Tango sentimento che si balla
“Memento audere semper”
Gabrielle D’Annunzio
Gabrielle D’Annunzio
Le parole, gli occhi che brillano e il sorriso sono capaci di esprimere poesia e affetto. E’ stato bello esserne testimoni, tanto più se ti identifichi in tutto ciò. “Caro Graziano, devo esprimerti tutta la mia gratitudine perché mi hai insegnato e trasmesso la passione del tango. Inizio a divertirmi e a capire che cosa effettivamente si prova”. E’ bello e giusto esprimere le proprie emozioni, tante volte siamo frenati dall’orgoglio, dalla paura di esteriorizzare le nostre debolezze, di essere magari derisi, ma quando l’emozione esce così spontanea ed effervescente è da andarne orgogliosi. Un messaggio poetico e una positività capace di contagiarti. Già! Gianni è un tipo così che non parla solo con le parole, ma parla e si esprime con le mani, con le espressioni del viso, con la mimica di tutto il corpo. La danza argentina lo ha graziato anche in questi semplici movimenti regalandogli ancora più simpatia e dolcezza nei gesti e nelle parole. Ogni dettaglio, per lui, diventa una storia da raccontare e da infiorire con aneddoti, con esperienze vissute o tramandate, con riferimenti ai suoi avi e alle tradizioni più remote. Ma quante ne sa Gianni? Buongustaio, fra non molto assaggeremo il suo risotto ai funghi fatto come lo fanno a “Il Desco”, sembra essere il creatore di una “pearà by yourself” che, se pur non provata, deve essere stata effettivamente ottima. Il motivo della mia affermazione è abbastanza semplice: domenica scorsa in pista in quel di Mantova si è visto un Gianni completamente trasformato che faceva impazzire le donzelle che avevano l’onore di danzare con si tal ballerino. E’ stata forse la pearà, l’unica vera ragione di quella mutazione in così poco tempo che ha suscitato invidie a Gigi e al sottoscritto? umilmente abbiamo richiesto, al nostro Panoramix, di prepararci uno scartoccetto della pozione magica per capire se possa avere effetto anche su personaggi come noi, ma come si sa “non omnia possumus omnes - non tutti possiamo tutto”
Graziano sta al tango come Dante Alighieri alla letteratura italiana. Graziano è il tango, Dante è la letteratura. Il primo tra i due famosi... non balla, ma lievita sulla superficie terrestre portando a spasso la sua musa ispiratrice, Graziella, il suo angelo biondo che lo segue trascinata in una dimensione extraterrena. Lei, particolarmente luminosa, con gli occhi chiusi ed attenta ad ogni minima vibrazione del proprio compagno, riempie gli spazi lasciati liberi. Sfrutta i tempi concessi dal ballerino per abbellire a suo piacimento le sinuose curve di un corpo che mette in risalto i piacevoli effetti della danza. Poi, quando timidamente si permette di spiegare al gentil sesso che cosa la spinge a questo o quel particolare movimento, usa un tono dolce e il suo sguardo cerca sempre l’approvazione del maestro, che a sua volta l’ascolta con rispetto e oserei dire anche con curiosità sospetta!
Tempo, tempo, tempo, 7 - 8 - 1 ... peso, peso, peso ecco i segreti di questo ballo che è capace di trascinarti nel vortice della musica. Questo muoversi ti fa scoprire il piacere del gesto con la consapevolezza che diventerà anche la guida per chi ti sta di fronte che ha grandi aspettative. Alessia... che in realtà è Serena, ma per me è sempre Alessia perché balla e credo che stia anche con Alessio, ha sintetizzato molto bene la scuola del grande Fenzi: “ci sono due possibilità nel tango: farsi guidare dalla forza delle braccia del proprio compagno... (e io so cosa significa), oppure muoversi grazie ai cambi di peso, ecco questa è la via corretta che ti fa partecipe di un progetto, questo è il ballo che ti vuole trasmette Graziano”.
Virgilio, per il nostro amico Dante, è colui che lo guida alla scoperta dei meandri dello sconosciuto alla ricerca dell’Altissimo , reminiscenze scolastiche. Per il nostro maestro la luce arriva da Federico Moreno Rodriguez che con la moglie Catherine Berbessou ha sconvolto ed affascinato in nostri Penelope ed Ulisse. Io ho avuto modo di seguire una lezione con l’argentino trapiantato a Parigi e spero di farlo nel futuro con più assiduità, certo è che il fluido che trasmette è potente. Ho visto una sola volta il buon Graziano tremare ed infuocarsi, sempre con molto stile, quando aveva proposto a noi allievi di partecipare ad uno stage per l’appunto con Federico. Un signore di mezza età, probabilmente grande professionista nella vita, ha fatto la domanda che non doveva fare: “chi è Federico?” Chiedere chi è questo personaggio a chi lo vede come un dio è come chiedere ad un tennista chi è Rafael Nadal o a un canoista chi è Jon Lugbill! Non lo doveva proprio fare perché Federico è Federico il grande Moreno Rodriguez che pone le radici del su tango su quello danzato negli anni ’40 e nella sua inventiva.
Devo aver letto da qualche parte che il tango è un sentimento che si balla! Deve essere proprio così perché altrimenti non si spiegherebbe tanto facilmente la magicità di questo essere diversi, di questo essere uniti nella propria individualità, di essere attratti e complici di una musica che nella sua drammaticità offre la coscienza e la certezza di una vita migliore.
Occhio all’onda!
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