Numeri importanti e sorprese alla Pyrenees Cup 2025



La “Pyrenees Cup”, gara ICF Ranking che si sta svolgendo a Pau (Francia) con la formula del rito abbreviato, mi verrebbe da dire, giuridicamente parlando, ha grandi numeri  e grandi sorprese! Per fortuna che gli organizzatori hanno limitato la partecipazione a 450 atleti che arrivano da 27 nazioni. Ci sono al via 77 donne in C1, 101 C1 uomini, 162 K1 maschietti e 110 k1 femminucce; direi numeri  importanti per un inizio di stagione, a livello europeo,  con il botto. Tra questi anche diversi italiani che sono da quelle parti quasi tutti senza allenatori e questo mi lascia molto perplesso e mi rattrista non poco. Soprassediamo sull’argomento perché ci sarebbero tante cose da dire, ma si preferisce chiudere gli occhi…anche la terza medaglia d’oro olimpica,  a quanto pare, non è  sufficiente per migliorare le cose! 


I tracciatori della gara sono rimasti sul classico per il canale francese e direi che hanno montato un percorso che ha tutte le caratteristiche per far esaltare lo slalom come deve essere. Si parte lanciati con una serie di porte sfasate che portano alla prima risalita: la numero 6; qui all’uscita si presenta la scelta da fare per passare dentro alla 7 che si trova praticamente quasi sulla stessa linea: discesa o retro? Risolto il dubbio si procede in curva per arrivare alla risalita 11 a sinistra con relativa 12, e anche qui la scelta rimane aperta e del tutto individuale: retro o discesa? Quello che posso dire, o meglio,  ricordare, è  che questa risalita a sinistra e poi porta sulla stessa linea è veramente il classico dei classici a Pau; è  come la risalita sotto l’ultimo ponte di Augsburg, oppure come la combinazione risalita e discesa alla “main wave” sul canale olimpico di Penrith, o ancora come la risalita a sinistra sotto il ponte della ferrovia a Bourg St.Maurice. Combinazioni che per decreto del Re ci devono essere! Tornando al tracciato,  disegnato da Benoit Peschier e Adrian Martin, dopo la 12 c’è un tratto da spingere per arrivare al ponte  dove sono state piazzate due porte in discesa molto facili che portano alla risalita a destra prima di entrare nel canalone. Quindi si affrontano i due buconi  senza ostacoli,   godendo di tanta energia e forza, prima di fare la seconda risalita a sinistra.  Si finisce con un’altra serie di “off-set” prima delle ultime due risalite sullo stesso filo e poi sprint finale. 

Visto che ho nominato Benoit Pechier ne approfitto per augurargli buon lavoro nel suo nuovo ruolo di Direttore Tecnico della squadra francese. Il campione olimpico di Atene 2004 dopo essersi formato in educazione fisica, ha preso una laurea in fisioterapia e sembrava questa la sua strada per il futuro, poi, richiamato dalla foresta, come direbbe il grande e mitico scrittore Jack London, è tornato alle  origini e al grande amore per la canoa. Ha passato diversi anni ad  allenare  Denis Gargaud e Boris Neveu. Alla fine è arrivato questo incarico senza dubbio molto prestigioso per lui che sicuramente saprà onorare al meglio. 

Non vorrei mancare di rispetto all’altro tracciatore, e cioè Adrian Martin,  non citandolo: un catalano de La Seu d’Urgell che ha trascorso un tempo in Nuova Zelanda ad allenare un Club. Rientrato in Europa oggi allena le giovani speranze di un nuovo progetto che Andorra ha messo in piedi.  


Dicevo che Pau non ha solo stupito per i grandi numeri di partecipanti, ma anche per le grandi sorprese viste sul campo gara. Fuori dalla finale dei C1 uomini a 12 di domani il campione olimpico Nicolas Gestin  e  Luka Bozic  oltre al campione europeo Ziga Lin Hocevar, tanto per farvi una idea stiamo parlando rispettivamente del numero 2, 3 e 4 del Ranking mondiale! Nei kayak uomini il bronzo di Parigi, lo spagnolo Pau Echaniz partirà solo per la finale B, gli faranno compagnia pure Benjamin Renia, che solo mercoledì aveva vinto la “Champion Race”; fuori anche Mathieu Biazizzo che a gennaio aveva vinto gli Oceania Championship. Tra le donne sedute solo in finale B ci andranno Eva Tercelj e Marjorie Delassus. 


La compagine di atleti italiani che, con la qualifica a manche unica, sono passati alle finali è molto ristretta. Avremo al via nei C1 uomini Raffaello Ivaldi, quarto a 79 centesimi dal vincitore Adrien Fischer. Il veronese ha messo in acqua una manche molto, molto regolare senza forzare in alcun punto. La costanza e la pala ben ancorata  all’acqua ha fatto il resto. Raffaello  si troverà a lottare per le medaglie con 7 francesi, uno spagnolo, Miguel Trave, che tra le altre cose è arrivato pure terzo nella qualifica in K1,  un canadese, Alex Baldoni, che ha curato la preparazione invernale qui a Rio. Completeranno la griglia di partenza della finale anche due cechi rispettivamente Adam Kral e Martin Kratochvil. 

Nella canadese femminile Marta Bertoncelli è 9^ e quindi prende il pass per finale, nella gara vinta dalla francese Marjorie Delassus sulla connazionale Laurene Roisin. Anche qui le transalpine saranno ben 4, oltre alle già citate ci saranno pure Camille Castryck e Angele Hug,  poi ci saranno 3 spagnole: Nuria Vilarrubla, Miren Lazkano e Klara Olazabal; due ceche e cioè Tereza Knebelova e Martina Satkova. Completano le finaliste  l’andorrana Monica Doria e la slovena Eva Alina Hocevar. 

Nel kayak femminile brava la polacca Claudia Zwolinska che vince agevolmente su Emma Vuitton e terza Laia Sorribes. Nessuna azzurra in finale, per la verità al via c’era solo Francesca Malaguti che finisce 15esima e disputerà la finale B.

Nel kayak maschile ho già detto dei nomi importanti rimasti fuori nella gara vinta dal ceco Jakub Krejci, rientrato da poco da Rio dove ha curato la preparazione invernale, alternandola al surf, sport a cui si è appassionato da quando sverna in Brasile. Xabi Ferrazzi è bravo ad agguantare l’ultimo posto per il pass alla finale,  quindi con lui saranno tre gli azzurri che domani tiferemo nelle finali che inizieranno di buon ora per poi lasciare spazio al Kayak Cross.

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