Pochi cambiamenti nel tracciato per la semifinale e finale
"Sole e cielo terso con temperature quasi invernali oggi a Hohenlimburg per la prima giornata di qualifiche e finali individuali, ma c’è la possibilità di rovesci nel tardo pomeriggio"… aprirebbe forse così una telecronaca il mitico Franco Bragagna che anche quest’anno da Londra ci ha deliziato con i suoi racconti incantandoci per i suoi approfondimenti e le sue conoscenze sull’anello rosso che hanno pochi uguali. Con Dario Puppo, Flavio Tranquillo, Federico Buffa formano un poker d’assi senza uguali. Se poi parliamo di voci tecniche non possiamo non citare il mitico attuale CT della nazionale di ciclismo Davide Cassani e Paolo De Chiesa per lo sci. C’è poi la poesia del pugilato di Rino Tommasi e la prosa nel tennis di Gianni Clerici. Mentre la scuola e i primi miti dei racconti sportivi per me rimangono Bruno Pizzul, se pur nella sua semplicità e voce roca, Adriano Del Zan, squillante e preparatissimo, passando poi dal rinnovamento di Dan Peterson capace di portare una spinta in più nelle telecronache.
Scusate, mi sono perso con i miti del giornalismo sportivo e pensare che volevo parlare del tracciato della semifinale e finale di oggi che ha avuto 4 cambiamenti rispetto alle prove di qualifica.
I primi due sono praticamente scontati con cambio di lato della risalita 1 e 6, mentre la vera novità è la 18/19 che sono state spostate più in basso. Personalmente il cambiamento lo vedo più funzionale togliendo la precedente combinazione da una morta piuttosto piccola e senza una vera e propria logica di arrivo. Rimane il fatto comunque che il tracciato è troppo lungo se si considera che per le donne siamo oltre al minuto e 45 e per i C1 in rosa ben oltre i due minuti di gara.
Il regolamento europeo, praticamente gestito in toto dallo sloveno Jelenc Andrej che è il Jean Michel Prono dell’ICF e cioè capace di fare il bello e il brutto dello slalom del Vecchio Continente, prevede massimo quattro cambi tra qualifiche e finali, mentre a livello mondiale è ammesso cambiare totalmente il tracciato tra una fase e l’altra. Per l’ECA si tratta comunque di un avvicinamento alle regole ICF poiché fino all’anno scorso il tracciato non veniva cambiato mettendo come motivazione il fatto che gli atleti si presentavano alla finale con già tre o addirittura 4 (nel caso in cui fossero passati dalla seconda manche di qualifica) o 5 (con la gara a squadre) discese e in questo modo si poteva avvantaggiare le squadre minori offrendo la possibilità agli atleti di conoscere sempre meglio il percorso.
Prima medaglia per l’Italia nella gara a squadre del K1 Junior maschile, bravi Fasoli, Ghisetti e Luther tre giovani atleti che rafforzeranno in futuro sicuramente le squadre under e senior.
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