Il tanghero
Io mi sono fatto un’idea, ma badate bene è la mia idea e io sono il meno titolato per dire queste cose, quindi tutto va preso con le pinze tanto più se scritto da un canoista-tanghero! Ah ah...
Poiché in Milonga molto probabilmente, più che ballare, osservo , mi sono fatto un’idea, dicevo, in particolar modo dei ballerini uomini. Non che io sia... intendiamoci anzi mi gusta mucho la ... ma è che a forza di guardare e riguardare, in attesa di individuare una ballerina che possa essere più o meno alla mia portata, dicevo, mi sono fatto delle idee su noi uomini.
Tanti sono i soggetti in pista e ognuno con le proprie caratteristiche, ma alcuni di loro mi hanno particolarmente colpito. Partiamo da noi principianti, categoria in cui mi inserisco indossando la maglia rosa per onorare il Giro che in queste settimane ci coinvolge e ci diverte. Noi balliamo e fatichiamo non poco nel ricordare passi e posture messe faticosamente a punto dal nostro maestro. Tentenniamo, indugiamo a trovare il coraggio di metterci in gioco con chi non è abituato ad intuire al volo la figura appresa con tanta fatica. E quando finalmente troviamo il coraggio di lanciarci nella pista stentiamo a ricordare i volti delle nostre ballerine tanto siamo concentrati a guardare i nostri piedi. Questo non si deve fare, bisogna ascoltare e percepire lo spazio che ci circonda senza la necessità di una conferma visiva, questo è il mio prossimo obiettivo. Ma a tutto questo ci arriveremo e se continueremo a sognare e ad impegnarci, presto le cose cambieranno anche per noi poveri eterni e perenni dilettanti.
Va beh! Passiamo a chi sa ballare veramente...ma parliamo di quei ballerini che, eletti nell’olimpo del tanghero eccelso, ballano, non per reciproco diletto, ma solamente per loro, per esprimere il proprio ego. Li vedi fin dal momento in cui invitano le dolci pulzelle a fare il primo ballo, sono come i pesci pagliaccio con gli anemoni. Queste sgargianti creature, immuni dalle punture urticanti, si nascondono dai predatori e in cambio tengono pulito l’anemone dai parassiti, ma non si sopportano. Il “tanghero pagliaccio” usa lo stesso meccanismo senza paura di prendersi delle sonore orticate. Loro si esaltano ad ogni passo, non lasciano spazio a quello che loro considerano esclusivamente un oggetto per esprimersi. Impazziscono con passi molto impegnativi che a volte poco ci azzeccano con la musica. Sudano all’inverosimile e qualche volta succede che, presi dal loro vortice, non si accorgano che la musica è finita. A fine tanda mollano la pulzella in mezzo alla pista e si avventano sull’anemone successivo! Guardano attorno con avidità e non perdono il contatto con la sala; anche se non arrivano a raggiungere l’obiettivo prefissato pescano nel gruppo la prima sul loro cammino e si rilanciano nel vortice di ganci, calesite, colgade. Difficili da capire e a fine serata ti passano vicino e ti fanno intendere che... non c’è niente di buono.
C’è poi lui, il vero ballerino, un gentelman, un signore che sa come invitare con garbo le signore e signorine, non sono preziosi e per gli errori delle loro ballerine poco abili si scusano addossandosi tutte le responsabilità. Ballano divertendosi e divertendo, ballano con la musica, ballano per il piacere di farlo e non esitano. Sono alla ricerca sempre di migliorare e la testa ruota e gira intorno al tango. Una passione che, ti accorgi, ti sanno trasmettere epidermicamente.
Poi ci sono i professionisti non conosciuti al grande pubblico. Personaggi che hanno buttato alle ortiche tutto e tutti e si sono messi in gioco ballando. Bazzicano nei sobborghi, nelle sale meno conosciute, in qualche cantina trasformata in barrio argentino, sono ovunque. Ne ho conosciuti alcuni nel mio girovagare per il mondo a inseguire il mio di sogno. Sono bella gente, semplice e audace, pura ed energica con tante cose da dire, ma soprattutto da mostrare con la semplicità con cui nascono. Ovvio che affascinano e stuzzicano la fantasia di tutti noi che li ammiriamo con gusto e piacere.
Ma nelle Milonghe ovviamente non ci sono solo i ballerini ci sono anche le ballerine. Ballerine con tante storie, con tanto charme, con tanta poesia che invoglia non poco ad usare la penna per raccontarle, mah! Ci proverò anche se so di mettermi in un labirinto da cui non sarà facile uscire!
Occhio all’onda!
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