Il risultato sportivo da dove parte?
Un risultato è la somma di tanti fattori e dicendo ciò non dico nulla di nuovo.
I risultati arrivano grazie a :
- strutture adeguate per allenarsi, quindi canali,
- percorsi di slalom, club con palestre e spogliatoi;
- buoni allenatori;
- programmi federali di livello;
- aiuti economici;
- l'allenamento;
- opportunità di scoprire un determinato sport;
- quantità di praticanti;
Bene! Ovviamente tutti fattori molto importanti, ma se alla base non ci sono genetica e adeguato approccio allo sport in età giovanile non ne ricaveremo nulla, come difficilmente pur possedendo questi elementi non sarà automatico conseguire risultati, senza una forte motivazione prolungata nel tempo.
Da sempre mi chiedo e cerco di capire che cosa è che differenzia un atleta vincente da un altro che pur possedendo le stesse qualità tecniche e fisiche non riesce ad ottenere gli stessi risultati. Ci verrebbe da rispondere che il primo ha qualità e determinazione che il secondo viceversa non ha o ha in maniera inferiore. Penso che dobbiamo andare a vedere qual è stato il cammino dei due atleti per arrivare qui. Ma se vogliamo veramente creare una scuola dove si formano atleti capaci di raggiungere finali iridate o olimpiche dobbiamo partire dalla base. A questo punto bisogna fare un passo indietro e analizzare da dove è partita l'esperienza motoria di un giovane e quali sono le sue prospettive.
Io credo che per riuscire a tirare fuori tutto quello che un atleta può dare bisogna partire dalla sua infanzia: è qui che veramente formiamo un atleta, che se poi avrà qualità sarà capace di raggiungere grandi risultati. Succede anche che chi ha talento e parte bene da giovane poi non realizza quanto sperato per tutta un'altra serie di fattori.
Nella mia testa c'è un progetto sportivo dedicato ai giovani. In sostanza dai 4 ai 10 anni un approccio motorio a 360 gradi dando privilegio allo sviluppo delle capacità coordinative. Quindi segue una conoscenza e pratica di più possibili discipline sportive per poi arrivare intorno ai 14/15 anni, momento in cui abbiamo in mano elementi sia a livello antropologico del giovane, sia a livello puramente sportivo, per capire, indirizzare e consigliare il soggetto nella scelta dello sport da seguire.
Un esempio semplice da capire è quello di un ragazzo di questa età che nuotando non galleggia naturalmente, quindi è inutile continuare ad insistere in questo sport poiché non riusciremo mai ad avere grandi risultati. Magari lo stesso ragazzino, che ha due gambe lunghe lunghe e corre come un cavallo, lo indirizziamo sulla corsa e forse lì riuscirà ad esprimere il suo potenziale.
Certo qui interviene l'organizzazione e il sistema per poter mettere in pratica un meccanismo che permetterebbe a tutti di esprimere, a seconda delle proprie caratteristiche, il proprio potenziale nella disciplina sportiva a lui più congeniale.
Stesso principio per la scelta scolastica e quindi universitaria.
Altrettanto si potrebbe dire per le scelte artistiche e musicali.
Occhio all'onda!
I risultati arrivano grazie a :
- strutture adeguate per allenarsi, quindi canali,
- percorsi di slalom, club con palestre e spogliatoi;
- buoni allenatori;
- programmi federali di livello;
- aiuti economici;
- l'allenamento;
- opportunità di scoprire un determinato sport;
- quantità di praticanti;
Vladimir Platonov riassume dicendo che ci vuole Organizzazione, Base Tecnica e Metodologia Scientifica per ottenere una prestazione sportiva di livello.
Bene! Ovviamente tutti fattori molto importanti, ma se alla base non ci sono genetica e adeguato approccio allo sport in età giovanile non ne ricaveremo nulla, come difficilmente pur possedendo questi elementi non sarà automatico conseguire risultati, senza una forte motivazione prolungata nel tempo.
Da sempre mi chiedo e cerco di capire che cosa è che differenzia un atleta vincente da un altro che pur possedendo le stesse qualità tecniche e fisiche non riesce ad ottenere gli stessi risultati. Ci verrebbe da rispondere che il primo ha qualità e determinazione che il secondo viceversa non ha o ha in maniera inferiore. Penso che dobbiamo andare a vedere qual è stato il cammino dei due atleti per arrivare qui. Ma se vogliamo veramente creare una scuola dove si formano atleti capaci di raggiungere finali iridate o olimpiche dobbiamo partire dalla base. A questo punto bisogna fare un passo indietro e analizzare da dove è partita l'esperienza motoria di un giovane e quali sono le sue prospettive.
Io credo che per riuscire a tirare fuori tutto quello che un atleta può dare bisogna partire dalla sua infanzia: è qui che veramente formiamo un atleta, che se poi avrà qualità sarà capace di raggiungere grandi risultati. Succede anche che chi ha talento e parte bene da giovane poi non realizza quanto sperato per tutta un'altra serie di fattori.
Nella mia testa c'è un progetto sportivo dedicato ai giovani. In sostanza dai 4 ai 10 anni un approccio motorio a 360 gradi dando privilegio allo sviluppo delle capacità coordinative. Quindi segue una conoscenza e pratica di più possibili discipline sportive per poi arrivare intorno ai 14/15 anni, momento in cui abbiamo in mano elementi sia a livello antropologico del giovane, sia a livello puramente sportivo, per capire, indirizzare e consigliare il soggetto nella scelta dello sport da seguire.
Un esempio semplice da capire è quello di un ragazzo di questa età che nuotando non galleggia naturalmente, quindi è inutile continuare ad insistere in questo sport poiché non riusciremo mai ad avere grandi risultati. Magari lo stesso ragazzino, che ha due gambe lunghe lunghe e corre come un cavallo, lo indirizziamo sulla corsa e forse lì riuscirà ad esprimere il suo potenziale.
Certo qui interviene l'organizzazione e il sistema per poter mettere in pratica un meccanismo che permetterebbe a tutti di esprimere, a seconda delle proprie caratteristiche, il proprio potenziale nella disciplina sportiva a lui più congeniale.
Stesso principio per la scelta scolastica e quindi universitaria.
Altrettanto si potrebbe dire per le scelte artistiche e musicali.
Occhio all'onda!
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