Lungo silenzio... ma il motivo era valido!
E’ definitivo ho fatto il grande salto e sono entrato nel mondo Mac, complice il mio compleanno, che dopo diversi anni sono riuscito a festeggiare a casa, una moglie fantastica che ha pensato ad un grande regalo e un figlio invasato di Steven Paul Jobs. Quindi il tempo che dedicavo a cercare di fermare i fatti con le parole ho dovuto usarlo per apprendere le nozioni base per questo nuovo mondo che mi si è aperto e che effettivamente offre grandi opportunità. Ho accettato la sfida e sono tornato alle scuole elementari con il grembiule blu nuovo e il cestino per la merenda. Timoroso, ma nello stesso tempo curioso di aprire la mente ad un nuovo sistema informatico per organizzare la mia vita, i miei pensieri, i miei studi, le mie immagini, i miei video, le mie statistiche.
Eppure la mia casa mobile non si è fermata e ha percorso ancora tanti chilometri, il mio cuore ha avuto forti stimoli e la voglia di raccontarli è sempre forte nella speranza di fare cosa gradita ai più.
Mi sono divertito a Valstagna nel ruolo di dimostratore del percorso con canoe purtroppo che non ho saputo indossare come avrei voluto. Ho incontrato tanti appassionati, mi sono incantato ad ammirare il buon Peppino D’Angelo a prodigarsi di consigli ai nuovi giudici arbitri, con un Valerio Veduti attento a far crescere il mondo della canoa dal lato che gli compete visto il suo ruolo di Vice-Presidente della Direzione Arbitrale Canoa. Ho bevuto il caffè in compagnia di vecchi amici. Ho visto comunque il sorriso su chi ora deve pagare le conseguenze di un imprudente e azzardato gesto sportivo con la pagaia. Ho parlato di canoa nell’essenza del termine, ho parlato di allenamento e canoe nuove, di progetti e speranze. Ho visto la finale di Champions in un bar di Campolongo con una anziana signora che non ha smesso un attimo di sferruzzare e con ragazzi che soffrivano per i loro beniamini con la palla al piede. Ho respirato la freschezza di una gioventù che sta crescendo, purtroppo con un futuro molto incerto, perché è incerta la competenza di chi dirige oggi la canoa italiana. Non lo dico io, ma lo evidenziano i continui capovolgimenti di programmi, regole, criteri che dovrebbero essere inamovibili, dovrebbero costituire la base di lavoro e di partenza per crescere assieme. Il buon Luciano si danna a girare l’Italia nel tentativo di unire sforzi ed intenti, ma il problema non è questo. Il problema è la dichiarata chiusura alla logica sportiva di chi purtroppo in questo momento pensa di avere la verità in tasca. Nel settore discesa si convocano ai mondiali atleti ultra 40enni con ragazzini 15enni e rappresentanti federali che poco centrano con la discesa. Ma non c’è già il team leader che rappresenta la Fick? Nel settore slalom un anno si rispettano alla lettera percentuali assurde e l’anno successivo si aprono le porte a proprio gusto confondendo Ferrazzi con Ferrari, valutando con lo stesso criterio gare fatte su canali impegnativi e su fiumi che anche un cadetto primo anno pala singola riesce a completare con un sola penalità!
Ho notato una certa stanchezza, una ripetitività anche da parte di chi organizza manifestazioni che comunque sono un classico nel panorama nazionale. Certo i tempi d’oro di Enrico Lazzarotto sembrano essere lontani, quando le gare erano feste, le premiazioni mandavano a casa vincitori e vinti con ricchi premi e con tanta musica nello spirito, pronti ad affrontare la vita di tutti i giorni in attesa delle foto, dei commenti e del DVD che arrivavano puntualmente per non dimenticare mai nulla!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
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