Kayak Cross attira l'attenzione
Cosa volete che vi dica! Lo so che molti puristi dello slalom, e io sono tra questi, si scandalizzano, ma bisogna capire e poi accettare il fatto che il Kayak Cross effettivamente attira pubblico ed entusiasma gli animi mentre si assiste agli scontri diretti. È stato così nell’ultima domenica soleggiata di agosto sul campo di gara di Tacen in Slovenia, dove si sono dati battaglia molti tra i migliori specialisti, mancava tra i più quotati anche il campione olimpico di questa neonata disciplina della canoa, Finn Butcher. Anche le stesse prove contro il tempo, che da quest’anno, oltre a servire per formare le varie batterie, assegnano anche le medaglie per questa competizione, diventano interessanti e l’imprevisto può sempre succedere da un passaggio all’altro. Non basta essere forti e veloci, bisogna essere pure tattici e tecnici. Mi fa pensare un post di Xabi Ferrazzi che, commentando la sua finale tra i pali leggeri, scrive: ”Frustrated that i couldn't show in my final run what I've in the arms…”. Credo che quello che sia mancato di più al folletto della Valsugana, sia stata la capacità di mantenere la calma e la testa. Dubito sul fatto che un atleta, se pur giovane come lui, pecchi di braccio! La cosa che emerge poi è che chi sta dominando lo slalom mondiale ha di tutto, ma non certo un braccio impressionante! Di impressionante i campioni di oggi hanno una grandissima abilità tecnica, mentale e condizionale a livello aerobico. Sono molto bravi a guidare il loro mezzo tra onde e riccioli, tra corrente e morte, tra palino e palino.
Tornando alle gare di kayak cross di domenica c’è da notare che i francesi ancora una volta dimostrano di credere molto in questa disciplina dando spazio ad atleti che si dedicano quasi esclusivamente a questa specialità. Ci sono pure dei tecnici dedicati che seguono esclusivamente le canoe di plastica e i loro protagonisti. I transalpini vincono nei Time Trial nel settore femminile con Camille Prigente, alle sue spalle abbiamo quattro atlete nello stesso secondo: Hocevar, seconda, Leibfarth, terza, Satila, quarta, Woods quinta. Poi ancora Francia che domina con Mathurin Madore le prove sugli scontri diretti. Il baffuto, figlio di Hervè Madore* che negli anni '80 era protagonista nel C2 discesa e nel C1 slalom, in Slovenia ha trovato vita facile vincendo tutte le varie fasi. In finale poi, dopo aver lottato solo sulla porta numero uno, uscendo da secondo, é andato a fare la risalita a destra, mentre gli altri tre si sono diretti a sinistra. Risultato: Madore se ne va e nelle retrovie si ammazzano! La gara contro il tempo, viceversa, va a Joseph Clarke che lascia un confusionario Jakub Krejci a 90 centesimi dietro e a 95 il suo compagno di squadra Sam Leaver.
Impacchettati tutti gli strumenti di lavoro e caricate le borse, la carovana si è trasferita in quel di Augsburg di tutta fretta. In teoria dovevamo avere allenamento già dal primo giorno della settimana, ma in viaggio abbiamo ricevuto l’informazione che sarebbe stato cancellata la sessione del lunedì. Si aspettano informazioni dalle varie Autorità per capire se ci sarà la possibilità di allenarci sul canale di gara a partire da domani. Nel frattempo il buon Thomas Rosset, official ICF, ci manda un link per visitare la città!
Cosa volete che vi dica, tanto per restare in tema com l’apertura di oggi, fidiamoci di Orazio che ci dice:”Utile dulci miscele” che tradotto in volgare é: uniamo l’utile al dilettevole!
Occhio all'onda!
*Hervé Madore, classe 1953, è stato campione del mondo in C2 discesa nel 1983 a Merano con Françis Lieupart. In slalom ha gareggiato a livello internazionale dal 1976 al 1983, ha partecipato a quattro campionati del mondo nel '77,'79,'81 e '83 conquistando un argento nel 1981 a Bala con Salame e Senelier.
Foto di Carlo Alberto Cavedini
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