Tango catalizzatore
Può un vestitino nero, se pur carino e retro scollato, alimentare il sentimento e la passione? Certo, fascia un corpo che amo e che epidermicamente indosso pure io, ma... Può un tacco 12 su una scarpetta rosso fuoco esaltare una caviglia che già di per sé è affusolata e perfetta e che stimola piaceri assoluti? Possono dei biondi capelli raccolti farti perdere la testa per quel ciuffetto che scende delicato e arricciato su una schiena nuda e tatuata? Possono gli occhi marini catturare i tuoi e arrivare assieme direttamene al cuore? Può un sorriso racchiudere l’essenza della propria unione? Certo tutto ciò può accadere, tutto ciò appartiene all’uomo, tutto ciò è vita per la vita. Ma non sempre accade e non sempre si raggiunge la consapevolezza di averlo già scritto nel tuo patrimonio genetico e ovviamente nel suo. C’è un momento, un attimo, una scintilla, un fulmine, un’onda, un terremoto, un sussulto che mette in moto tutto ciò e lo rende palpabile a te stesso e percettibile anche da chi ti sta vicino, tanto da invadere l’aria perché ti accorgi che entri nella stessa sintonia di chi ti circonda e che, magari inconsapevolmente, ti trasmettono. Certo una bella donna è una bella donna, la passione è la passione, ma se questa non viene valorizzata ed esteriorizzata rimane un potenziale inespresso. Il maggior male che attanaglia l’essere umano è forse la paura di esprime o vivere intensamente i propri sentimenti e le proprie emozioni e peggio ancora: non condividerle. Per non cadere in questo abisso ci vuole un catalizzatore, un elemento scatenante che renda il momento non solo bello e apprezzato, che per sua natura è fuggente, ma lo trasformi in eternità per proiettarsi in una dimensione superiore, unica e sublime. Un elemento che abbia la capacità di essere universale per natura e forma. La ricerca non può passare solo attraverso una analisi interiore, ma deve essere scatenata e motivata dalla necessità di trovare una forma espressiva che possa esaltarne il linguaggio e l’espressività. Passo dopo passo, salida, mordida o volcada, ti rendi conto che qualche cosa entra in te e ti trasporta per ritrovarti espressione dell’altro e viceversa. Ecco! Finalmente trovato l’anello mancante, il sacro graal, quel catalizzatore che ha la capacità di trasformare e perfezionare l’opera divina attraverso la completezza dell’animo nella gestualità e nella magia del movimento ritmato dalla musica e dal sentimento. Il mondo ora non ha più confini perché l’ostacolo maggiore era nascosto dentro di te per quella ricerca motoria che a volte ti ha logorato, ma che purtroppo condividevi solo con te stesso. Oggi sicuramente ti senti più completo perché apprezzando ogni aspetto capisci che vivi il tutto anche attraverso lo sguardo, l’espressione, il comportamento di quel vestitino nero, di quelle scarpette rosse, di quegli occhi marini, di quel ciuffo ribelle che come una stella filante di regala il sorriso di un momento che si trasforma in complicità per l’eternità.
Occhio all’onda!
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foto del maestro Graziano Fenzi
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