Buona prima domenica di febbraio
Il 22 dicembre è una data che mi ricorderò sicuramente anche se associata ad anni e a persone diverse che comunque in qualche modo si intersecano fra loro nelle storie della loro e della mia vita. Il 22 dicembre 1993 nasce Zeno, il 22 dicembre 2018 si sposa Giorgio. Ora raccontarvi chi è il primo mi sembra scontato mentre per il secondo mi ci vorrebbe molto tempo perché dovrei riassumere la storia dei miei primi otto anni di allenatore di club. Dovrei quindi scrivere una sorta di autobiografia dove Giorgetto, Teo, Lu, Corinna, Luca e tanti altri baldi giovani, che ho avuto l’onore di vedere crescere con la canoa, erano i veri protagonisti all’interno di una Società sportiva che per tanto tempo era diventata per molti di noi una sorta di grande famiglia. Questi giovani, che oggi sono dottori, uomini, donne, genitori, sanno ancora emozionarmi non solo nei ricordi che porto sempre con me e che sono fonte ispiratrice per vivere ogni giorno intensamente, ma lo sono anche quando li incontro, se pur ormai raramente. Piccoli o grandi particolari che spesso rivivo forti dentro di me, vecchi ricordi rinfrescati dai nostri, come dicevo, pur rari incontri. Con alcuni di loro ci siamo comunque sempre nei momenti che contano con con la speranza, che è più una certezza, che questo grande affetto non si perderà mai. Ecco quindi che l’abbraccio e le parole che ho ricevuto da Giorgetto alla fine del matrimonio sotto la cupola del San Micheli è uno di quei momenti che ti resteranno dentro per sempre e che conservi con le belle parole che il neo sposo mi ha sussurrato con l’emozione del momento nel forte abbraccio che ci siamo regalati. Quel sabato mattina il sagrato, di una delle più belle chiese di Verona, San Giorgio in Braida per l’appunto, al cui interno si ammirano opere del Tintoretto e di Paolo Caliari, con i loro capolavori del martirio di San Giorgio e del battesimo di Gesù, era vivo di bei giovani che portano sempre nel cuore la canoa, elemento comune che li ha resi unici e forgiati all’amicizia e all’intensità della vita. Gente sorridente, fresca, energica che si stringeva attorno a Gloria e Giorgio, una coppia pronta ad affrontare una nuova avventura che sicuramente regalerà loro grandi emozioni e gioie indimenticabili. In quel momento ho rivisto dentro di me le ore di allenamenti, trasferte, discussioni, vacanze, che ci hanno uniti per molti anni e che hanno suggellato il nostro reciproco rispetto. Al mio fianco, come sempre, a capire, a percepire e a condividere la mia emozione Amur che è stata a lungo per tutti quei giovani la sorella più grande, la più onesta e la più saggia compagna di viaggio per tutti noi. Senza il suo sorriso e senza la sua energia poco avrei fatto e anche in questa occasione, in cui vedevamo un figlioccio maritarsi, era lì presente al mio fianco per darmi forza e sicurezza come sempre.
A questo punto non ci rimane che augurare a Gloria e a Giorgio… figli canoisti che siano maschi o femmine poco importa comune potranno seguire le gesta del padre su un fiammante C1!
Occhio all'onda!
PS - purtroppo è arrivata dall'Italia una brutta notizia, noi non possiamo che stringerci nel dolore della Famiglia e del Canoa Club Bologna, le nostre preghiere sono tutte le loro.
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