Francesi delusi nella canadese nell'ultima giornata dei mondiali di Slalom di categoria
Andiamo subito al sodo e mi viene da dire che tra i due litiganti il terzo gode! È quanto successo nella finale della canadese monoposto ai Campionati del Mondo Under 23 dove Mewen Debliquy e Yohann Senechault partivano da favoriti grazie ai risultati collezionati fino a qui in campo assoluto e soprattutto per il fatto che i due francesi, in casa, sembravano imbattibili. Eppure il più giovane dei due fratelli Kratochvil e cioè Lukas, l’ha spuntata alla grande, dopo aver vinto la semifinale, e soprattuto dopo essere stato capace in finale di migliorarsi di oltre tre secondi, su un tracciato in pratica senza acqua, che ha costretto gli atleti a pagaiare molto accorti e senza la possibilità di affondare la coda nelle fasi di rotazione. Un tracciato e condizioni di acqua che avvantaggiavano sicuramente chi si dedica al cambio pala, penalizzando parecchio chi invece rispetta quello che un C1 puro dovrebbe saper fare! I due transalpini ci tenevano parecchio a conquistare il titolo iridato e sapevano pure che, se lo volevano fare, la lotta sarebbe stata fratricida. Mewen Debliquy parte male con un tocco alla 2 causato da una linea troppo diretta dall’uscita della 1. A questo punto forza ancora di più cadendo nel tranello che il destino gli ha teso. Uscito dalla tre, si porta al centro della corrente e cambia lato di pagaiata, da sinistra passa a destra, per fare la 6 in risalita, poi ritorna dall’altro lato per fare la 7 in retro, ma arriva il tocco alla 8. Rischia molto alla 9, ma dice addio ai sogni di gloria con la penalità fatta alla 15. Taglia il traguardo facendo registrare il miglior tempo di giornata: 88.88 ai quali vanno aggiunti però 6 secondi di penalità. Alla fine arriverà ottavo, battuto anche dal fratello Elouan.
Yohann Senechault fatica a prendere i ritmi, non riesce ad affondare la sua pagaia in acqua, poi si arrischia a fare la 8 in discesa e la tocca e, come se non bastasse, finisce lungo dopo la 9 e sulla 10 prende un’altra penalità. Potrebbe ancora farcela, visto che la sua pagaiata prende consistenza e la barca adesso inizia a correre più veloce di tutte le altre. Anticipa troppo la rotazione sulla 15, o forse parte troppo presto dopo aver ruotato la sua canoa, e si porta con sé il palo di destra. Non può fare altro che chiudere la gara e battere forte con le mani sulla sua canoa sconsolato e avvilito. Tra le altre cose, il fatto di prendere a pugni la propria canoa all’arrivo sembra essere stato un tema ricorrente, sia per chi vinceva, sia per chi viceversa era finito nelle retrovie. Lukas Kratochvil ha cambiato lato di pagaiata per ben otto volte, ha fatto in retro la 19, ha avuto un solo attimo di incertezza e cioè tra la 7 e la 8 quando sembrava che volesse affrontare la seconda discesa diretto ed invece, visto il disequilibrio che aveva avuto, ha optato per una saggia retro. Il ceco, che lo scorso anno ai mondiali under arrivò terzo nella gara vinta, a sorpresa, dall’argentino Manuel Tripano, è allenato da Jan Busta, un giovane professore universitario che si dedica molto alla ricerca nell’ambito della preparazione fisica giovanile e che lavora con le squadre junior nella Repubblica Ceca con ottimi risultati. Ha pubblicato un interessante libro :”Behind success in the waves”, purtroppo per il momento solo in lingua ceca. Per completezza diciamo che il podio si completa con il secondo posto di Oliver Puchner ed il terzo di Alex Segura.
Senza infamia e senza lodo, tanto per citare il sommo poeta, la discesa di finale di Martino Barzon che certamente, su queste acque, non è riuscito ad esprimere tutto il suo potenziale, dopo aver preso la finale per il rotto della cuffia. Elio Maiutto si è fatto tradire dalla voglia di fare troppo bene e sappiamo che, purtroppo, la fretta è brutta consigliera. Il friulano, che vive però a Ivrea, parte con un ritmo impressionate di pagaiate, poi è costretto a spendere molte energie per recuperare il passaggio 15/16. Arriva lungo alla risalita 17 e sembra spegnersi tanto che si impalla sul debordè e perde la 18 in risalita: una porta banalissima che però costa cara al bravo Elio che chiude in 12esima posizione.
Zuzana Panákova si ricorderà a lungo questo mondiale perché per ben due volte ha avuto la possibilità di vincere il mondiale e per un tocco, come Martin che perse la cappa, ha perso i titoli iridati di categoria: l’altro ieri nel kayak, ma l’attento lettore di questo blog già lo sa, e ieri in C1, dopo una discesa quasi perfetta. Unico neo il tocco alla porta 4, oserei dire più che di un tocco si é trattato di un soffio di vento al palino di sinistra, quasi volesse accarezzare con il suo petto quel passaggio tanto millimetrico quanto impercettibile. Chi invece ne approfitta subito è la statunitense Eva Leibfarth che è regolare su tutto il percorso e alla fine riesce a racimolare 33 centesimi di vantaggio sulla slovacca, sufficienti per mettersi al collo l’oro e la possibilità di fregiarsi del titolo di campionessa del mondo Under 23 anche nella specialità della canadese. Lei che nel 2023 aveva vinto in k1 e poi l’anno successivo, per preparare al meglio le Olimpiadi, aveva rinunciato a partecipare a questa rassegna iridata. A fare compagnia sul podio a Leibfarth e a Pankova ci sale Eva Alina Hocevar con un 2 di punta alla penultima porta e con un tempo di tutto rispetto. La slovena torna a casa con due medaglie al collo nelle prove individuali: l’oro nel kayak e il bronzo nel C1 e questa volta è più brava del fratello, che ha sempre due medaglie, ma che hanno il gusto dell’amaro perché arrivare secondi, con la consapevolezza del potenziale oro, è sempre una piccola tristezza.
Doriane Delassus, che aveva vinto la semifinale, fa un erroraccio alla porta 11 in risalita: finisce incastrata sul sasso in entrata e perde qualcosina, ma soprattutto perde ritmo e convinzione. Delassus, oggi anche signora Micozzi, resterà giù dal podio per 1 secondo e 17 centesimi, forse quelli persi alla 11 su una pietra sporgente del percorso!
Delle due Elene nazionali della canadese monoposto femminile, ne è entrata una sola in finale e si tratta della marinaia e non della carabiniera, che però accumula parecchio ritardo dalle medaglie con una discesa con troppi errori di linea: si veda 8/9 e 18 e 19. La sublacense, al suo terzo mondiali da Under 23, finisce la sua performance in nona posizione e per riprovare a vincere quel titolo di categoria, alla sua portata, dovrà aspettare il prossimo anno.
Cosa dire degli Junior se non il fatto che da questi mondiali Ziga Lin Hocevar, nonostante le due medaglie, in k1 e c1, esce deluso perché ha trovato sulla sua strada due atleti di grande caratura come Oier Diaz e Titouan Estanguet. Erano questi all’inizio della rassegna i più titolati a salire sul podio, come alla fine è avvenuto solo invertendo le posizioni. Un bravo a Riccardo Pontarollo che conquista la finale, migliorando così il 18esimo posto dello scorso anno alla rassegna iridata. L’atleta di Valstagna, figlio di quel Matteo che per due volte è stato vice campione del mondo e campione europeo a squadre, sta crescendo bene e con lui pure Denis Fina.
Tra le donne brava Marketa Stepankova, sesta lo scorso anno a Liptovosky nella gara vinta storicamente dalla cinese Ting Yang, che vince la gara con un margine di poco più di un secondo sulla tedesca Neele Krech e terza la britannica Zoe Blythe-Shields.
Occhio all'onda !
Commenti
Posta un commento