entrare agevolmente e a metà, se sei stanco o soffri di claustrofobia, puoi uscire e ritemprarti in qualche morta amica. Non ti serve percorrerlo per tutta la sua lunghezza longitudinale, ma se lo fai ti offre un’esperienza indimenticabile e velocità assicurata. Il buco, che occupa tutto il fronte del canale, a più di qualcuno però crea ancora problemi e vedere Martikan giocarci e passarci diverso tempo senza il minimo sussulto o panico ti fa, per l’appunto, tornare al passato. Non sono tanti i personaggi che possono danzare senza timori su quell’acqua: così bianca, così spumeggiante, così fresca e ricca di storie da raccontare... quella di Jon e Michal è una di queste!

Occhio all’onda!

Tacen, 19 luglio 2010 - Summer Traning Camp


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nella foto Jon Lugbill per gentile concessione dello stesso su FB

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