Colpo indietro: magico se usato nei modi e nei tempi giusti
Il "colpo indietro" parte dalla chiusura di una propulsione o di un aggancio e, in relazione allo stato in cui lo stesso si mette in essere, ha una caratteristica precisa e cioè quella che dovrà essere utilizzato con una espansione proporzionalmente adeguata alla necessità di quella specifica situazione di porta e di acqua. Lo stesso gesto deve essere gestito con grande sensibilità e destrezza, rispettandone tempi, pressione e angoli. Il vantaggio però è evidente sotto molti punti di vista primo fra tutti quello di poter eseguire il colpo anche in prossimità molto ravvicinata del palo interno su cui si dovrà girare o addirittura sotto lo stesso. Questo punto di appoggio nell’acqua ha due precisi momenti e cioè il primo è quello del caricamento che arriva dallo scivolamento della canoa verso l’obiettivo prestabilito e il secondo è il punto di rotazione. Gli errori più frequenti sono legati alla soluzione di forza dello stesso e all’uso esclusivo delle braccia, quando si dovrebbe viceversa impegnare, più che in ogni altro colpo, tutto il corpo se pur in momenti ben distinti e differenti.
Facile da intuire che il movimento si fa proprio passando ore a provare e riprovare per acquisire sensibilità e destrezza che difficilmente si possono sviluppare con esercizi come il Blaho o con tanti test con bilancieri o correndo su piste rosse che poco hanno da condividere con lo spirito dell’acqua che corre.
Occhio all’onda!
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