Leone, pecora o pantera?

  

Spesso e volentieri ho la sensazione che gli atleti prima di entrare in una risalita si sentono leoni pronti a cacciare la loro preda, affamati più che mai a far bene e con già in tasca la carta del successo, pochi istanti dopo però escono da quella risalita come pecore alla ricerca di un qualche cosa che sembrano non conoscere più, con lo sguardo da bovidae che si fanno comandare dai cani che guidano la loro esistenza. Ecco atleti che  escono  dalle risalite non da guerrieri, ma da sconfitti che sembrano vivere in un limbo fino alla porta successiva. Ho visto viceversa grandi campione essere giaguari entrando e uscendo dalle risalite con la stessa fame di quando stanno per entrarci. Il giaguaro ha dalla sua l’agilità, l’audacia, l’intelligenza e per cacciare usa la vista e l’olfatto. Qui in Sud America è chiamato pantera ed è il signore degli animali:  il maestro degli spiriti come nella cultura degli Aztechi era catalogato. Il campione difficilmente aggredisce malamente una risalita, il campione sa gestire la sua entrata perché la fame arriva solo quando si trova in mezzo ai due pali e cerca la preda alla porta successiva. Questa è la grandissima differenza di chi alla fine sale sul podio, magari sul gradino più alto, da chi invece impressiona in allenamento anche su combinazioni pure difficili, ma che poi inciampa sui percorsi e nei momenti decisivi. Rimango impressionato, molto spesso, nel vedere quanti buoni slalomisti ci sono nel mondo: fanno cose incredibili, tecnicamente molto interessanti anche con soluzioni innovative, fresche e brillanti.
La pantera ha nel suo patrimonio genetico la giusta cattiveria e ha   imparato poi dalle esperienze vissute che l’aggressività se non non venisse filtrata da una vera e propria strategia di battaglia, porterebbe  ad una sconfitta lasciandola a bocca asciutta! L’assalto potrebbe finire male se non venisse preparato bene, se non venissero prese le giuste distanze dalla preda. Arrivare a ridosso di un palo comporta, oltre il rischio di toccarlo, la certezza dell’impossibilità di essere protagonisti delle proprie azioni, bloccati nell’azione per non  subire la penalità. Impariamo da chi non può sbagliare, impariamo a crearci gli spazi giusti allenandoli nel quotidiano per poi essere pronti e reattivi quando dobbiamo agguantare la preda!

Occhio all’onda!

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