Lo stato d'animo e la sua voce


Ciò che impressiona uno che fa il mio mestiere non sono tanto le vittorie di un fenomeno come Rafa Nadal e neppure i suoi 91 trionfi  negli Open e certo non mi sorprendono le 15 vittorie consecutive in questo inizio anno. La cosa che veramente mi fa pensare, che mi meraviglia e mi esalta sono quegli 11 break-point bruciati, annullati  a colui che da oggi è il numero uno al mondo. Li ho seguiti uno ad uno, in diretta e ad ogni ritorno in corsa cercavo di capire dove  il maiorchino attingesse la sua energia, dove fosse nascosto il santo Graal da cui bere il sangue di Dio per nutrirsi dei suoi segreti. Vantaggio… annullato palla break, vantaggio… annullato palla break, e ancora così per altre nove infinite palle perse e poi pareggiate, fino ad arrivare al suo vantaggio e al punto che gli portava il break, punto  e che lo consacra all’ennesimo successo che sempre di più gli fa  toccare il cielo con una sola mano: la sinistra quella vincente in questo caso! Se tutto ciò non bastasse a fine partita dichiara che è stato uno scontro difficile,  lungo e impegnativo costernato pure da momenti bui. Ecco questo completa il quadro del mio stupore e anima la mia curiosità nel capire cosa c’è dentro ad una macchina così perfetta di un giocatore che rincorre ogni palla come se fosse l’ultima cosa che gli rimane da fare nella vita.
Una cosa sola era incisa nella mente di Rafa Nadal a quel punto della partita ed era così chiara e nitida che ogni sferzata impressa alla pallina portava nella sua scia stellare la scritta: non mollare, non indietreggiare, vai verso l’obiettivo senza indecisioni. Gesti e movimenti, che alcuni hanno apostrofato come riti scaramantici, ma che invece ripetendoli gli ricordano che cosa sta facendo in quel preciso momento ed è proprio questo l’elemento vincente, la chiave di volta per restare in partita, per mantenere il mood giusto in ogni secondo della sua battaglia. Perdere anche solo per un attimo questo stato d’animo significherebbe aprire un varco al nemico che troverebbe spazio per dialogare non più con il giocatore, ma direttamente con la sua anima, con il suo cuore, con la sua coscienza destabilizzandone principi e conoscenze. Per uno slalomista proprio questo è uno dei punti più difficili da capire, da allenare, da mettere in atto. Sembra incredibile, ma la nostra mente è bombardata da infinite informazioni che purtroppo a volte arrivando senza averne fatto richiesta specifica surriscaldano il nostro cervello, intasando i nostri circuiti comunciativi e  che mettono in essere gesti e movimenti non richiesti e anche a volte molto inutili.  Rafa Nadal questo lo sa molto bene ed per questo che se lo ricorda ogni volta che colpisce la palla senza farsi distrarre dall’avversario, ma soprattutto da quella voce che ognuno di noi ha sempre dentro e che molte volte non ci vuole bene distraendoci con una continua e instancabile persistenza all’errore, tanto da avere la meglio, magari proprio in dirittura d’arrivo. Un voce che bisogna viceversa risincronizzare sull’onda che ci porta ad essere sempre sul pezzo, cascasse il mondo!

Occhio all’onda! 

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